Alla Panizzi di Reggio Emilia incontro su “Pasolini. Il popolo, la politica” (27.X.’17)

Venerdì 27 ottobre 2017, alle 17.30, un’interessante iniziativa di studio pasoliniano si terrà a Reggio Emilia presso la Sala del Planisfero della Biblioteca Panizzi che la organizza in collaborazione con il Comune e grazie ad un’idea di Lorenzo Capitani, già docente e assessore alla cultura della città emiliana. Titolo dell’incontro è Pier Paolo Pasolini. Il popolo, la politica,  tema che, anche in incrocio con la riflessione gramsciana, sarà perlustrato da Paolo Desogus, Raoul Kirchmayr e Angela Felice, autori di alcuni saggi pubblicati nei volumi di Atti della collana “Pasolini.Ricerche”, edita da Marsilio in collaborazione progettuale con il Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa e giunta nel 2017 all’ottavo numero. L’occasione servirà anche a presentare tre titoli della collana,  Pasolini e la pedagogia (2015), Pasolini oggi. Fortuna internazionale e ricezione critica (2016), Pasolini, Foucault e il “politico” (2017), cui si aggiungerà il recente saggio di Angela Felice L’utopia di Pasolini (Bottega errante, Udine, 2017). Sulle intenzioni dell’iniziativa pubblichiamo una nota di presentazione curata da Lorenzo Capitani, che modererà l’incontro.

Pier Paolo Pasolini. Il popolo, il politico
Biblioteca Panizzi – Reggio Emilia
venerdì 27 ottobre, ore 17.30

nota di presentazione a cura di
Lorenzo Capitani

"Pasolini. Il popolo, la politica", Reggio Emilia, 27 ottobre 2017. Cartolina invito
“Pasolini. Il popolo, la politica”, Reggio Emilia, 27 ottobre 2017. Cartolina invito

Per una piccola tradizione, che è andata consolidandosi nel tempo, nell’approssimarsi delle giornate in cui si ricordano il pensiero e l’opera di Pier Paolo Pasolini, che andò incontro al suo destino, nella notte tra  il primo e il due novembre del 1975, la Biblioteca Panizzi  non dimentica una delle voci più originali e lucide della cultura del Novecento, dedicando alla sua figura attenzione e memoria critica.
Del resto, come è noto, numerosi sono i fattori, biografici,culturali, politici, che ci legano al suo itinerario, facendo della nostra città una sorta di osservatorio qualificato sul lascito di un artista e di un intellettuale che ha saputo alimentare, con la sua “disperata vitalità”, i più diversi ambiti del sapere. Non casualmente a diversi reggiani si devono iniziative e ricerche, che hanno consentito di avvicinare i “tanti Pasolini” (come recita il titolo di una mostra fotografica  dell’Archivio Riccardi,  aperta proprio in questi giorni al Centro Studi di Casarsa) non in modo superficiale o meramente celebrativo.
Quest’anno si è deciso di soffermare l’attenzione sulle ultime pubblicazioni del Centro Studi di Casarsa, che ogni anno meritoriamente promuove un convegno di studi nazionale e internazionale, i cui esiti, raccolti sempre con grande scrupolo, sono in grado di suggerire percorsi inediti, con lo sguardo rivolto alle contraddizioni del nostro tempo, nel più autentico spirito pasoliniano. Infatti
sembra davvero tramontato il taglio interpretativo per qualche tempo prevalente che aveva cristallizzato il lavoro di Pasolini come quello di un intellettuale rivolto al passato. Il suo attraversamento e rovesciamento di tutte le tradizioni, il suo interrogarsi continuo sui vecchi e nuovi conformismi, la sua ansia di sperimentatore e di innovatore di un mondo in cui tuttavia sapeva individuare lucidamente i pesanti segnali di  arretramento civile:  tutti aspetti che continuano a parlarci, arricchendo il nostro spesso angusto discorso pubblico.
Tutto ciò vale in particolare per il tema che proponiamo al centro della conversazione di quest’anno: che cosa intende per politica Pasolini e che cosa oggi noi collochiamo nel perimetro della politica;  e ancora, con quale senso e con quale modalità la nostra lettura della politica, nel tempo del pensiero unico e globale centrato sul primato del mercato, chiama in causa il concetto di popolo, nelle sue mille sfumature? Una democrazia capace di rappresentare autenticamente il popolo e di rigenerare le sue migliori risorse invece che solleticare i  suoi più elementari istanti, una democrazia fatta di libertà e responsabilità, ma non di vincoli indiscutibili e di dogmi sanciti dalle più diverse liturgie:  forse il senso ultimo della ricerca di Pasolini e della sua “utopia”.
Quell’”utopia” di cui ci parla anche l’ultima fatica editoriale di Angela Felice, animatrice instancabile del Centro Studi di Casarsa, e in cui ha sintetizzato molte delle suggestioni raccolte in tanti incontri sparsi per l’Italia e per il  mondo.
La politica, la cultura, il popolo: nell’anno in cui ricordiamo la profondità del pensiero di Gramsci, a cui andò in un momento di ripensamento critico lo stesso sguardo dolente di Pasolini, una terna concettuale con cui faticosamente anche noi dobbiamo di nuovo fare i conti, privi di certezze, in una democrazia un po’acciaccata, ma tanto bisognosa e ansiosa di cure robuste ed efficaci. Da questo punto di vista, che siano studiosi e ricercatori, anche giovani, come quelli che parteciperanno all’incontro del 27 ottobre, particolarmente attenti ad evitare letture pigre e scontate, anche attraverso la proposta di nuove strade interpretative collocate sul nostro tempo presente, non può che rappresentare un vero segno di speranza.