Roma, er Pecetto e i “ragazzi del ‘51” nello spettacolo di Gianluca Bottoni (2000)

PAGINE CORSARE

Fondo Angela Molteni

La vita

Nel novembre 2000 il regista Gianluca Bottoni ha avviato il progetto Prospettiva Pasolini, dedicato in particolare alla ricerca dei luoghi romani cari a Pasolini, con lo spettacolo I ragazzi del ’51, tratto dal romanzo Ragazzi di vita. L’occasione ha fornito a Pagine corsare il destro per il ritrattoi di alcuni degli ex-malandri, sempre irriducibili, che in passato ispirarono il poeta e che ancora ne conservano un reverente ricordo. Tra questi soprattutto Silvio Parrello, “er Peccetto” del romanzo pasoliniano e oggi pittore e autore di versi in ricordo di Pier Paolo di cui la pagina offre alcuni esempi.
Chiude l’articolo una recensione di Geraldine Schwarz sul lavoro teatrale del regista Bottoni, apparsa sul quotidiano “la Repubblica” del 23 novembre 2000. 

Silvio Parrello ovvero, Er Pecetto e i “ragazzi di vita”
novembre 2000

Il Riccetto, il Traballa, il Lenzetta, il Pecetto, il Caciotta, il Picchio, il Piattoletta… Una galleria di personaggi che non si dimenticano. E’ quella che Pier Paolo Pasolini ha delineato in Ragazzi di vita. Il regista Gianluca Bottoni ha ideato uno spettacolo (scene di Renzo Vespignani, costumi di Marcella De Marchis Rossellini, musiche Ettore de Carolis) su Pasolini e i “ragazzi di vita” e così è andato a cercare gli “ex-ragazzi” nel quartiere di Donna Olimpia.
Prospettiva Pasolini (il titolo del progetto) intende toccare tutti i luoghi romani dei romanzi di Pasolini utilizzandoli come scenografie naturali. La scuola Giorgio Franceschi ha ospitato nel mese di novembre 2000  lo spettacolo I Ragazzi del ’51, tratto dal romanzo Ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini.

Ragazzi  di vita di Pier Paolo Pasolini. Ricordi e testimonianze

«Non restava che andare a Donna Olimpia facendo il giro di Monteverde Nuovo. Agnoletto e il Riccetto ritornarono al Ponte Bianco, dove c’era sempre più gente, e partirono su per la scesa della Circonvallazione Gianicolense, portandosi sulla canna un po’ per uno, e facendosi dei lunghi pezzi a piedi, quando la scesa era troppo ripida. C’erano almeno due chilometri da fare per arrivare alla piazza di Monteverde Nuovo, e poi un altro mezzo chilometro in discesa, attraverso i prati, le caserme degli sfrattati e i cantieri, per arrivare giù a Donna Olimpia, dall’altra parte. […] Il Riccetto abitava alle scuole elementari Giorgio Franceschi. Venendo su dalla strada del Ponte Bianco, che a destra ha una scarpata con in altro le case di Monteverde Vecchio, si vede prima a sinistra, affossato nella sua valletta, il Ferrobedò, poi s’arriva a Donna Olimpia, detta pure i Grattacieli. E il primo edificio a destra, arrivando, sono le scuole».
Le stesse scuole, appunto, dove si è tenuto lo spettacolo diretto da Gianluca Bottoni.
Ma chi erano, nella realtà, quei “ragazzi di vita” narrati con tanta maestria da Pier Paolo Pasolini? E chi sono oggi? “Vecchi, ma irriducibili”, li definisce in un suo servizio su “l’Espresso” di qualche mese fa  Attilio Giordano.
«Era una caldissima giornata di luglio. Il Riccetto che doveva farsi la prima comunione e la cresima, s’era alzato già alle cinque; ma mentre scendeva giù per via Donna Olimpia coi calzoni lunghi grigi e la camicetta bianca, piuttosto che un comunicando o un soldato di Gesù pareva un pischello quando se ne va acchittato pei lungoteveri a rimorchiare […]».. Sono le prime righe di Ragazzi di vita.

"Il Riccetto".
“Il Riccetto”

I “ragazzi di vita” il libro l’hanno letto? “L’ho comprato… Ma che leggevamo a fare?”, risponde Riccetto. “Quelle cose noi le sapevamo… Rubavamo, come no. Per mangiare. Cetrioli dagli orti o gomme di automobile, ferro, tutto quello che si poteva rubare… Si andava al carcere di San Michele, a Porta Portese…”
Anche Oberdan  – sì, Oberdan era proprio il suo vero nome – non ha mai letto il libro di Pasolini. Con Pecetto e tutti gli altri ha fatto politica nel quartiere: manifestazioni per difendere l’occupazione delle case, scontri con i celerini… “Io ho avuto un partito solo”, dice e indica la sezione DS. “Voglio dire, il Pci”, conclude. “Comunisti per vita, per ingiustizie subite, perché la polizia era quella che picchiava, sgomberava, arrestava”, precisa Attilio Giordano.

Oberdan
Oberdan

Cippichetto è descritto in Alì dagli occhi azzurri, il libro che contiene, tra altre, molte pagine preparatorie Cippichetto è descritto in Alì dagli occhi azzurri, il libro che contiene, tra altre, molte pagine preparatorie di Ragazzi di vita. Lui, Pasolini lo ricorda molto bene: “Mi veniva a prendere a scuola: lo vedevo lì, all’uscita. Avrà avuto trent’anni. Mi dava cinquecento lire, che erano tante, e lo facevamo giocare con noi a pallone. Pasolini si toglieva le scarpe e si metteva gli scarpini da calcio che aveva portato in un sacchetto. Poi si toglieva la camicia e restava in canotta. Giocava duro…”.

Cippicchetto
Cippichetto

Anche Alvaro (Rocco Fulcinidi, Alvaro era il nome di suo fratello) era uno sportivo: si è dedicato a lungo al pugilato. Non ha mai pensato di leggere il libro, ma Pasolini lo ricorda: “… ci diceva:  ‘Sto scrivendo un libro su voi ragazzi’…”.

Alvaro
Alvaro

Gran parte di loro, dei “ragazzi”, abitavano al quartiere di Donna Olimpia. Nel cuore di Donna Olimpia, in via Federico Ozanam n. 134, all’entrata di un piccolo locale, c’è  Lo Scrittoio, dove da anni lavora il pittore-poeta Silvio Parrello. La targa che Parrello ha dedicato a Pasolini reca scritta una frase densa di affetto e riconoscenza: “In questo quartiere nacque il famoso romanzo Ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini cittadino di Monteverde”.

Er Pecetto
Er Pecetto

Pagine corsare è già da tempo in contatto con Silvio Parrello. Lui, tra i “ragazzi di vita”, era “er Pecetto”: ha scritto poesie per Pasolini, di cui qui riportiamo alcuni esempi.

Pasolini a Chia
Spesso nel viterbese
a Chia si recava
un piccolo paese
che lui tanto amava.
Vi scrisse molte cose
e lì vi meditava
guardando le distese
dove il gregge pascolava.
Il dialogo cortese
con chi vi abitava
nel giardino di mimose
dove spesso si incontrava.
Con gli umili il marchese
con tutti conversava
ad ognuno la sua dose
di cultura iniettava.
Pagò a proprie spese
il modo in cui esternava
le sue pesanti accuse
che al potere indirizzava.
Lettere pericolose
lui di certo non tremava
con le mani ormai rugose
con le quali le firmava.

Commemorando P.P. Pasolini
Grigio il cielo di Fiumara
il sole non traspare
ferma giù la petroliera
il greggio a scaricare.
È novembre si fa sera
noi qui a ricordare
di fronte la scogliera
con le onde a spumeggiare.
Prende il largo la lampara
e un aereo su passare
la luna come allora
ritorna a illuminare.
L’emozione è forte ancora
ci continua a toccare
dorme già la capinera
e la notte scende a mare.

P.P. Pasolini a Donna Olimpia
Il suo amico attore
che gli abitava accanto
gli insegnò a guidare
la sua nuova “seicento”.
In questo quartiere
che sembrava un dipinto
dove il poeta e scrittore
da Ciampino era giunto.
Lo cominciò a frequentare
ne fu subito avvinto
iniziando a narrare
il suo famoso racconto.
Noi qui a ricordare
quel lontano frammento
un pensiero d’amore
a quel grande talento
che fece sognare
noi ragazzi in fermento
mentre lui a segnare
la storia e il momento.

La verità fa paura?
Si era cacciato
dentro il labirinto
delle stragi di Stato.
Pasolini troppo avvinto
così venne pedinato
e giunse il momento
a Fiumara intrappolato
e ucciso a tradimento.
Il ragazzo fu incastrato
reo confesso spinto
forse minacciato
a questo sono giunto.
Da tempo già pensato
oggi più convinto
da quando ho affrontato
con passione l’argomento.
Quel delitto del passato
sembrava ormai spento
invece è ritornato
e soffia come il vento.
A una porta ho bussato
non certo di un convento
ma del celebre avvocato
che curò l’incartamento.
All’inizio interessato
poi il ripensamento
di colpo si è bloccato
forse un ammonimento?
Qualcosa in lui celato
che ancora fa spavento
che io ho toccato
e messo in movimento

(da Silvio Parrello, Fantasia e realtà. Poesie per Pasolini, Ed. d’Arte A.M., Roma 2000)

"I ragazzi del '51"
“I ragazzi del ’51”

Una recensione dello spettacolo “I ragazzi del ‘51”
di Geraldine Schwarz

www.repubblica.it – 23 novembre 2000

La periferia romana di oggi prende voce e si illumina grazie alla lente d’ingrandimento de I ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini. Un percorso teatrale in quattro tappe, promosso dall’ufficio “Roma sicura” del Comune di Roma e firmato dal regista Gianluca Bottoni, allarga la prospettiva pasoliniana su luoghi e personaggi che furono protagonisti nelle pagine del romanzo e oggi, a cinquant’anni di distanza dalla prima pubblicazione (1955), li rifà vivere. A cominciare dall’ex borgata di Donna Olimpia, teatro da venerdì a domenica sera dei primi due episodi del romanzo: il crollo della scuola Franceschi e l’amicizia tra gli sfollati. Le avventure del Riccetto, le urla dei pischelli, strafottenti e attacabrighe, tornano nei luoghi della periferia romana dove oggi i ragazzini scorrazzano ancora per le strade con un pallone sottobraccio. «L’obiettivo – spiega Maurizio Bartolucci responsabile di “Roma sicura” – è quello di proporre una lettura parallela delle periferie, capire attraverso il dialogo con i cittadini se e come sono cambiati questi luoghi e soprattutto coinvolgere i ragazzi che le abitano proponendogli degli stimoli. Questa volta la chiave per entrare nel loro mondo è il teatro e la lezione di Pasolini».
Infatti, gli attori dello spettacolo intitolato I ragazzi del ’51, che toccherà dopo Donna Olimpia la borgata del Mandrione, Ponte Mammolo Pigneto, Tiburtino III e Ostia Ponente, sono reclutati anche tra i giovani che abitano queste zone. Ma non solo. Perché ad essere protagonisti oltre ai ragazzi del 2000  ci sono i pischelli di ieri, i «ragazzi di vita» conosciuti e raccontati da Pasolini. C’è Orlando Marecchioni, in arte il Riccetto, che ha collaborato alla stesura del copione con il regista, c’è Pecetto, Silvio Parrello, in scena nella veste del testimone, scampato al crollo della Franceschi, c’è Oberdan Capoleoni salvato dopo tre giorni. «Tutti personaggi che vivono ancora lì tra le strade di Donna Olimpia e per i quali – spiega il regista Gianluca Bottoni – il tempo sembra essersi fermato».
Svuotato dalle memorie l’archivio storico culturale di Monteverde, le musiche, i costumi e i luoghi sono quelli di cinquant’anni fa. Le scene disegnate da Renzo Vespignani, le musiche suonate dal vivo da Pino il pasticciere, il chitarrista di Gabriella Ferri. Solo i nuovi «ragazzi di vita», sono quelli di oggi. Tanto che Simone, 14 anni, interprete del Riccetto, ha i capelli a spazzola.