Il teatro di PPP a Trieste

Venerdì 25 ottobre alle 18, nella Sala Bartoli del Politeama Il Rossetti di Trieste, si terrà un incontro sull’opera di Pier Paolo Pasolini, nel corso del quale sarà presentato il libro Pasolini e il teatro alla presenza dei co-curatori Stefano Casi e Angela Felice,  e del direttore artistico Antonio Calenda.
L’occasione è motivata dallo spettacolo (a Trieste dal 24 al 31 ottobre), diretto dallo stesso Calenda e già applaudito a Mittelfest 2013, Una giovinezza enormemente giovane, di Gianni Borgna e con il grandissimo attore Roberto Herlitzka. Pasolini e il teatro, secondo numero della collana “Pasolini. Ricerche”, promossa dal Centro Studi Pasolini di Casarsa in sinergia con la casa editrice Marsilio, è curato da Stefano Casi, Angela Felice e Gerardo Guccini e raccoglie gli esiti di due convegni promossi nel novembre 2010 a Casarsa della Delizia, dal Centro Studi Pier Paolo Pasolini, e, a Bologna, dal Fondo Pasolini-Cineteca e dal Cimes-Università degli Studi di quella città.

Lo studio a più mani, arricchito da  40 saggi, ambisce ad offrire una ricognizione finalmente esaustiva che, con sette sezioni di un’ampia panoramica concettualmente rimeditata, contribuisca a far chiarezza sull’originalità del teatro pasoliniano, ne perlustri le tappe evolutive fin dai poco esplorati esordi friulani, ne indaghi le varianti e le costanti, ne riposizioni il significato  dentro l’opera dell’autore e nel contesto del suo tempo, ne metta in luce il potenziale di rappresentabilità sempre aperta al futuro. Particolarmente originale pare l’ultima sezione Registi a Casarsa: un simposio, che attraverso gli scritti inediti di alcuni maestri della regia contemporanea (Luca Ronconi, Giorgio Barberio Corsetti, Armando Punzo, Federico Tiezzi, Giorgio Pressburger,  Andrea Adriatico e Antonio Syxty, con la giovane artista romana  Roberta Nicolai) cede la pagina alle riflessioni degli artisti che si sono misurati con la parola teatrale pasoliniana e che ne hanno sciolto positivamente il vitale paradosso, tra utopia e concretezza. Non una mera riproposizione di Atti, dunque, ma uno studio sfaccettato e organico. Il quale infine, con Pasolini e attraverso la sua esperienza, finisce per interrogarsi anche sul teatro del presente e sulla sua sfida dentro la babele multilinguistica della nostra rumorosa contemporaneità.