Mostra “Pasolini Roma”

Di assoluto rilievo scientifico e di espansione  internazionale la partecipazione del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa, in stretta sinergia con la Soprintendenza Archivistica per il Friuli Venezia Giulia e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, alla mostra “Pasolini Roma”, che sarà inaugurata mercoledì 22 maggio a Barcellona  nel Centro di Cultura Contemporanea, anche con la presenza friulana del presidente Teresa Tassan Viol e del direttore Angela Felice.
La prestigiosa iniziativa, curata da Jordi Balló, Alain Bergala e Gianni Borgna, con il prezioso contributo di Graziella Chiarcossi, nasce dal lungo lavoro progettuale  e dall’entusiasmo di quattro importanti istituzioni museali europee, che appunto, accanto al Centro spagnolo con la prima tappa espositiva (chiusura il 14 settembre), saranno le sedi di tre successivi riallestimenti: la Cinémathèque française di Parigi (ottobre 2013-gennaio 2014), il Palazzo delle Esposizioni di Roma (3 marzo –   8 giugno 2014) e infine il  Martin Gropius Bau di Berlino (11 settembre 2014 – 5 gennaio 2015). Cuore e senso della mostra, organizzata come percorso cronologico snodato tra il 1950 e il 1975, con un prologo, sei sezioni e un epilogo, è la perlustrazione articolata e dinamica del legame tra Pasolini, uomo e artista poliedrico, e la città di Roma, da lui vissuta –spiegano i curatori – come la geografia di “una grande storia d’amore, fatta di delusioni, tradimenti, sentimenti di passione e di odio, momenti di attrazione e di rifiuto, fasi di allontanamento e di ricongiunzione”. Una città che poi, per il polemista, fu un “campo permanente di studio, di riflessione e di lotta”, come un laboratorio urbano a cielo aperto in cui verificare con crescente angoscia anche i cambiamenti dell’Italia e degli italiani tra gli anni Sessanta e Settanta. Quel fondale, dunque, non fu per Pasolini solo un luogo in cui ambientare romanzi e pellicole, ma soprattutto un crocevia spaziale di esperienze e di ricreazione artistica, al punto che ne derivò la trasfigurazione  in un nuovo immaginario e in un nuovo mito della capitale, dei suoi quartieri e dei suoi abitanti, fino all’ultima grande opera incompiuta di Petrolio, capitolo finale pasoliniano di una straordinaria narrazione fantastica ed esistenziale.
Ricchissima e multiforme la documentazione che articolerà questa retrospettiva, pensata come un ideale viaggio di vita e d’arte a cui lo stesso Pasolini faccia idealmente da Virgilio attraverso la testimonianza delle sue parole scritte o dette, alle espressioni della sua opera filmica e pittorica e all’incredibile quantità di fotografie che, al lavoro o nel privato, ne hanno immortalato il corpo e l’inconfondibile volto-icona. E inoltre, data la sensibilità estetica di Pasolini e la sua competente passione per l’arte figurativa, non mancherà il cammeo di due sezioni speciali dedicate ai pittori amati: De Pisis, De Chirico, Mafai, Guttuso, Rosai e naturalmente Zigaina. In questa incredibile galleria di materiali, provenienti dai più importanti archivi italiani (tra gli altri, il Gabinetto Vieusseux, la Cineteca di Bologna, l’Archivio Fotografico di Cinemazero), anche il Centro casarsese sarà presente con una parte del suo tesoro documentale di carte pasoliniane autografe, custodite nel Fondo Pasolini già dichiarato nel 2010 “bene di interesse culturale” e attualmente in fase avanzata di catalogazione scientifica. Accanto a due rare lettere a Ennio Flaiano del 1963 e a Jean-Luc Godard del 1967, saranno infatti esposte tre lettere dei primi anni Cinquanta alla madre Susanna Colussi, l’adorata “pitinicia” nel lessico familiare di Pier Paolo, e soprattutto il fascicolo n.2 della serie dei celebri  “Quaderni Rossi”, in parte editi nei romanzi postumi  Amado mio Atti impuri.  Il libretto sarà aperto alle pagine datate 19 agosto 1947, in cui il giovane Pasolini confidava al suo  journal intime la dolorosa scoperta che il padre Carlo Alberto aveva compiuto nei suoi confronti “la più incivile delle indiscrezioni”, frugando tra i suoi diari segreti e venendo così a conoscenza del tormento omosessuale del figlio.