Ad Ariola, in Calabria, il ponte voluto da Pasolini

Il quotidiano “La Stampa”, con l’articolo Il paese sopravvissuto grazie a Pasolini  (13 marzo 2017) a firma di Mimmo Gangemi, ha  portato all’evidenza un episodio della biografia di Pasolini certamente ignoto ai più. Si tratta del cospicuo contributo economico del regista per la costruzione di un ponte che permettesse di togliere dall’isolamento il poverissimo borgo di Ariola, contrada del comune di Gerocarne in provincia di Vibo Valentia. Oggi, in ricordo di quella generosità, che, anche sul piano concreto, attesta la partecipazione pietosa di Pasolini al destino dei diseredati, il comune calabrese ha deliberato di intitolare il manufatto al nome del grande scrittore,  responsabile di un gesto che acquista un  luminoso valore simbolico anche a distanza di tempo, e soprattutto oggi, epoca di muri e non di ponti.
La notizia è stata ripresa dal sito
www.21righe.it, che qui riproduciamo.

Un ponte tra passato e futuro nel nome di Pasolini: Ariola dopo 50 anni ringrazia
redazionale

www.21righe.it – 13 marzo 2017

Ci sono storie che, meglio di altre, restituiscono il vero volto della Calabria. Storie che aspettano, magari, di essere raccontante. Storie di gente, di riscatto e di incontri improbabili, forse, che contribuiscono a rendere tutto più eccezionale. Come quella raccontata questa mattina dal quotidiano nazionale “La Stampa”, attraverso la sensibile penna di Mimmo Gangemi, il quale, come solo lui sa fare, riporta una particolare vicenda accaduta in un angolo di terra vibonese.
«Siamo sulle Preserre vibonesi, comune di Gerocarne, sugli 800 metri d’altezza. È la contrada Ariola – scrive Gangemi – fino agli anni ‘ 60 abitata da contadini, carbonai, pastori, artigiani vasai e confinata ai bordi della civiltà, che ancora non era riuscita a inerpicarsi fin lassù. L’unico sussulto di cronaca, per opera del brigante Peppe Musolino, leggendario ma non da andarci orgogliosi: in località Pietra delle Armi perpetrò la sua vendetta mortale su uno dei due fratelli Zoccali, intento al taglio di un bosco. Un ponte qualsiasi, e anonimo, se non si fosse intrecciato con la storia di Pier Paolo Pasolini».

La pagina de "LaStampa" con l'articolodi Mimmo Gangemi sul "ponte" di Pasolini
La pagina de “LaStampa” con l’articolo di Mimmo Gangemi sul “ponte” di Pasolini

Gangemi ricostruisce la storia di quel ponte, ma soprattutto di quel fortuito incontro tra Pasolini e le «molte facce di Ariola, i dannati della terra, uomini e donne, di un tempo rimasto immobile, che estate e inverno calzavano la sola scorza dura della pianta dei piedi e con fattezze antiche di cui altrove s’era perso lo stampo. Pasolini giunse ad Ariola da Vibo Valentia, dando ascolto all’istinto proletario e alla passione per il mondo contadino che tanto ispirò le sue opere, vi si intersecò. Vi giunse dopo aver scoperto che in quel paesino di cinquecento anime, disperso in un’epoca distante l’intera storia e dove i forestieri che non avessero gli abiti dei cafoni e i volti piagati dalla fatica diventavano una novità su cui sgranare gli occhi e sprofondare inchini, era in atto una protesta contro il Comune che manteneva intatto il Medioevo: una mulattiera per giungervi, niente fogne, niente rete idrica, sterrata la viabilità interna, polverosa d’estate e un acquitrino fangoso dopo ogni pioggia, e l’elettricità limitata al minuscolo borgo, il buio invece per le numerose case sparse nella campagna intorno. Gli toccò percorrere un sentiero in salita ch’era poco più d’una mulattiera. Lui e la troupe a piedi, la macchina da presa a dorso d’asino».
Il resto è un opera, un ponte, che proprio Pier Paolo Pasolini contribuì a costruire, «spedendo 50 mila lire, che non erano poche. E ponte fu. Dopo, non dimenticò Ariola. E intrattenne una fitta corrispondenza con una famiglia del luogo. Peccato che l’emigrazione abbia disperso, assieme agli uomini, quelle lettere». Quel ponte oggi si appresta ad essere intitolato proprio al suo benefattore, Pier Paolo Pasolini. Lo conferma anche il primo cittadino di Gerocarne, Vitaliano Papillo, che non ha mancato di commentare l’articolo apparso su “La Stampa”.
«Piacevolmente sorpreso stamattina, quando, aprendo il quotidiano nazionale “La Stampa”, ho trovato questa notizia su un fatto storico avvenuto ad Ariola: la costruzione del ponte lungo l’attuale strada provinciale eretto grazie al contributo economico fondamentale fornito da un grande della letteratura e del cinema come Pier Paolo Pasolini. Da un fatto spropositatamente negativo – commenta il primo cittadino -, l’inaccettabile condizione di estremo sottosviluppo di una porzione importante del nostro territorio e della sua gente, un evento estremamente positivo, la costruzione di un manufatto di vitale importanza grazie al quale, a quasi 50 anni dal verificarsi dell’episodio, risaltiamo agli onori della cronaca nazionale. Ringrazio per questo l’amico Mimmo Gangemi, grande scrittore di fama internazionale che, come da suo stile, ha saputo descrivere la vicenda in modo tale da quasi permettere al lettore di trovarsi sulla scena dei fatti. Si tratta di un motivo di vanto per la popolazione e l’amministrazione comunale, che si sta spendendo con tutte le sue forze ad esaltare e preservare ogni fatto e ogni circostanza utili allo sviluppo di Gerocarne e del territorio. Amministrazione che mi onoro di rappresentare e che, a riguardo – conclude Papillo -, ha già pronta la delibera e dispone di tutte le autorizzazioni per procedere, a primavera, all’intitolazione del ponte, con tanto di targa commemorativa, al benefattore che, negli anni ’60, ne ha permesso la costruzione, dimostrando la sua vicinanza verso i componenti più bisognosi della società».