Affreschi in restauro nella “chiesetta rosa” di Versuta cara a Pasolini

Nella sede del Comune di Casarsa della Delizia è stato presentato ufficialmente il progetto di restauro e recupero, già in corso,  degli splendidi affreschi che impreziosiscono la chiesetta dedicata a Sant’Antonio abate nel piccolo borgo di Versuta. L’antico oratorio, il cui primo impianto risale al secolo XII, è legato a filo doppio alla memoria di Pasolini, che a Versuta visse con la madre dall’ottobre 1947 e che raccontò quel suo “esilio” di campagna  nel pagine diaristiche di Atti impuri, riservando alla chiesetta “rosa”, come la definì, uno sguardo di speciale  amore. Lui stesso, insieme ai suoi allievi, si impegnò nel primo recupero degli antichi affreschi trecenteschi che decorano la parete interna a sud dell’aula, sfregando gli intonaci che li coprivano con delle cipolle, secondo una tecnica artigianale appresa dall’amico pittore sanvitese Federico De Rocco.
Ora quei gioielli pittorici, all’interno come all’esterno della chiesa, saranno riportati a nuova vita, per la gioia dei tanti appassionati dell’opera di Pasolini  che fanno tappa a Versuta.
La meritoria iniziativa è stata resa possibile grazie ai contributi della Regione Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Friuli, già Fondazione Crup, che si sono uniti allo stanziamento previsto anche dal Comune di Casarsa. Sono notizie di cui dà conto anche la giornalista Donatella Schettini nell’articolo che descrive la conferenza stampa in cui è stato illustrato il progetto, con le sue tante articolazioni di cui si prevede il completamento nell’autunno del 2017. (af)
 

Versuta, Pasolini per primo tentò il restauro della chiesa
di Donatella Schettini

http://messaggeroveneto.gelocal.it – 21 marzo 2017

La memoria popolare vuole che sia stato Pier Paolo Pasolini per primo a cercare di recuperare gli affreschi della chiesa di Sant’Antonio abate di Versuta a Casarsa della Delizia. Armato di cipolla, che secondo la tradizione serve per portare alla luce il colore, aveva cominciato a ripulire gli affreschi della piccola chiesa. Un edificio che gli era rimasto nel cuore, conosciuto dopo essere stato sfollato da Casarsa per i bombardamenti del 1944. Adesso la chiesa sarà sottoposta a un intervento di recupero il cui progetto è stato presentato ieri [20 marzo 2017, ndr.] nella sala consiliare del municipio di Casarsa della Delizia.
A rendere possibile il complesso lavoro di recupero degli antichi intonaci e affreschi sono due contributi, uno della Regione Friuli Venezia Giulia e uno della Fondazione Friuli che hanno consentito di poter investire 80 mila euro nei lavori diretti dall’architetto Fabiola Molinaro e realizzati dal restauratore Stefano Tracanelli.

La chiesa di Sant'Antonio abate a Versuta di Casarsa della Delizia
La chiesa di Sant’Antonio abate a Versuta di Casarsa della Delizia

Alla presentazione del progetto, l’incontro è stato  introdotto dal filmato Le (af) fresche immagini,  realizzato da Fabio Cristante. «É un intervento – ha detto l’assessore alla Cultura del Comune di Casarsa della Delizia, Francesco Colussi – legato alla memoria di Pier Paolo Pasolini che fu uno dei primi restauratori di quella chiesa». Da riscoprire e recuperare soprattutto gli antichi intonaci, le stratificazioni nei secoli. «Il progetto completo – ha detto Molinaro – riguardava anche il recupero degli affreschi interni. Lo avevamo accantonato, ritenendo prioritari gli interventi sulle pareti esterne, ma i contributi della Fondazione Friuli e della Regione Friuli Venezia Giulia hanno permesso di portare a conclusione il programma».
Il piano dei lavori prevede la sistemazione del piccolo campanile, il recupero di intonaci e affreschi esterni e interni, la ricollocazione dell’altare, la sostituzione dell’impianto di riscaldamento, perché quello attuale può compromettere le opere murarie, e di quello elettrico, da aggiornare con luci a led per la salvaguardia degli affreschi.
«È un lavoro di squadra – ha detto Tracanelli – che ci consente di riportare alla luce la grande economia di memoria legata a questa straordinaria chiesa».
Il sindaco Lavinia Clarotto ha ricordato il suo legame familiare con la chiesa perché i suoi nonni ne erano i custodi. «È un progetto importante – ha detto – per la conservazione della nostra memoria e per la valorizzazione del nostro territorio». Don Simone Toffolon, direttore dell’ufficio beni culturali della Diocesi ha ribadito a sua volta  il valore dell’intervento «non solo come restauro museale – ha detto -, ma per far rivivere i motivi per cui l’opera è stata realizzata».
Le conclusioni sono state affidate a Lionello D’Agostini, presidente della Fondazione Friuli: «Questo intervento non è un fatto episodico – ha precisati – ma rientra in un percorso di recupero del nostro patrimonio e della nostra cultura. Sono orgoglioso di rappresentare una istituzione che offre alle amministrazioni pubbliche e a soggetti privati la possibilità di realizzare interventi come quello presentato oggi. È indispensabile – ha proseguito – recuperare il passato e rilanciarlo in chiave moderna». Ringraziamenti infine anche ai volontari dell’associazione “La Beorcja” di versuta che si occupano della manutenzione e della cura del sito su cui insiste la piccola chiesa.