In Friuli l’avvio musicale di Guido Mazzon, cugino di PPP (2009)

PAGINE CORSARE

Fondo Angela Molteni

La vita

«Pier Paolo mi ha insegnato l’amore per la letteratura e la poesia, che per me è diventata musica». Con queste parole, rilasciate a Paolo Di Paolo per il “Corriere della Sera” del 4 marzo 2010, il trombettista e compositore jazz Guido Mazzon ha ricordato il suo legame con Pasolini, di cui è cugino (sua nonna era sorella della mamma di Pier Paolo). A Pasolini Mazzon ha dedicato nel 2000 uno spettacolo intitolato L’eredità ideale e, nel 2008, il libro La tromba a cilindri. La musica, io e Pasolini (ed. Ibis), convertito anche in traccia per un originale concerto-performance. Vari omaggi sinceri, come anche il  desiderio di ricostruire tutta la verità sulla morte di  Pier Paolo e di dipanare le ombre che ancora la avvolgono.
Pagine corsare” ha pubblicato nel 2009 una scheda sul lavoro di Mazzon, con particolare attenzione al suo impegno artistico, a cui Pasolini ha dato in Friuli un primo decisivo impulso.

Una scheda (2009)
La tromba a cilindri.
 La musica, io e Pasolini
(con Cd audio, ed.Ibis, 2008)
di Guido Mazzon con Guido Bosticco

Dal mese di giugno 2009 Guido Mazzon, cugino di Pasolini e noto musicista, presenta in forma di concerto-performance  il proprio libro La tromba a cilindri  La musica, io e Pasolini, edito da Ibis nel 2008. Racconti famigliari, letture poetiche, ascolto di brani dal Cd allegato al libro, interventi live alla tromba si alternano alle  suggestioni corporee della danzatrice Piera Principe, in un libero intreccio di parola, gesto e suono.

Ero a Casarsa l’estate dei 1957, avevo undici anni. Pier Paolo, arrivato da Roma in una delle sue fugaci comparse per salutare la madre, mi vede scendere le scale di casa con una vecchia tromba a cilindri in mano. “Come puoi suonare con uno strumento così antiquato?” (“orrendo”, stava pensando con un suo aggettivo), mi chiede. Poi con aria leggermente imbarazzata stacca un assegno e mi dice: “Tieni, comprati una tromba nuova, argentata!” (“stupenda”, pensava). Fui colpito dalla sua generosità e ripensandoci, nel corso degli anni, quel gesto ha assunto per me il valore di un passaggio di testimone.

 Così si apre il volume di Mazzon,  un libro che incrocia la storia famigliare e i ricordi giovanili alla riflessione sulla musica e in particolare sul jazz. Grazie a quella tromba infatti, quel ragazzo è diventato un musicista famoso, uno che ha suonato con Don Cherry e Cecil Taylor, solo per citare due tra i molti personaggi che compaiono in questo libro.
Mazzon scrive anche: «Forse si può dire il mondo solo se lo si è costruito completamente nel proprio linguaggio. Altrimenti si è fatalmente destinati a percorrere le solite routine personali, inconsce, restando all’interno di un mondo già detto (da altri) e soltanto condivisibile (con gli altri). Lo spazio per la creatività si trova soffocato e la parte più interessante del mondo, cioè quella non ancora conosciuta, rimane ineffabile. È attraverso lo sforzo del linguaggio che invece si può costruire il mondo o codificarlo per renderlo comune; ed è nell’atto proprio del dire che risiede il gesto poetico che costruisce, in quanto il dire è suono, significato, forma, oggetto e soggetto costituente. È cioè mattone, calce, legno, progetto, idea, architetto e muratore. Ciò che non è detto resta là, in un limbo di cose inespresse che in un certo senso non esistono: per rendere al mondo una cosa bisogna almeno dirla».
I dialoghi e le riflessioni si susseguono come note musicali, sull’onda del felice incontro con Guido Bosticco, filosofo ed esperto di comunicazione, con cui vi è anche una solidarietà jazzistica. Al libro è allegato un Cd di registrazioni jazz di Guido Mazzon.

"La tromba a cilindri" "2008) di Guido Mazzon. Copertina
“La tromba a cilindri” (2008) di Guido Mazzon. Copertina

[idea]Discografia di Guido Mazzon (aggiornata al 3 giugno 2009)[/idea]
1974  Gruppo Contemporaneo (PDU A 5089) –
1975  Ed ora parliamo di libertà (PDU A 6024)
1975  Solo – Una rotella e una vitina (PDU A 6048)
1975  Ecologia, ecologia (ECP Lp 004)
1975  Il Nuovo Jazz Italiano degli anni ’70 (PDU PLDM 7041/42)
1976  Duetti (L’Orchestra OLP 10009)
1976  Progetto per un inno “Now the time” (con Mario Schiano)  IT
1977  Gospel (L’Orchestra OLP 10015)
1977  Capricorno (L’Orchestra OLP 10014)
1979  Songs&Tales (L’Orchestra OLP 10020)
1984  Music is Music is…(Uhlklang UK 6
1986  Aspettando i dinosauri (Lp 0009 Bull rec)
1987  Italian Art Quartet(WM Boxes 106)
1988  Effetti Larsen (Splasc-h HP 09)
1990  Other Line (Splasc-h CD 11 217-2)
1992  Il profumo della libertà (Splasc-h CD H 377)
1992  Italian Instabile Orchestra-Live in Noci&Rive de Gier (Leo )
1994  I.I.O. -Skies of Europe (ECM 1543 )
1996  Trumpet Buzz Duo (Splasc-h CDH 466.2)
1997  Pirotecnie Sonore (Splasc-h CDH 661.2)
1998  I.I.Festival (CD LR 2621263)
1998  IF (Splasc-h CDH 629.2)

Guido Mazzon (Milano,1946), trombettista e compositore, intraprende giovanissimo gli studi sotto la guida di Alvaro Persenico, prima tromba dell’Orchestra della Scala di Milano. Partecipa alle prime esperienze di free-jazz in Italia alla fine degli anni ’60, si laurea in Scienze Biologiche ed inizia la sua attività musicale nel ’70 alla guida del Gruppo Contemporaneo, storica formazione del Nuovo Jazz Italiano, con la quale tiene concerti in Italia ed Europa. Come solista e compositore alla guida di proprie formazioni partecipa ad innumerevoli festival internazionali di jazz (Milano, Bologna, Bergamo, Moers 78/79, Verona, Pisa, Colonia, Zurigo, Francoforte, Berlino, Parigi). Ha collaborato con i maggiori esponenti della musica improvvisata europea e americana (Globe Unity di Alex von Schlippenbach, Misha Mengelberg Tentett, Cecil Taylor Euro-American Group, Radu Malfatti, Peter Kowald, Evan Parker, Paul Lovens, etc.), con Umberto Petrin e Tiziano Tononi (Other Line), Renato Geremia, Andrea Centazzo, Alberto Mandarini, Daniele Cavallanti, Mario Schiano, Giancarlo Schiaffini, Michel Godard. Si esibisce in Solo Performance con attori, poeti, danzatori ed artisti visivi. Dal 1990 fa parte come solista e compositore dell’Italian Instabile Orchestra con la quale propone propri lavori orchestrali (Fall in JazzFree as a BirdCome una zattera sospinta dal vento) in diversi festival jazz europei.
Nel 2000 partecipa al progetto di Piera Principe La poesia della vita con la performance L’eredità ideale, dedicata al cugino Pier Paolo Pasolini. Tiene seminari e stage sull’improvvisazione e la composizione nell’ambito del jazz contemporaneo. Ha sviluppato la sua attività di compositore e di improvvisatore nella continua ricerca di nuovi materiali sonori privilegiando l’accostamento di moduli linguistici diversi; in alcuni recenti lavori ha rivolto particolare attenzione al rapporto tra suono e ambiente e tra suono e silenzio. Con la danzatrice e coreografa Piera Principe ha realizzato nel 2004 Apro il Silenzio, concerto-performance che prende spunto dalla Via crucis di Franz Liszt. Dal 2003 è ospite del gruppo rock d’avanguardia “Jerrinez”.
Mazzon dichiara: «Compongo musica improvvisata ed improvviso musica composta, perché amo lasciar vivere la musica nel suo spazio ambientale e temporale».
Di lui Roberto Valentino scrive: «In queste parole è racchiuso il senso del percorso artistico di Guido Mazzon che, fra i protagonisti del nuovo jazz italiano sorto negli anni Settanta, spicca per quel rigore progettuale che lo ha portato ad esprimersi attraverso una musica che nella combinazione tra la libertà immaginativa di un Ornette Coleman o di un Don Cherry e un lirismo melodico tipicamente italiano, sia colto sia popolare, trova la propria ragion d’essere. Dalla sua tromba fuoriescono note distillate con pathos e forte carica emozionale, capaci di farsi introspettive – ma anche graffianti e abrasive – come di illuminarsi di bagliori solari. Il tutto nell’ambito di un linguaggio squisitamente jazzistico, con tanto di riverberi poetici della più autentica tradizione blues e gospel».

Guido Bosticco (Bergamo, 1972), giornalista, appassionato di filosofia, di comunicazione politica e anche di scrittura, insegna nelle Università di Pavia e di Lucca. Nel tempo libero, a volte, suona.