Donazione Fondo Pasolini alla “Joppi” di Udine: rammarico del Centro Studi di Casarsa

Il giorno 3 ottobre 2017, presso la Biblioteca Civica “V. Joppi” di Udine, è stata ufficializzata la donazione di un piccolo fondo di autografi pasoliniani, anche inediti, da parte della professoressa Giuliana Cumini che  a metà degli anni Settanta, dopo la morte del poeta, li avrebbe ricevuti in dono da Giannina Colussi, zia materna di Pasolini. Su questo trasferimento il Centro Studi ha inteso esprimere pubblicamente il proprio rammarico con un comunicato stampa, qui di seguito riportato, nel quale si esprime soprattutto il disappunto per il rischio della dispersione  del materiale archivistico del poeta, e nel contempo si auspica un futuro confronto per la ricerca di una soluzione idonea sul piano della collaborazione.   

Il Centro Studi Pasolini di Casarsa giudica un errore aver destinato il materiale, in parte inedito, dello scrittore alla Biblioteca Civica di Udine:
in questo modo si disperde il prezioso fondo degli scritti friulani proveniente dalla casa materna.
comunicato stampa

"I Turcs tal Friùl". Manoscritto originale di Pier Paolo Pasolini
“I Turcs tal Friùl”. Manoscritto originale di Pier Paolo Pasolini (Archivio Centro Studi Pier Paolo Pasolini-Casarsa)

Sorpresa e rammarico al Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia nell’apprendere la notizia che la professoressa Giuliana Cumini ha fatto dono alla Biblioteca Civica “V. Joppi” di Udine di un fondo di carte autografe di mano pasoliniana, alcune delle quali inedite. Manoscritti che, evidentemente, si trovavano nella “famosa” cassapanca della casa della madre Susanna Colussi a Casarsa e che la  professoressa allora giovane neolaureata afferma di aver ricevuto dalla zia Giannina Colussi poco dopo la morte dello scrittore. A dire il vero, non è la prima volta che manoscritti del giovane Pasolini rischiano la dispersione: infatti, un caso analogo, ma di rilievo assai maggiore, si era già verificato anni prima quando i coniugi Luigi e Andreina Nicolosi Ciceri erano entrati in possesso di una parte considerevole dei manoscritti lasciati da Pasolini nella cassapanca di Casa Colussi dopo la precipitosa fuga a Roma con la madre avvenuta il 28 gennaio del 1950. Con grande senso di responsabilità Andreina Nicolosi Ciceri poco prima della sua morte avvenuta il 24 maggio 2000 decise, con lascito testamentario, che quelle carte scritte dal giovane Pasolini tornassero al loro posto nella casa materna, sede, dagli anni Novanta, del Centro studi intitolato al poeta “friulano”. Stupisce e dispiace che questa volta non sia stata fatta la stessa scelta e meraviglia il fatto che il dott. Romano Vecchiet,  direttore della Biblioteca di Udine, persona di grande competenza e senso di responsabilità, non abbia voluto suggerire  all’amica donatrice di fare altrettanto. È certo che – ai sensi della normativa che regola il diritto d’autore – contrariamente a quanto dichiarato alla stampa nessuna carta pasoliniana potrà essere né consultata né tanto meno studiata senza l’autorizzazione della cugina Graziella Chiarcossi erede di Pasolini: informazioni queste che dovrebbero essere ben note a chi si occupa di beni archivistici. Il Centro Studi non perde, comunque, la speranza che possa venir individuata in un prossimo futuro una forma di collaborazione che consenta di riunificare sotto il tetto di Casa Colussi i materiali della produzione giovanile  pasoliniana, a partire dall’esigenza di garantire una catalogazione coerente con quella del Gabinetto Vieusseux di Firenze – dove gli eredi hanno depositato da tempo gran parte dei manoscritti autografi – e con quella del Centro studi di Casarsa. Vale la pena ricordare che l’archivio di Casarsa è stato dichiarato con decreto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali del 18 giugno 2010 “bene di interesse culturale” di importante rilievo e degno di “particolare tutela” esercitata dalla Soprintendenza Archivistica per il Friuli Venezia Giulia, la quale, fra i propri compiti istituzionali ha anche quello di evitare la frammentazione dei fondi archivistici di pregio.