Recital PPP di Remo Anzovino in prima a Casarsa (25.10.’15)

Su iniziativa del Comune di Casarsa della Delizia, con il patrocinio del locale Centro Studi dedicato a Pasolini, si terrà domenica 25 ottobre 2015, alle 21, nel teatro della cittadina friulana l’atteso Recital in onore di P.P.Pasolini del pianista e compositore pordenonese Remo Anzovino, accompagnato per l’occasione dall’attore Lino Capolicchio e dall’ex vocalist dei “La Crus”, Mauro Ermanno Giovanardi, cui si uniranno anche Danilo Rossi, viola solista, e Marco Anzovino, alla chitarra acustica e percussioni.  Un gruppo di artisti di rilievo, che va a impreziosire l’arte e l’eleganza di Remo Anzovino e saprà regalare emozioni uniche in memoria di Pier Paolo Pasolini.
In programma anche l’inedita composizione
 L’alba dei tram che sarà presentata in prima nazionale in occasione del concerto e che poi su cd (impreziosito da una foto di Dino Pedriali) sarà distribuita il 29 ottobre sui giornali del gruppi Finegil e nei negozi dal 6 novembre. Sulla importante manifestazione musicale ha scritto con ampi dettagli il “Messaggero Veneto”  del 16 ottobre 2015, con interventi che qui di seguito presentiamo.

 Il capolavoro di Anzovino per ricordare Pier Paolo
di Gian Paolo Polesini
www.messaggeroveneto.gelocal.it – 16 ottobre 2015

Una fusione sentimentale a più voci, corpi e mani con una crescita casuale che ha ovviamente un principio, a questo punto – forse – irrilevante.
Abbiamo imparato ormai a muoverci con agilità nelle stanze di Remo Anzovino e conosciamo le sue fonti e i suoi miraggi. Sappiamo, quindi, dove si nutre e come. Anche Pier Paolo Pasolini è stato circumnavigato e conquistato con la stessa perizia avvolgente riservata ai prescelti. Accadde per il Vajont e per Chaplin.
Usando il metodo Colombo vi sveliamo il finale, risalendo poi con calma la storia per chiarire i dettagli. L’alba dei tram è una musica, l’atto risolto di una composizione. L’alba dei tram è parola, è canzone e struttura di un recital. L’ascolterete a breve. Sarà tutto dentro un cd, che live si libererà il 25 ottobre 2015 a Casarsa, sul palcoscenico affollato di unità rare raccolte lungo un cammino cominciato due anni fa, l’8 ottobre 2013.
Remo sta al di fuori dal cerchio di umanità accorsa al capezzale del poeta per esserci nel quarantennale. «Quella notte raggiunsi l’Idroscalo romano», dice il pianista/compositore. «Qualcosa mi trascinò laggiù. Nessun pensiero, tanto meno un calcolo, nemmeno la volontà di assaggiare il luogo per poi farne del business. Senti che devi andare e vai. Mi accompagnò Gianluca Moro, amico e fotografo di lunga vista. Io nasco che Pier Paolo è già morto. Non l’ho vissuto, mi venne incontro lui quand’ero ragazzo. Essendo un musicista,  non uso i luoghi per dipingerli, né per raccontarli. Li riempio di suoni, raccontandoli, dipingendoli e fotografandoli attraverso riverberi. Torno a casa e mi butto sul pentagramma aperto sul pianoforte».

Remo Anzovino, al centro, e il suo gruppo
Remo Anzovino, al centro, e il suo gruppo

Be’, caro Anzovino. Noi ’sto brano lo vogliamo sentire adesso. Il bip della mail annuncia l’arrivo. In tempo reale. Un paio di clic e il vocione di Mauro Ermanno Giovanardi esce dalle casse con l’efficacia evocativa di un vecchio Tenco mai rimosso, peraltro. Sembra roba dei Sessanta, stesso passo, stesso timbro. Si spiega ciò: dietro c’è l’orchestra e non un computer, c’è un cantante/cantante e non un effetto speciale e c’è un autore/autore e non un insieme confuso di rime baciate.
Primo titolo. «Pensai a Inilosap, ovvero Pasolini al contrario. Lo depositai persino alla Siae, convinto che il risultato di uno srotolo diverso avrebbe rilasciato maggior potenza. E qui inizia il viaggio».
La dominante dottrina della missione PPP è «mettere assieme la miglior gioventù del dopo Pasolini, fargli in qualche modo sapere che il mondo non si fermò il 2 novembre 1975». Se Remo Anzovino si fosse accontentato dell’opera fatta e finita, mai quel bendiddio di artisti lo avrebbe spalleggiato.
«Giuliano Sangiorgi – dice – è un patrimonio poetico unico. Il file della musica raggiunse così la posta del signor Negramaro. Due mesi di silenzio. In realtà la melodia da sola non mi bastava. Ci volevo delle parole sopra. Magari fossero le sue, m’immaginai. L’alba dei tram giunse una mattina inaspettata. E i denti del meccanismo cominciarono a muoversi in sincrono, l’uno dentro l’altro, appena ci arrivarono i sì multipli ed entusiastici di Mauro Ermanno Giovanardi, di Danilo Rossi, la prima Viola della Scala, dell’Orchestra d’archi italiana, di Stefano Nanni e di Dino Pedriali. Lo scatto della copertina è di Dino, ecco, Pier Paolo nel corridoio di casa in armonia con il giardino. Pedriali fu l’ultimo a fissarlo su pellicola prima che se ne andasse».
Lo sguardo complessivo risalta un poeta pop e forse anche rock. «Viveva davanti agli altri – ricorda Anzovino -, vestiva alla moda e non sembrava affatto un collega di Moravia, Pavese e Calvino. Pier Paolo divorava l’esistenza con la rabbia e con la determinazione di chi se ne frega della successione dei giorni».
Tecnicamente ciò che sarà in vendita in edicola il 29 ottobre allegato ai giornali del gruppo Finegil, “Messaggero Veneto capofila, è un cd con le due versioni de L’alba dei tram, vocale e strumentale, corroborato da testi di Tommaso Cerno,  Jonathan Giustini e  Angela Felice. Il cartellone del recital di Casarsa, domenica 25, evidenzia un altro cognome griffato della partita: Lino Capolicchio, attore di Patroni Griffi (Metti una sera a cena), di Vittorio De Sica (Il giardino dei Finzi Contini) e, per arrivare al quasi oggi, di Pupi Avati (Una sconfinata giovinezza). Il pensiero pasoliniano sarà lavoro suo.

"Recital in onore di P.P.P." di Remo Anzovino. Locandina
“Recital in onore di P.P.P.” di Remo Anzovino. Locandina

Una colonna sonora dell’immaginario pasoliniano
di r.c.
www.messaggeroveneto.gelocal.it – 16 ottobre 2015

«Un uomo con parole stanche / ammira come fosse d’oro / quest’alba che sa di nuovo / Là / dove / si sta / li- liberi di / non / aver paura / di dir la verità / di vivere la vita».
Sono, a loro modo, gli “scritti corsari” con i quali Giuliano Sangiorgi, leader dei Negramaro, ha inteso rendere omaggio a Pier Paolo Pasolini ispirato dalla magnifica foto di Dino Pedriali che fa da copertina al cd L’alba dei tram, composizione firmata insieme con Remo Anzovino artefice del progetto, una sorta di “live aid” in memoria del grande intellettuale di Casarsa.
Il singolo di questo progetto discografico, in tiratura limitata, uscirà il 29 ottobre solo in allegato ai quotidiani Finegil. L’album, invece, sarà disponibile in tutti i negozi dal 6 novembre e s’intitola L’alba dei tram – dedicato a Pasolini che apre proprio con la canzone scritta a quattro mani da Anzovino e Sangiorgi e si chiude con il tema strumentale Inilosap. Anzovino ha composto dodici temi con l’idea di realizzare una colonna sonora ispirata all’immaginario pasoliniano.
Sangiorgi e Anzovino si sono intesi subito sul significato del progetto. «Abbiamo condiviso l’immaginario delle opere pasoliniane – sottolinea il compositore pordenonese Anzovino – veramente tantissime immagini». Di qui l’idea di realizzare «un racconto sonoro, un commento musicale immaginario, una storia, un film e a ogni stazione, anzi a ogni fermata di questo tram, un passaggio o un’opera della vicenda pasoliniana che più mi ha emozionato, abbinata a una musica che, a suo tempo, è nata sotto la stessa influenza».
Il tema dell’abbandono forzoso della amata Casarsa ha così ispirato Aria; l’arrivo del poeta a Roma, gli stenti iniziali e l’esplosione del suo talento immenso Metropolitan; la prima volta a New York, «dove lui, marxista, si innamora perdutamente di Manhattan», ha fatto nascere Transoceano; la centralità indispensabile dell’eros si è tradotta nei suoni di Amante; il primo film girato in Africa, «alla ricerca di un’altra comunità vergine», è valso a ispirare Natural mind; mentre «la lunga serie di processi per vilipendio» si è risolta nel tema di Tabú.
E ancora: la fascinazione per il lontano oriente nell’esperienza de Il fiore delle Mille e una notte è espressa dal motivo Orient Island; le canzonette facili facili, da gettonare nel juke-box per ballarci sopra, come in Uccellacci e Uccellini, hanno ispirato Due dita; la passione bruciante per il gioco del calcio è diventata Giostra; le passeggiate di notte per accorgersi che «a causa dell’inquinamento sono cominciate a scomparire le lucciole» hanno dato vita al motivo Cammino nella notte. Poi Anzovino si è tuffato negli “scritti corsari” ed è nato il componimento Io so.
«Alla fine, l’orecchio di chi ascolta, nel ritendere al suono iniziale del tema di viola, con l’interpretazione sublime del maestro Danilo Rossi, sorretto dall’Orchestra d’archi italiana diretta dal maestro e fraterno amico Stefano Nanni, con il nome di Pasolini al contrario (Inilosap) – come se appunto la pellicola si riavvolgesse – sente attraverso la sola musica, il senso originario di questo mio omaggio al poeta». (r.c.)

 

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