Via all’iter per la commissione parlamentare d’inchiesta per il delitto Pasolini

Via all’iter  per la nascita di una commissione monocamerale d’inchiesta sul  delitto Pasolini e sulle ombre che ancora lo avvolgono. La commissione, composta da venti parlamentari di tutti gli schieramenti,  avrà disposizione 18 mesi per consegnare a Montecitorio una ricostruzione  del  come, perché e da chi (o su ordine di chi) si consumò la tragica notte tra il 1 e il 2 novembre 1975 in cui il poeta trovò una atroce morte. La relatrice dell’atto parlamentare Celeste Costantino (Si) in commissione Affari Costituzionali  lavorerà sulla proposta base (Pellegrino di Si-Sel e Bolognesi del Pd) che per la commissione fissa i seguenti compiti: individuare il movente e gli esecutori dell’omicidio, attraverso l’analisi della dinamica del delitto; valutare le possibili connessioni con altri eventi, quali la morte del presidente dell’ENI, Enrico Mattei, nel 1962 e del giornalista Mauro De Mauro nel 1970, e l’attività della loggia massonica P2; valutare la completezza e l’attendibilità delle modalità di azione delle amministrazioni dello Stato in relazione al delitto; individuare eventuali responsabilità riconducibili a “apparati, strutture o organizzazioni” o a soggetti appartenenti ad essi. Esattamente le domande che si avanzano da 40 anni sulla morte del maggior intellettuale italiano di fine Novecento.
La commissione avrà i poteri e i limiti “classici” previsti da  inchieste di questa natura: potrà così interrogare, acquisire atti della magistratura, avvalersi di ufficiali di polizia giudiziaria, imporre e togliere il segreto.
L’auspicio è che, a distanza da tanti anni dai fatti, sia fatta finalmente chiarezza su una morte atroce, che ha privato la cultura italiana di una delle sue intelligenze  più libere e acute.
Qui di seguito il comunicato diffuso su Rainews   del 17 maggio 2016.

Come e su ordine di chi fu ucciso Pier Paolo Pasolini: lo rivelerà la commissione d’inchiesta.
Diciotto mesi per chiarire il giallo sull’omicidio 

www.rainews.it/dl/rainews/media – 17 maggio 2016

Dove non è riuscita la magistratura, tenterà la politica. Così i venti deputati della commissione d’inchiesta, monocamerale, in 18 mesi cercheranno di ricostruire l’assassinio di Pier Paolo Pasolini, avvenuto nella notte tra l’1 e il 2 novembre del 1975 all’Idroscalo di Ostia. La commissione dovrà individuare il movente e gli esecutori dell’omicidio, attraverso l’analisi della dinamica del delitto e presentare al Parlamento una ricostruzione credibile della morte dello scrittore. Pino Pelosi,”la Rana”, ufficialmente l’unico assassino, circa tre anni fa spiegava che non farà mai i nomi: «Ho paura a fare nomi, uno in particolare, perché per anni sono stato minacciato di morte. E comunque non li farò mai».

Pino Pelosi in un sopralluogo all'Idroscalo di Ostia (1976)
Pino Pelosi in un sopralluogo all’Idroscalo di Ostia (1976)

«Tutto quello che potevo fare l’ho fatto, parlando della 1500 scura arrivata quella sera e confermando tanti particolari. Vorrei che anche gli amici di Pasolini dessero il loro contributo di verità alla vicenda dato che tacciano da molti anni. Ho dato tanti input, indicazioni, ho parlato ma non tocca a me dire di più perché in tanti sanno in Italia. Perché non si è mai voluto indagare sui “colletti bianchi”, che si affacciano dietro questa storia? Io sono solo una piccola parte – dice – di un ingranaggio ben più grande. Io sono vivo oggi e questo lo devo unicamente al silenzio che ho mantenuto».
Ci sono cose che «ancora non possono essere rivelate», ma «si deve sapere che sono l’unico che parla, non l’unico che sa».