Riconoscimento dell’Archivio Fondo Pier Paolo Pasolini a “bene di interesse culturale”.

Un prestigioso riconoscimento suggella da pochi giorni le prospettive progettuali del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia, sito nella casa materna del poeta e, per quanto attiene alla sua storia, costituito nel 2005 come associazione privata senza fini di lucro per iniziativa della Provincia di Pordenone e del Comune di Casarsa, che del Centro sono soci istituzionali, insieme alla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, all’Università degli Studi di Udine, alla Società Filologica Friulana e all’Associazione Cinemazero di Pordenone.
Di recente, infatti, il Ministero ai Beni e alle Attività Culturali -Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia, ha dichiarato per decreto il riconoscimento dell’Archivio Fondo Pier Paolo Pasolini, conservato presso il Centro Studi, a “bene di interesse culturale”, degno –come si legge nella relazione del Direttore regionale dottor Bilardi- “di particolare tutela”. L’autorevole suggello, che corona in modo formale la pratica avviata dal Centro Studi stesso nel corso del 2010, prende atto così del preziosissimo valore del Fondo, che non solo costituisce un raro esempio di archivio a carattere letterario presente in regione, ma soprattutto documenta la gran parte della produzione pasoliniana del periodo friulano, completando, con questa sua specifica fisionomia, gli altri due nuclei documentari pasoliniani esistenti in Italia, rispettivamente al Gabinetto Vieusseux di Firenze e all’Archivio Pasolini della Cineteca di Bologna. Per l’Archivio casarsese si tratta di un nutrito corpus di materiali, frutto di acquisizioni mirate e parallele da parte della Provincia di Pordenone e della Città di Casarsa, oltre che dell’importante lascito della famiglia Ciceri, costituito nel 2000. Sono manoscritti e dattiloscritti di opere letterarie pasoliniane, anche in più versioni, risalenti agli anni friulani (1942-1949), come le Poesie a Casarsa, il dramma I Turcs tal Friùl, i cinque quaderni autografi denominati Quaderni rossi, traduzioni letterarie e studi per l’Academiuta fondata da Pasolini nel 1945. Beni a cui, tra tanti altri materiali, in parte documentari anche del successivo periodo romano, si aggiungono la serie dei Manifesti politici del 1949 e un album di immagini fotografiche giovanili, insieme al nucleo parallelo di alcuni autografi originali del poeta e scrittore Nico Naldini, cugino di Pier Paolo. Di questi documenti di assoluto rilievo si tratterà ora di organizzare una sistematica e unitaria valorizzazione, anche previa una rigorosa catalogazione scientifica che, in stretto contatto con la Sovrintendenza regionale,vedrà impegnato nel futuro il Comitato Scientifico del Centro Studi, costituito, assieme alla Presidente Piera Rizzolatti e al Direttore Angela Felice, dagli studiosi Luciano De Giusti, Caterina Furlan, Gianpaolo Gri, Angelo Battel e Piergiorgio Sclippa. E’ poi ambizione del Centro Studi, dopo questo lavoro di schedatura, procedere all’inserimento dei dati in un catalogo unico informatizzato e accessibile via web, in accordo con gli altri Fondi pasoliniani nazionali. Il Centro casarsese intende così accreditarsi sempre a punto imprescindibile di riferimento per la conoscenza e lo studio di Pasolini, potenziando la sua offerta che attualmente propone anche un interessante percorso espositivo con opere pittoriche e grafiche pasoliniane. Da non dimenticare infine che, in questa politica di valorizzazione e arricchimento, il Centro ha ampliato quest’anno anche la sua dotazione fotografica con una corposa serie di scatti d’autore, quali Elio Ciol e Mario Dondero. Buon ultimo giunge ora anche Andrea Paolella, giovane fotografo-rivelazione di Reggio Emilia, che lascerà a Casarsa le 70 foto della mostra “I luoghi di Pasolini”, di imminente inaugurazione il 15 luglio prossimo.