“Su e ju” di Alex Grillo. A Mittelfest un mix tra il friulano di PPP e il provenzale

Una forte connotazione internazionale, produzioni e ospitalità italiane, anche in prima assoluta, ed alcuni artisti espressi dal territorio del Friuli Venezia Giulia delineano l’edizione 2015 di Mittelfest, giunto alla 24.ma edizione e quest’anno siglato dal titolo-guida Il colore dell’acqua. Tra proposte di musica, prosa e danza, selezionate dal direttore artistico Franco Calabretto, con la consulenza di Rita Maffei  per il teatro di prosa, sono oltre sessanta gli appuntamenti in programma  dal 18 al 26 luglio 2015 nel consueto scenario di Cividale del Friuli, città Patrimonio Unesco dell’Umanità, che del suo paesaggio e dei dettagli urbani ha fatto un ‘palcoscenico totale’.

Nel ricco cartellone, immancabile un omaggio anche a Pier Paolo Pasolini, che, nel quarantennale dalla morte, attraverserà idealmente il festival e soprattutto sarà al centro di due spettacoli, in programma rispettivamente il 20 e il 21 luglio. Da un lato vi è Ma, ultimo lavoro del regista Antonio Latella per l’attrice  Candida Nieri che, dopo il recente debutto al festival di Asti, arriva a Cividale con la proposta di una perlustrazione scenica del legame profondo tra il poeta di Casarsa e la madre Susanna.
Dall’altro, vi è Su e ju, recital in musica in prima assoluta sulle poesie friulane di Pasolini, intrecciate alla lingua provenzale, su progetto del musicista francese di origini friulane Alex Grillo, presente sul palco (voce e vibrafono)  insieme alla cantante Francesca Breschi.
Questa nuova creazione, su cui ci soffermiamo,  si colloca al crocevia tra la valorizzazione della musicalità del friulano, il recupero di antiche cadenze popolari, l’affinità con i suoni della poesia provenzale e della lingua d’oc e, su tutto, il sentimento unificante della “lontananza” e della memoria. Un mix che si radica anche nella storia personale del musicista Grillo, musicista operoso nel sud della Francia e qui animato dal desiderio di recuperare con raffinatezza d’artista, per il tramite di Pasolini, anche le radici profonde della sua origine friulana per parte materna.
Un  andirivieni sentimentale e musicale tra Italia e Francia, tra slanci di adesione e lacerazioni, che si riflette anche nel “su e giù”  che  dà il titolo allo spettacolo.

Alex Grillo
Alex Grillo

“Questo progetto –dichiara Alex Grillo-  è nato dal desiderio di ritrovare le mie radici, quelle della famiglia di mia madre che proviene da questa lingua, il friulano. Durante la mia infanzia, udivo questa lingua senza parlarla e spesso non capendola, e questo ha creato in me, in un modo assolutamente inconsapevole, un’immagine puramente musicale. Più tardi, attraverso le poesie di Pasolini, ne ho scoperto la scrittura, la trascrizione, ma per me è soprattutto attraverso il suono, trasmesso dalla tradizione orale, che tutto il potenziale musicale del friulano si rivela. La poesia, “questa esitazione prolungata  tra suono e senso” di Paul Valery, si è risolta per Pasolini in un’opzione definitiva per il suono. Il friulano è soprattutto musica, ed è lì il suo ruolo principale in questo progetto.
I canti popolari friulani costituiscono l’altro elemento essenziale, anch’esso appreso per via orale, che si è impresso nella mia memoria e ha nutrito la mia infanzia. Numerosi e molto vari, questi canti hanno quella particolarità modale che si risolve sempre sulla terza, facendoci dimenticare le cadenze maggiori della musica tonale.
Pasolini si riferisce sovente a Jaufré Rudel, trovatore occitano del dodicesimo secolo, cantore dell’”amore da lontano”,  ed è questa tematica che emerge con forza anche nell’opera friulana di Pasolini: un amore per quella terra e per i suoi abitanti,  generato dalla lingua, lingua della memoria e dell’assenza. Questo riferimento pasoliniano alla Provenza è intensamente implicito nella dimensione della lontananza, e, come uno specchio, la poesia friulana di Pasolini riflette il cantare-amare provenzale, rimandandoci questo canto in maniera simmetrica.
Come Pasolini anch’io ho lasciato questa terra in un periodo in cui il mondo contadino, con i suoi vecchi valori, era predominante. Arrivando in Provenza, in un’epoca in cui si poteva ancora ascoltare la lingua autoctona, non sono stato disorientato dai suoi fonemi; le affinità tra friulano e provenzale sono molto più strette di quanto possano essere quelle tra l’italiano e il francese. La lontananza è una fonte di proiezioni scaturite dalla memoria e vivificate anche dai contrasti, tra attaccamenti e rifiuti. Così, lasciando che la mia memoria giocasse con questo avanti-indietro, ho riscoperto tramite le poesie de  La nuova gioventù di Pasolini  il concetto di amore lontano per questa lingua e questa terra.
Al di là della assonanze linguistiche, mi sembra essenziale mettere in evidenza soprattutto quello che la lontananza nutre: antagonismi che diventano sorgenti di creazione.

Gli artisti

Alex Grillo
compositore, vibrafonista improvvisatore, attraversa i più vari generi musicali: jazz (con Steve Lacy, Barre Philipps, François Jeanneau, Richard Galliano, Didier Malherbe, Raymond Boni), musiche contemporanee, tradizionali o innovative, scritte e improvvisate. In Francia e in Italia, suoi paesi di adozione e di nascita, come in Asia, nel Medio Oriente e in Africa, sono state numerose le sue creazioni con dei musicisti tradizionali, tra cui il gamelan giavanese. Diversi percorsi d’autore nel suo percorso: Centri nazionali di Creazione Musicale (CIRM di Nizza, GMEM a Marsiglia, Cesare Reims), INA-GRM (composizione di pezzi elettroacustici), Centro Drammatico nazionale di Nizza, CNRS (Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica), CNES (Centre National d’Etudes Spatiales); o ancora la radio France-Inter e la creazionedi laboratori radio di France Culture.
Come parte del movimento della creazione sperimentale, dai suoi primi concerti con Alain Savouret, Daniel Tosi e François Rossé con il GRM,  è un artista eclettico, coinvolto in concerti subacquei di Michel Redolfi o come “musicista-ballerino “su OMNI (Instrumentarium sperimentale) di Guy Reibel. Come musicista e come insegnante, difende la musica improvvisata “libera” in onda, ogni volta che viene chiesto da Anne Montaron per partecipare alla trasmissione à l’improviste su France Musique.
Creatore curioso, ha organizzato progetti dalle forme innovative e ha lavorato con diversi e spesso inaspettati ambienti: musicisti, danzatori, attori, ma anche poeti, artisti e scienziati. Realizza con ricercatori paleontologi un concerto “preistorico” a fianco di Didier Malherbe per litofoni presso il Museo di Storia Naturale di Parigi. Crea Mosaiques con Jean Schwarz al MANCA Festival (nastro, vibrafono e litofoni Midi) ed esegue progetti musicali con delle compagnie di arti di strada: la creazione di  L’amore tutta la notte con la compagnia Ilotopie o ancora Elémouvant, un pezzo per banda di concerto, incudini, computer e fiamme con il gruppo “F”.
La poesia e narrazione si combinano molto naturalmente con il suo lavoro di “regista dei suoni”. Da 12 anni progetti e creazioni si moltiplicano con scrittori e poeti (Nimrod, Biga Raharimanana). Alex Grillo scrive e produce anche spettacoli di “cabaret poetici”, forme che combinano immagini, testi, suoni e movimento; il trio concerto-poetico L’Africa è in noi del poeta Daniel Biga con Didier Petit e Christian Sebille ha vinto il Grand Prix Charles Cros nel 2007. L’ultima delle sue creazioni, Ultimo dei Mohicani, penultimo dei Occitani sulla lingua occitana è scritto per trio con computer in tempo reale e mandolino.
Le sue composizioni per voce includono due mini-opere per bambini pubblicati nel libro e CD edizioni Didier Jeunesse e creati a Parigi nel 2009 e poi di nuovo nel 2010 e 2011; una messa per coro misto e organo; musiche di scena del testo di Mnouchkine 1789; Niente da dichiarare, un brano per orchestra, attore e coro misto. Alex Grillo ha scritto Sweet Desdemona oratorio sul tema di Otello. Progetti con e per i bambini si sono amplificati negli ultimi anni; nel 2013, un’opera è stata creata sulla base del Ramayana, per coro per bambini , banda di concerto e gamelan.
Discografia selezionata: A table ! (quintetto, 1985) ; Vibrafono Alone (assolo, 1993) ; Couples (1997, tredici duetti) Triplett (2001, tre trii), l’Amour Volume 1 (2002, quartetto), Momento (2005 duetto con C. Sebille),  La musica dell’Africa è in noi (2006, trio, gran premio Charles Cros 2007).

Francesca Breschi
Francesca Breschi

Francesca Breschi 
In attività dal 1978 (studi privati di pianoforte dal 1968 al ’78, con studi e perfezionamento nel canto, col M° Pezzetti di Perugia), è componente dal 1990 del Quartetto Vocale di Giovanna Marini della quale dal 1995 è anche assistente musicale e direttrice dei cori per le musiche di scena composte fino ad oggi dalla stessa. Musicista di formazione classica , cantante, attrice e didatta è da sempre legata al teatro (socia della Coop. Pupi & Fresedde dal 1981 al 1986) e a mondi paralleli come la video-arte, le arti plastiche , la poesia, la canzone d’autore, la musica elettronica, la musica medievale e antica, collaborando dal 1978 con numerosi artisti, tra i quali Nicola Piovani, Elio De Capitani; Antoni Muntadas, Raúl Rodriguez e José Antonio Hergueta (video-artisti); Francesco de Gregori, Serena Nono (pittrice), Giancarlo Cobelli, Roberto Roversi, Patrice Kerbrat, Giulio Bosetti, Hans Günther Heyme, Franz Marijnen (registi teatrali); David Riondino, Emilio Isgrò (autore di arti visive e drammaturgo) , l’Ensemble Micrologus, Ensemble Lucidarium (musica medievale), Mario Brunello e Marco Paolini; Vinicio Capossela. Tra i vari spettacoli, da ricordare I Tigi – Canto per Ustica con Marco Paolini; le Albe del Festival “I Suoni delle Dolomiti”, sempre con Marco Paolini e Mario Brunello, insieme a Giovanni Sollima e Paolo Fresu; dal 1990 in poi tutte le cantate col Quartetto Vocale di Giovanna Marini; partecipazioni alla tournée Il Fischio del Vapore con Francesco De Gregori, varie produzioni del Teatro dell’Elfo di Milano e concerti con Vinicio Capossela e la Banda della Posta.
Negli ultimi anni, pur continuando l’attività all’interno del Quartetto Vocale di Giovanna Marini, si dedica ai propri progetti: Combat/ Il Combattimento di Tancredi e Clorinda (progetto speciale per Stazione Leopolda/Fabbrica Europa 2004); Nomadía: tra monti d’oriente e occidente, per voce, violino e violoncello, progetto per il Festival “I Suoni delle Dolomiti”; Anghelos, Cap. I, L’Angelo senza Fortuna, per voce ed elettronica, produzione del Festival Internazionale MilanoOltre presso il Teatro dell’Elfo di Milano, Cundu Luna Vini (nuova produzione) con I Violini di Santa Vittoria e con Riccardo Tesi come ospite; Intrecci, con l’Archaea Strings Ensemble, progetto per voce e quintetto d’archi su repertori tradizionali e di nuova scrittura; Il Canto delle Donne. Viaggio nella parola musicale femminile dal Medioevo a Patti Smith, creato con Andrea Felli; I’ piansi, or canto, programma sulla poesia in musica;  Di mezzo il mare con Andhira; Il Canto segreto degli alberi, progetto sulla musica di tradizione orale italiana, con Ettore Bonafe’.
Il cd Il Canto segreto degli Alberi  è stato nominato Coup de Coeur “Crèation Musiques du Monde 2013 dalla francese Academie Charles Cros, riconoscimento ritirato presso la fiera Babel Med di Marsiglia nel marzo 2013.
Svolge anche un’ intensa attività didattica in Italia e all’estero, sia di tecnica vocale che sui repertori di canto di tradizione orale italiana. Dal 1995 collabora assiduamente con il Teatro dell’Elfo di Milano (Elfo/Puccini) sia in scena che per la didattica, con un corso annuale per professionisti dello spettacolo.

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