A Sedegliano un oratorio civile per David Maria Turoldo (29.VII.2017)

In Friuli un gruppo di artisti, musicisti, attori e scrittori  ricorda David Maria Turoldo con un  “oratorio civile”, che intreccia poesia, preghiera, musica e autobiografia. Sabato 29 luglio 2017, alle ore 21, avverrà questo al Teatro “Plinio Clabassi” di Sedegliano, un paese confinante con il borgo di Coderno dove Turoldo vide la luce nel 1916. L’omaggio al religioso e poeta, ideato da Glauco Venier e Luca Fantini, si intitola La ricchezza della povertà e, liberamente ispirandosi al film Gli ultimi, realizzato da Turoldo con Vito Pandolfi nel 1962,  prevede la partitura musicale scritta da Glauco Venier e  arrangiata Michele Cortella per l’Orchestra Laboratorio “L’insiùm”, con il prezioso violoncello di Mario Brunello,  come un letto sonoro per il canto di Maria Pia De Vito e la voce dell’attore Massimo Somaglino. 

La ricchezza della povertà
Omaggio a padre David Maria Turoldo
di Glauco Venier e Luca Fantini

Teatro “ “Plinio Clabassi” di Sedegliano (Ud)
via XXIV maggio  6
sabato 29 luglio 2017 – ore 21.00

Mario Brunello violoncello
Maria Pia De Vito voce
Massimo Somaglino letture sceniche
Orchestra Laboratorio “L’Insiùm”
Michele Cortella arrangiamenti e direzione

"La ricchezza della povertà", omaggio a David Maria Turoldo. Pieghevole
“La ricchezza della povertà”, omaggio a David Maria Turoldo. Pieghevole

La ricchezza della povertà è una drammaturgia scrit­ta in forma autobiografica da Luca Fantini sul Turoldo più  vicino al suo Friuli ed alla sua povera gente. È liberamente ispirato a Gli ultimi, lo sguardo che il poeta di Dio rivolse, con Vito Pandolfi, alla dura vita dei contadini friulani degli anni Trenta, per cantare simbolicamente attraverso il cinema la sua terra con la sua umanità dimenticata. Un Friuli isolato, povero e depresso che sarà in grado di fare della propria mi­seria non una vergogna ma un valore. Una forza da imporre al resto del mondo.
Lo spettacolo è un intreccio di letture sceniche e musiche originali, scritte da Glauco Venier e arrangiate da Michele Corcella. Organizzato come un oratorio in cui le parti corali sono affidate al laboratorio strumentale “L’Insiùm”, i recitativi alla voce di Massimo Somaglino, e le arie al canto di Maria Pia De Vito e al violoncello di Mario Brunello, richiama alcu­ne delle liriche più intense del frate filosofo, come Per la sera, Memoria, Litania, Infinito silenzio, A suonare i divini sensi, Perché non vale dire,  A terza.
Un progetto complesso e inusuale nella realtà produtti­va della cultura italiana, che ricorda la figura di Turoldo a cent’anni dalla nascita.