I Turcs tal Friùl per la prima volta pubblicati in inglese

“Di teatro ho scritto una commedia in un atto «La Morteana» (il titolo è ricavato da un verso del Colloredo); e un dramma «I Turcs tal Friùl». Il primo verrà prossimamente recitato dalla mia piccola Compagnia dell’Academiuta, qui a Casarsa; il secondo, che è forse la miglior cosa che io abbia scritto in friulano, giace in un cassetto e vi giacerà non so per quanto.” Così Pier Paolo Pasolini si confidava con Gianfranco D’Aronco, in una lettera spedita da Versuta alla fine di novembre del 1945.

In effetti questo straordinario testo teatrale ha visto la luce solo dopo la sua morte nel 1976 per volontà dell’amico Luigi Ciceri, in concomitanza con la prima messa in scena avvenuta a Venezia, nella chiesa di San Lorenzo, nel novembre di quell’anno. Successivamente l’opera è stata pubblicata nel 1980 per I Quaderni dell’Istituto Italiano di Cultura di Monaco di Baviera per la traduzione di Giancarlo Boccotti e nel 1995 dalla Società Filologica Friulana a cura di Andreina Nicoloso Ciceri, in occasione dell’allestimento prodotto dal teatro dell’Elfo e dal Teatro Stabile del FVG per la regia di Elio De Capitani. In quello stesso anno per iniziativa della benemerita casa editrice Braitan diretta dallo scrittore Hans Kitzmüller esce la traduzione anche in tedesco Die Türken in Friaul.

Nel 2019 I Turcs tal Friùl sono stati pubblicati per le edizioni Quodlibet, per volontà del filosofo Giorgio Agamben che ha inaugurato con questo testo, una nuova collana dedicata alla poesia in dialetto intitolata Ardilut, riprendendo il simbolo ideato da Pasolini per la sua Academiuta di lenga Furlana.

Questa nuova edizione si è avvalsa di ben due diverse traduzioni del testo: una letterale, in prosa, curata da Graziella Chiarcossi, che ha anche rivisto la grafìa utilizzata nelle precedenti edizioni, ed una in versi liberi affidata al poeta friulano Ivan Crico.

Rosa MucignatRosa Mucignat
Insegna da 12 anni Letterature comparate al King’s College di Londra. È nata a Cordenons (PN) e vive a Londra dal 2006. Nel 2012 ha curato nella capitale inglese presso l l’Institute of Germanic and Romance Studies in collaborazione con l’Arlef ed il sostegno del Centro Studi Pier Paolo Pasolini un convegno su Il friulano e i suoi contesti con la partecipazione di numerosi studiosi fra i quali: Rienzo Pellegrini, Fulvio Salimbeni Franco Finco, Carla Marcato e William Cisilino. L’anno successivo ha curato la raccolta dei saggi in inglese su i vari aspetti linguistici e culturali del friulano, The Friulian Language: Identity, Migration, Culture (Cambridge Scholars Publishing). Il suo principale campo di ricerca è la letteratura di primo Ottocento, e attualmente è impegnata in un progetto che analizza le traduzioni di testi radicali e antireligiosi tra Francia, Italia e Gran Bretagna durante il periodo della Rivoluzione Francese (www.radicaltranslations.org).

Cristina VitiCristina Viti
Scrive traduzioni e poesie in Italiano, Inglese e Francese. Tra i suoi lavori più recenti sono le traduzioni di Bestia di gioia di Mariangela Gualtieri (Beast of Joy, Chelsea Editions), Notte di Etel Adnan (San Marco dei Giustiani). La sua traduzione inglese de Il mondo salvato dai ragazzini di Elsa Morante (The World Saved by Kids, Seagull Books) è stata finalista del John Florio Prize. Ha tradotto i Canti orfici e altre poesie di Dino Campana per Survivor’s Press, e brani scelti dal Giornale di guerra e prigionia di Carlo Emilio Gadda (Serpent’s Tail). Di prossima uscita sono i saggi di Furio Jesi e le poesie di Anna Gréki. Altre traduzioni e poesie sono uscite sulle riviste Modern Poetry in Transaltion, Shearsman Magazine, e White Review.