Addio a Gianni Borgna

Se ne è andato un altro grande amico di Pier Paolo Pasolini. Prematuramente, ad appena 66 anni, giovedì 20 febbraio, si è spento a Roma Gianni Borgna, figura davvero straordinaria di politico e di intellettuale della Capitale, dove era nato nel 1947  e dove, con il sindaco Rutelli e poi Veltroni, fu anche  assessore comunale alla cultura dal 1993 al 2006, lasciando il segno del sua intelligenza  in tante iniziative concrete, come con la riorganizzazione delle biblioteche capitoline. Quell’impegno politico era partito da lontano, fin dagli anni caldi del ’68, quando era  studente di filosofia alla Sapienza di Roma, militando da subito nel campo della Sinistra e diventando in seguito anche Consigliere regionale del Lazio e, dal 1983, Presidente della Commissione Cultura della Regione. Ma Borgna è stato soprattutto uomo di cultura, docente universitario, giornalista, saggista, scrittore, attività varie in cui ha riservato un vasto campo di interessi e di curiosità: dal cinema, soprattutto d’autore,  alla musica, con particolare attenzione alla storia della canzone leggera e alla  tradizione del canto popolare. Il suo nome resta legato anche alla figura di Pier Paolo Pasolini, che ebbe modo di incontrare la prima volta nel 1963 in occasione del dibattito di  protesta organizzato dal circolo Nuova Resistenza contro il sequestro de La ricotta, uno degli episodi del film pasoliniano  Ro.Go.Pa.G.  Ne rimase subito conquistato per “il viso, l’intensità dello sguardo, la vocazione allo scandalo”, come scrisse  nel 2010  nel libro Una lunga incomprensione. Pasolini fra Destra e Sinistra,  scritto a quattro mani nel 2010 con Adalberto Baldoni. Fu però soprattutto nel 1974 che si infittì il dialogo tra i due, quando Pasolini scriveva i suoi articoli corsari sul “Corriere della Sera”, incontrando l’ostilità di gran parte dei dirigenti del Partito, e Borgna, da poco segretario della Federazione  Giovanile Comunista romana, era invece intrigato proprio dal pessimismo e dall’ indipendenza di giudizio di Pasolini, condividendone le ragioni critiche accanto agli amici e collaboratori Goffredo Bettini e Walter Veltroni.

Da lì vennero altre occasioni di incontro e dibattito, troncate poi bruscamente dal traumatico assassinio del poeta, di cui ai funerali romani, dopo la parole commemorative di Moravia,  toccò proprio a Borgna rievocare l’eccezionale figura di “compagno-non compagno”, così sensibile all’ascolto dei giovani e alle istanze del loro “sogno di una cosa”. Al cantore di Casarsa Borgna dedicò molti dei suoi saggi e del suo impegno, fino a tante recenti fatiche, come la sceneggiatura del docufilm Profezia.L’Africa di Pasolini e l’ispirata drammaturgia dello spettacolo Una giovinezza enormemente giovane, che ha debuttato al Mittelfest 2013 di Cividale, per l’interpretazione di Roberto Herlitzka e la regia di Antonio Calenda. Ma soprattutto va ricordata l’ispirata cura, insieme a Jordi Balló e a Alain Bergala, della mostra “Pasolini Roma”, cui ha contribuito anche il Centro Studi di Casarsa con il prestito di alcuni documenti originali del suo archivio. La mostra, già esposta nel 2013 al   Centro di Cultura Contemporanea di Barcellona e alla Cinémathèque française di Parigi, prevede una terza tappa al Palazzo delle Esposizioni della Capitale, di imminente inaugurazione il prossimo 15 aprile. Un’impresa che ora la scomparsa di Borgna rende quasi testamentaria, come il punto di sintesi di tutta una vita e l’incrocio di due grandi amori: per la città natale e per il grande maestro casarsese, che della Città Eterna, attraverso la sua letteratura e il suo cinema, ha rifondato un nuovo e inconfondibile immaginario mitico. Ma per lo spirito libero di Borgna Pasolini era anche tanto altro. E a lasciarne trapelare le ragioni profonde basta uno stralcio della commemorazione funebre da lui pronunciata a Roma al congedo definitivo dal poeta ucciso. Pasolini –disse allora il giovane oratore – “ha capito che noi preferiamo l’eresia alla norma, lo scontro dichiarato delle idee all’inerzia del pensiero. Che anche noi esploriamo in cerca del mistero senza fermarci mai alla sola apparenza”.