2005. A Ostia e dintorni trent’anni dopo

PAGINE CORSARE

Fondo Angela Molteni

La vita

Per il trentennale dalla morte di Pasolini, nel 2005,  si è mobilitata nel ricordo del poeta anche la periferia intorno a Roma, che ha conosciuto varie manifestazioni, tra cui una partita di calcio con la Nazionale Attori e uno spettacolo teatrale. Per il forte significato emotivo spicca soprattutto l’inaugurazione del monumento al poeta realizzato da Mario Rosati che, restaurato dopo il degrado dovuto alla precedente incuria, è stato riposizionato nel luogo dell’Idroscalo di Ostia in cui Pasolini trovò la morte e per il quale era stato pensato dal suo autore. Per questo recupero si è particolarmente impegnata l’amministrazione della Capitale, con diretto coinvolgimento di Gianni Borgna, all’epoca Assessore capitolino alla Cultura. A lui si deve anche il progetto di un recupero della vicina Tor San Michele, che tuttavia rimase sulla carta.
A questo ventaglio di manifestazioni “Pagine corsare” ha dedicato molta attenzione, raccogliendo vari materiali anche grazie alla collaborazione di Francesco Pasqua e alla gentile disponibilità dell’Agenzia di stampa “OmniRoma”.
 

Pasolini: inaugurato monumento e parco all’Idroscalo
OmniRoma – 1° novembre 2005

Ostia, 1 novembre. A 30 anni di distanza dalla morte, Roma riconosce un nuovo tributo a Pier Paolo Pasoliniall’Idroscalo di Ostia, nello stesso luogo in cui il poeta e regista venne ucciso nella notte tra l’1 e il 2 novembre del 1975. Questa mattina l’assessore alla cultura del Comune di Roma Gianni Borgna, con il presidente del XIII Municipio Davide Bordoni, il delegato del sindaco per il litorale Paolo Orneli e l’assessore all’ambiente della Regione Lazio Angelo Bonelli, ha inaugurato un monumento e un parco dedicato all’artista proprio all’Idroscalo.
L’area, all’interno dell’oasi naturalistica gestita dalla Lipu, ha una scultura creata dall’artista Mario Rosati e alcune targhe e iscrizioni che ricordano alcune opere letterarie e cinematografiche di Pasolini. «È questa una cerimonia semplice ma particolarmente toccante – ha detto Borgna – a 30 anni dall’uccisione di Pasolini. Vogliamo ancora sottolineare che quella vicenda non può essere rimossa dalla nostra storia. L’Italia deve pretendere la verità sull’uccisione di Pasolini, visto che nessuna vera inchiesta è stata fatta. Si diede subito per buona una versione di comodo, pur troppo “pasoliniana”, con la conclusione del poeta omosessuale ucciso al termine di una lite. Ciò mentre Pino Pelosi non aveva neppure una macchia di sangue sul suo abito bianco al momento dell’arresto, mentre Pasolini aveva numerose fratture ed era un grumo di sangue. È chiaro che non si trattava di una semplice lite ma di un massacro preordinato. Oggi il reo confesso Pelosi ha ritrattato. È giusto che si aprano nuovamente le indagini per arrivare a una verità credibile».
«Sono soddisfatto del percorso fatto con l’assessore Borgna per le tante iniziative portate avanti nel ricordo del grande artista. Ostia è cambiata tantissimo rispetto a quella che aveva vissuto Pier Paolo Pasolini e ora gli rende omaggio», ha detto il presidente del Municipio XIII Davide Bordoni.
«È una giornata molto importante. Ora nasce il parco dedicato a Pier Paolo Pasolini per il recupero della memoria e per il forte legame identitario con Ostia. Questo non è solo il luogo dove ha trovato la morte», ha commentato il delegato del sindaco Veltroni per il litorale, Paolo Orneli. «Partirà tra alcuni mesi – ha continuato – il centro espositivo di arti moderne nell’ex deposito Atac, poi il centro di formazione professionale “Pier Paolo Pasolini” e la casa delle culture nell’ex colonia Emanuele con uno stanziamento comunale di 2 milioni e 500 mila euro. Questi segni di rinascita culturale  della città devono passare attraverso un rinnovato legame con Ostia. Stanno per partire i lavori di pedonalizzazione di piazza Anco Marzio e spero che possa trovare una collocazione più centrale il monumento dedicato a Pier Paolo Pasolini».
L’assessore regionale all’ambiente Angelo Bonelli, oltre ad aver ricordato Pasolini, sottolineando come quello di questa mattina sia stato un “momento importante”, ha ricordato anche Sergio Citti, recentemente scomparso.

Mario Rosati all'inaugurazione del monumento a Pasolini all'Idroscalo di Ostia
Mario Rosati all’inaugurazione del monumento a Pasolini all’Idroscalo di Ostia

Torna la stele per P.P.P. nel luogo del delitto.
Tra dune d’immondizia, uno spiazzo per la scultura di Mario Rosati
“l’Unità” –  31 ottobre 2005

«Boh… mai sentita… e se pure fosse…». E si gira dall’altra parte, a rassettare i grappoli d’uva nella cassetta di legno impilata sopra le altre, all’interno di un vecchio camion aperto. Non se la ricorda nessuno, qui all’Idroscalo di Ostia, Maria Teresa Lollobrigida. Fu lei a ritrovare Pasolini quella mattina di trent’anni fa, steso ammazzato come un cristo di spalle e caduto. Fu lei – erano le sei e mezza, era uscita per scaricare i pacchi dalla macchina del marito – ad accostarsi a quella “cosa”. La luce è incerta. La donna dice: «Hanno buttato un sacco di immondezza, questi sporcaccioni». S’avvicina e a due passi dal sacco si mette a gridare, a far venire il marito Alfredo e il figlio Gianfranco: «Qui è pieno di sangue, c’è un morto». Fu lei a piantare un paletto accanto al corpo ridotto ad un ammasso di ossa e stracci aggrumati di rosso pesto. E un piccolo vaso pieno di fiori appena strappati. Il “primo” monumento al poeta. Non resta niente qui dei Lollobrigida. Due nomi sulle pagine dell’elenco che però non c’entrano nulla con Maria Teresa e un continuo di «chi?» – anche al Municipio – come quelli ripetuti da Antonia sulla spianata, larga di pozzanghere, su cui s’affacciano ancora le baracche. Le baracche dell’Idroscalo. Quelle rimaste, là in fondo. Perché delle costruzioni di legno fradicio, per l’umido e il sale – quelle dei Lollobrigida e degli altri che nel ’75 stavano ammassate sul ciglio della strada, dall’altro lato del campo di calcio dove fu parcheggiata l’Alfa Gt di Pasolini quell’ultima notte – non c’è più niente.
Sparite le baracche. E sparito il campo da calcio. Quello delle foto di quella mattina all’Idroscalo, quello della porta, delle reti metalliche e della pozzolana, quello dei pezzi di staccionata – fradici pure loro – presi e staccati e usati nel pestaggio. Quello delle tracce degli pneumatici impazziti. Su quel campo Pasolini pare ci avesse giocato. Ora l’hanno sommerso, c’è un laghetto con tutt’attorno canne e erbe, sopra a svolazzarci gabbiani, tuffetti, cigni reali e qualche cavaliere d’Italia. Un’oasi naturale della Lipu. Sparito anche il monumento a Pasolini, quello dello scultore Mario Rosati. Dài e dài, sfregi, picconate, accanto c’avevano messo reti, materassi, un “cesso» capovolto”. Ora resta uno spiazzo con su un piccolo cantiere. Quello per il nuovo monumento al poeta: un giardino quasi; si inaugura domani [1° novembre 2005]. Lo fa di nuovo Mario Rosati.
È proprio lui che alla fine arriva e slega il fil di ferro e apre il mezzo cancello. Si entra nello spiazzo che dava verso il campo di calcio. La Torre di San Michele non si vede più, per scovare il laghetto ti devi arrampicare sui mucchi di terra. Sono le dune riportate e posticce fatte con l’immondizia, che nascondono il mare. «Lo rimetto qui, nello stesso punto ’ndo stava prima».
Un cerchio di tufi, il basamento del monumento nuovo a Pasolini. Nuovo e uguale. «La scultura sarà la stessa, forma e tutto, – dice Rosati – solo stavolta di travertino». Una colonna spezzata in cima come una vita, due uccelli in volo sospeso e, incastrato, un disco: «C’era luna piena quando hanno ammazzato Pier Paolo. È stata lei la sua ultima compagna». Rosati e Pasolini.
«L’ho conosciuto a Tor Pignattara, ci veniva spesso… Accattone lo dovevo fare pure io, poi m’hanno chiamato militare e al posto mio ha preso Franco Marucci, un mio compagno di scuola, che ha fatto la parte di Amerigo… ».
«Con Pier Paolo c’ho giocato a pallone, a biliardo… Poi non l’ho più visto… Me so’ messo a lavorà a Fiumicino, meccanico specializzato. Stavo all’aeroporto la mattina che ho sentito la notizia alla radio. Ho smontato e so’ venuto qui. Per terra ho raccolto un bottone, era suo…».
Nell’80 Rosati scolpisce la stele, il primo dei tre monumenti che ricordano Pasolini a Ostia. All’inaugurazione c’è il sindaco Petroselli. Monumento sfregiato più volte, s’è detto. «Chi? I fasci, sicuro. Ma non solo loro… E ogni volta lo rimettevo a posto, pure con una cooperativa di carcerati… ». In mezzo a quella che diventava anno dopo anno una discarica, la stele di Pasolini rimaneva lì, magari spaccata a martellate, ma immobile al centro, come un occhio.
Fuori adesso passano due macchine, vengono dalle baracche. Sono modelli che non si vedono da 15 anni. Sono dei vari Ramon, Ivan e Dimitri. «Sono loro che qui dentro al cantiere fanno la muratura, albanesi, sudamericani e slavi, rumeni soprattutto. Nuovi proletari al sacrario di Pasolini», taglia corto Mario. Poi si china e prende una lattina accartocciata: «Sai quante ce ne trovi sotto ‘ste dune fasulle, assieme a scarpe, bottiglie, copertoni… ».

Una colonna spezzata come la vita di Pasolini
di Giulio Mancini
“Il Messaggero” –  2 novembre 2005

È una colonna greca monca, sinonimo di una vita spezzata. Intorno due colombe spiegano le ali in segno di libertà e una luna piena, elemento della poesia, sovrasta il gruppo. Così Mario Rosati, lo scultore che per primo ha onorato la memoria di Pier Paolo Pasolini nel luogo dove venne ritrovato cadavere, ha rielaborato la sua opera. Stavolta all’Idroscalo di Ostia il monumento è in travertino, recintato e posto all’interno di un percorso di lastre di marmo, blocchi di tufo e vetri attraversati da luci, tutti con iscritte frasi del regista. L’immagine degradata proposta in diversi film non c’è più. Andrà ad arredare una scuola di Ostia.
Al suo posto l’assessore comunale alla Cultura Gianni Borgna ha voluto un parco della memoria. Realizzato in pochissimi giorni, è stato inaugurato ieri nel mezzo di una inopportuna contestazione dei senzatetto contro il Campidoglio.
Amministratori, gente comune e telecamere ma non uno dei personaggi che animava il popolo di Pasolini. «Dove sono gli intellettuali, i poeti?» ha letto ad alta voce Giorgio Iorio, fondatore del centro culturale “Affabulazione” su indicazione venuta proprio da Pasolini, incontrato a più riprese nel 1974 a Nuova Ostia. «Ho nostalgia degli analfabeti- ha citato Iorio, richiamandosi agli Scritti corsari – perché avevano una certa grazia che oggi è perduta grazie alla cultura borghese che porta sempre a corruzioni e impurezze».
Il poeta nel 1974 fece una serie di reportage nelle bische, sulle strade, sui marciapiedi di Nuova Ostia. E affrontò il Pci di allora con una affollata assemblea: «Ho nostalgia delle periferie intese come dormitori, senza verde, senza servizi, senza autonomia. Di quelle periferie desolate che la cultura ufficiale ha distrutto omologandole. Ho nostalgia di quel bronx, di quella innominabile Nuova Ostia, di quella Piazza della vergogna nella quale era assicurata una vita propria, sostanzialmente libera anche nelle realtà più povere e addirittura miserabili».
«No, Pasolini – commenta Iorio – non sarebbe contento di questo nuovo volto di Ostia. In 30 anni è cambiato tutto e in peggio. Persino nella delinquenza, nella quale riusciva a vedere un non so che di ideologico. La malavita era di sinistra perché il malloppo era impiegato per grandi abbuffate. Oggi i banditi sono feroci, solitari, egoisti proprio come il resto della società».

Pasolini, un amico del poeta ricorda il luogo del delitto
OmniRoma – 1° novembre 2005

Ostia, 1 novembre. Poco dopo la morte di Pasolini, il 2 novembre 1975, lui era lì, all’Idroscalo, nel luogo dell’omicidio. È Glauco Dalena, artista capitolino amico oltre che del poeta anche di Sergio Citti. Dalena non è voluto mancare oggi alla inaugurazione del parco e del monumento proprio dove esalò il suo ultimo respiro Pier Paolo Pasolini. «Per caso – racconta Dalena – quella mattina mi trovai a Ostia e un mio amico mi diede la notizia della morte di Pasolini. Ero in un bar sul lungomare».
«Sono arrivato subito sul luogo dell’omicidio – ha continuato l’artista – e mi ero accorto che in terra c’erano ancora alcune chiazze di sangue raggrumato. Erano una decina, miste ormai a sabbia, e molto grandi. Erano le 11. Il cadavere era già stato portato via. A me venne un’idea: fotografai le macchie, poi presi una paletta e le misi in una scatola. La mia idea era quella di esporle in modo tale che anche altri potessero vivere le mie stesse emozioni avute in quel momento. Questo mi spinse a portare il sangue e a esporlo alla fiera di Roma, in uno stand d’arte. Lo misi su uno sgabello e scrissi su un cartello: “oggi, 2 novembre 1975, Pasolini è stato assassinato e questo è il suo sangue”. Mi misi da una parte per vedere che effetto facesse alla gente. C’era chi davanti a quelle chiazze di sangue faceva il segno della croce, c’era chi restava colpito, chi ci sputava sopra e chi ci spegneva le sigarette. Lo tenni lì per due giorni. Sono 30 anni che faccio il mea culpa: dopo, buttai quel sangue al vento».

Ostia, la michelangiolesca Torre di San Michele
Ostia, la michelangiolesca Torre di San Michele

Riaprire quella torre per Pasolini
“Il Messaggero”, ed. Ostia – 2 novembre 2005

«Pasolini sarebbe stato il primo a indignarsi per lo stato di abbandono di quella torre e avrebbe chiesto a gran forza di sottrarla a topi e incuria per trasformarlo in luogo di cultura». Anche Massimo Consoli, creatore dell’archivio sulla comunità gay, ha reso omaggio al suo vecchio e indimenticabile amico Pier Paolo Pasolini. L’ha fatto come ogni anno nel giorno della ricorrenza dell’omicidio, lontano dai clamori e dalle telecamere, raggiungendo il luogo che ricorda l’ultimo respiro del poeta. Da tredici anni promuove la Notte buia, ovvero l’invito a spegnere ogni luce per un minuto tra la mezzanotte e l’una a cavallo tra il primo e il due novembre.
«Anche quest’anno le adesioni sono state innumerevoli e sono arrivate da ogni parte del mondo – sottolinea soddisfatto – È un modo per ricordare che la genialità di Pier Paolo si è spenta e si è fatto buio».
Poche ore prima uno dei pochi collaboratori del regista scomparso, Giorgio Iorio, all’inaugurazione del nuovo parco aveva denunciato «Dove sono gli intellettuali, dove sono i poeti?». Un grido di impotenza di fronte a una società che massifica e appiattisce. «È vero – ammette Consoli – è il deserto delle intelligenze. Morto Pasolini, è rimasto il nulla; manca la vivacità intellettuale, il coraggio delle scelte scomode. Siamo qui anche per testimoniare che quella mente ci manca e che non vogliamo che il suo ricordo si spenga».
Il comitato di quartiere Nuova Ostia e l’assessore regionale Angelo Bonelli stanno conducendo la loro battaglia perché Tor San Michele sia aperta e dedicata a un centro studi pasoliniano. «Siamo al loro fianco – dichiara l’ideatore dell’archivio gay – perché fare questo è interpretare l’ideale di Pier Paolo. Basta con queste strutture abbandonate: quel monumento ha bisogno di vivere con il messaggio forte di Pasolini, ancora attuale e dirompente».

Tor San Michele: la storia
dal sito del Municipio Roma XIII

Lo straripamento del Tevere nel 1557 comportò un notevole mutamento nelle condizioni del territorio di Ostia (XIII Municipio), spostando il corso del fiume verso settentrione e provocando un avanzamento della costa, nei pressi del suo delta, di oltre un chilometro. Il sistema difensivo locale subì ingenti danni che determinarono la decadenza della rocca di Giulio II, venutasi a trovare troppo distante dal fiume e quindi non più in grado di assolvere le sue funzioni doganali. Notevole era in quegli anni la paura di incursioni da parte dei pirati, che spinse il pontefice Pio IV ad incaricare l’architetto Francesco Laparelli della revisione di tutto il sistema difensivo costiero. Il ruolo di presidio fortificato del Tevere fu quindi assunto dalla medioevale Tor Boacciana, una delle più importanti vedette costiere della zona, in attesa che venisse edificato, presso l’idroscalo di Ostia, il maschio di Tor San Michele. La costruzione della struttura, progettata da Michelangelo Buonarroti, ebbe inizio nel 1559 e fu terminata nel 1568, durante il pontificato di Pio V, da Giovanni Lippi, che subentrò a Michelangelo dopo la sua morte.
L’edificio a pianta ottagonale ha un’altezza di 18 metri e un perimetro di 96, è totalmente casamattato e dislocato su tre livelli, ognuno comprensivo di otto vani con volta a crociera. Originariamente era circondato da un fossato con un doppio sistema di ponti levatoi. La peculiarità della torre è costituita dalla terrazza, sede della piazza d’armi, il cui massiccio cornicione sporgente è sostenuto da beccatelli in muratura. La pavimentazione di tale terrazza è obliqua, per permettere un migliore scorrimento dei proiettili incendiari, e vanta un’apertura circolare del diametro di otto metri. La struttura è stata soggetta a vari restauri nel corso degli anni. Nel 1930 ha visto l’aggiunta di finestre sulle mura esterne. Adibita a faro per un lungo periodo, è stata poi occupata dai tedeschi e in seguito dagli americani durante la seconda guerra mondiale.

Gianni Borgna
Gianni Borgna

 

Pasolini trent’anni dopo.
La città di Roma chiede di riaprire il caso dichiarandosi “parte offesa”

“Il Corriere della Sera” – 3 novembre 2005

Trent’anni fa, nella notte tra l’1 e il 2 novembre 1975, veniva ucciso Pier Paolo Pasolini. Il Comune di Roma per ricordare l’intellettuale friulano ha realizzato un nuovo monumento all’Idroscalo di Ostia, nel luogo in cui venne trovato il suo cadavere, ridotto a un ammasso di ossa e sangue. La scultura che ricorda lo scrittore, collocata all’Idroscalo nel 1980, è stata “rimessa a nuovo” e inserita in un piccolo parco. Citazioni delle opere del grande artista friulano circondano il sentiero in pietra che conduce al monumento, mentre su alcune lastre di vetro affondate nel terreno sono riportate le produzioni del Pasolini scrittore, critico, regista e poeta.
Ma questa non è la sola iniziativa con cui Roma rende omaggio a Pasolini. Per l’omicidio di Pier Paolo Pasolini esiste una verità giudiziaria. Eppure, a tre decenni da quel delitto, su natura e dinamica, secondo molti, non si è ancora fatta piena luce. Ricordando Pasolini, oggi il presidente dell’Arcigay Roma, Fabrizio Marrazzo, ha sostenuto: «È stato ucciso perché aveva messo in luce le contraddizioni e i conflitti del suo tempo, perché era una voce scomoda. È stato assassinato brutalmente perché omosessuale». E ha sottolineato: «Per la comunitá gay la sua morte rappresenta ancora, a distanza di trent’anni, una ferita».
Intanto, dopo che anche la terza inchiesta sulla morte dello scrittore, aperta sei mesi fa dopo un’intervista rilasciata da Pino Pelosi al programma Rai Ombre sul giallo, è stata archiviata, il Comune di Roma ha annunciato la sua intenzione di chiedere la riapertura delle indagini costituendosi come parte offesa. Secondo una ricostruzione delle indagini elaborata dal Campidoglio insieme all’avvocato Guido Calvi, già legale di parte civile ai tempi del primo processo a Pelosi, e pubblicata su “Micromega” con la firma dell’assessore alla Cultura, Gianni Borgna, e dello scrittore Carlo Lucarelli, Pier Paolo Pasolini non fu ucciso da Pino Pelosi la notte tra l’1 e il 2 novembre all’Idroscalo di Ostia. Quell’omicidio non sarebbe stato il gesto di difesa di un minorenne rispetto al tentativo di violenza del poeta, ma un agguato premeditato, con lo scopo di uccidere una voce scomoda nell’Italia degli anni ’70. L’ipotesi formulata dal Comune, suffragata da diverse testimonianze inedite tra cui quella di Sergio Citti, verrà presentata alla Procura capitolina per chiedere la riapertura dell’inchiesta sull’assassinio di Pasolini.

Teatro Manfredi di Ostia. Interno
Teatro Manfredi di Ostia. Interno

Borgna: un parco a PPP nel Municipio VI
OmniRoma – 28 ottobre 2005

Roma, 28 ottobre.  «Una cerimonia semplice ma importante. Un modo per rendere il giusto tributo a un grande testimone del nostro tempo. Un grande poeta del nord, ma romano di adozione, che si è ispirato nella sua opera a quella che ai suoi tempi era la periferia della capitale e che ha avuto il merito di svelare quella realtà che il potere nascondeva, di essere stato promotore del suo riscatto».
Queste le parole dell’assessore capitolino alla cultura, Gianni Borgna, che ha presieduto la cerimonia di intitolazione a Pier Paolo Pasolini di un parco in Viale della Venezia Giulia, Municipio VI, a due passi dalla Prenestina.
L’assessore, assieme al capogruppo dei Ds in Municipio Stefano Veglianti, intervenuto in rappresentanza del presidente Vincenzo Puro, ha scoperto due targhe commemorative del “poeta e scrittore”. Borgna e Veglianti hanno ricordato le celebri opere in cui Pasolini cantò e denunciò al tempo stesso le condizioni dell’allora periferia romana. Dai romanzi Ragazzi di vita e Una vita violenta, alle poesie de Le ceneri di Gramsci, ai film Accattone e Mamma Roma.
«A trent’anni dalla morte del poeta – ha aggiunto Borgna -, una morte ancora oggi avvolta nel mistero su cui il Comune di Roma insiste perché sia fatta luce, questa intitolazione si aggiunge ai tanti eventi in cui celebriamo il suo ricordo». L’assessore ha infine ricordato «come già da tempo la gente avesse battezzato col nome di Pasolini questo parco. E ci fa piacere che la decisione dell’amministrazione collimi con quella dei cittadini di un quartiere che, anche grazie all’opera del poeta, oggi non è più periferia».

A San Basilio la “Partita di Pier Paolo”
OmniRoma – 29 ottobre 2005

Roma, 29 ottobre. Giornalisti, scrittori, filosofi, registi, attori, qualche politico: avversari sul rettangolo di gioco, ma uniti nel nome di Pasolini. Al campo Francesca Gianni, a San Basilio, si è giocata la “Partita di Pier Paolo”. Un quadrangolare organizzato dallo Uisp col contributo di Regione, Provincia e Comune che rientra nell’ambito delle manifestazioni volute dal Campidoglio per celebrare i trent’anni dalla scomparsa dello scrittore e regista bolognese. A contendersi la vittoria del torneo la Nazionale registi, quella degli scrittori, il Philosophy Football Club (squadra di filosofi inglesi) e la Pasoliniana, una selezione di attori, giornalisti e politici tra cui Giulio Scarpati, Giovanni Floris e Silvio Di Francia. Ospiti a bordo campo anche il giornalista Marco Mazzocchi, l’assessore capitolino all’Ambiente Dario Esposito, e il “padrone di casa”, il presidente del Municipio V, Ivano  Caradonna.
Gli incontri sono stati intervallati dalla lettura, da parte dell’attrice Beatrice Luzzi, di alcuni brani sul calcio di Pasolini. Sul campo anche un arbitro d’eccezione: un ex detenuto di Rebibbia, oggi in semi-libertà, alla sua prima uscita ufficiale come direttore di gara dopo l’abilitazione ottenuta grazie a un corso organizzato dallo Uisp.
Le squadre si sono affrontate in incontri di semifinale e finali della durata di venti minuti per tempo. Pasoliniana e Filosofi inglesi sono scesi in campo con la maglia, una rossa ed una azzurra, con impresso il volto di Pasolini e il numero 30 col nome dello scrittore e regista.
Per la cronaca ad aggiudicarsi il quadrangolare è stata la Pasoliniana che nella finalissima ha superato la formazione dei Filosofi inglesi dopo i calci di rigore. Al termine della manifestazione targhe ricordi per tutti i partecipanti e coppe consegnate ad ognuna delle squadre.
Il presidente del Municipio V, che ha dato il simbolico calcio d’inizio alla finalissima, ha così commentato il senso della manifestazione: «Sono contento che il torneo si sia svolto a San Basilio. In un territorio vicino alla prima casa romana di Pasolini, a Rebibbia, che 4 anni fa ho insistito fosse acquistata assieme al Comune. Oggi vogliamo ricordare il momento ‘sportivo’ di Pasolini, ma anche testimoniare che si tratta di un poeta fortemente contemporaneo. E per questo, proprio nella sua casa, il mio municipio con l’Istituzione delle biblioteche di Roma e la Casa internazionale della poesia hanno organizzato manifestazioni per il 2 novembre, giorno in cui ricorre il trentesimo anno dalla sua scomparsa, e una rassegna che vedrà protagonisti per tutto l’anno numerosi scrittori».

Omaggio a PPP alla Biblioteca Comunale di Ostia
www.ilgiornalediostia.it  – 1° novembre 2005

Alla Biblioteca Comunale “Elsa Morante” di Ostia, l’Associazione LitoraleNet, con il sostegno della Provincia di Roma, ha organizzato un ricordo di Pier Paolo Pasolini a trent’anni dalla morte. Nel corso della serata si è tenuto un concerto del Quartetto Ensemble Musica Laeta con Angela Argentieri, il chitarrista Fabio de Portu, il violinista Antonio Cordici,  insieme a Massimo Luoi e Elisabetta Berto.
Un punto vendita della libreria Almayer, il bookshop della Biblioteca Comunale “Elsa Morante”, ha proposto i volumi di scritti di Pier Paolo Pasolini.

“Come un cane sulla Tuscolana”
al Teatro Manfredi di Ostia

OmniRoma – 2 novembre  2005

Mercoledì 2 novembre la prima dell’opera Come un cane sulla Tuscolana, messa in scena da Claudio Boccaccini al Teatro Manfredi di via dei Pallottini.  Quindici gli interpreti, tutti giovani attori, “giganti” nell’interpretare brani tratti dall’opera dello scrittore ucciso trent’anni anni fa.
Lo spettacolo continua fino a domenica 6 novembre 2005 ed è un modo per ricordare l’artista scomparso e per avvicinarsi alla sua produzione artistica.