A Messina un omaggio musicale alle donne care a PPP

Alla Sala Laudamo di Messina, il terzo appuntamento della produzione “Daf – Teatro dell’esatta fantasia” dedicato a Pier Paolo Pasolini si è chiuso con un omaggio musicale al rapporto tra il poeta e le donne care alla sua sensibilità artistica e personale.  Il lavoro dal titolo Com’ alto il sole, con la presenza della cantante-attrice Patrizia Ajello e l’accompagnamento musicale di Giovanni Puliafito, Patrick Fisichella e Francesco Aiello, ha concluso il ciclo di appuntamenti dedicati dalla città siciliana al grande intellettuale-artista. Sullo spettacolo, che conoscerà delle repliche  anche a metà di maggio, una recensione di  Lavinia Consolato.

“Com’è alto il sole”, ovvero l’amore inconsueto di Pasolini per le donne
di  Lavinia Consolato

www.tempostretto.it – 7 maggio 20116

Di Pier Paolo Pasolini si sono dette tante cose, ma molto raramente si parla del suo interesse per la musica, ed è anche attraverso questa che egli portò alla luce la desolazione delle borgatare romane, invisibili per la buona borghesia, e visibili solo di notte, per i clienti in cerca di pochi minuti di felicità. Patrizia Ajello canta in romanesco Il valzer della toppa, Macrì Teresa detta pazzia e Cristo al Mandrione, che raccontano infatti di prostitute: una ubriaca, così ubriaca, che crede di esser tornata vergine, e un’altra invece affranta, che chiede aiuto al cielo.
Pasolini ebbe un rapporto di amicizia o, di più, di “amore spirituale” con tre donne, delle quali vengono lette le rispettive lettere: Laura Betti, la sua “fidanzata e vedova”, che certo più delle altre, nel 1977, doveva sentire la mancanza di quell’uomo così serio al quale lei aveva insegnato a ridere, a dispetto del fatto che non ci fosse nulla di cui ridere; Oriana Fallaci, che, pochi giorni dopo la sua morte, nel 1975, lo rimproverò molto amaramente  di aver trovato la morte perché non aveva fatto altro che cercarla («sei stato tu a suicidarti, servendoti di lui», un diciassettenne scelto per il rifiuto per il corpo femminile); infine Maria Callas, la Divina, conosciuta per le riprese di Medea, che nel 1971,  con un tono quasi materno, lo riprese per non saper vedere la realtà oltre la copertina dei suoi libri. «Ma quand’è che crescerai?»: è dolcissimo, ed anche commovente.
L’unica donna di cui non si parla apertamente, ma che resta sullo sfondo, è la madre Susanna: l’unico vero amore di Pasolini. «Ma tu sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù», scriveva, con parole d’amore profonde. La Fallaci, sempre rimproverandolo, quasi lo accusava di venerare la madre come “la Madonna messa incinta dallo Spirito Santo”, e non per nulla, nel Vangelo secondo Matteo, Pasolini fece fare la parte della Madonna a sua madre.
La Ajello, con l’accompagnamento di Giovanni Puliafito alle tastiere, Patrick Fisichella alla chitarra e Francesco Aiello alle percussioni, con la voce sicura di una cantautrice presto matura, oltre alle parole di Pasolini, aggiunge due suoi testi: Undici minuti, molto dolce («sospeso sulle domande che il poeta si poneva sulla prostituzione», come spiega lei stessa), e Il venditore di sogni, testo più maturo e musicalmente completo.
In chiusura, una canzone di Pasolini resa famosa dalla voce di Modugno nel film  Che cosa sono le nuvole?

"Com'è alto il sole", spettacolo musicale. Locandina
“Com’è alto il sole”, spettacolo musicale alla Sala Laudamo. Locandina

Prodotto da “Daf – Teatro dell’esatta fantasia”, Com’è alto il sole è lo spettacolo che chiude gli appuntamenti dedicati alla memoria dell’intellettuale italiano di cui l’anno scorso si è celebrato l’anniversario della morte. Le canzoni sono state ben scelte, le tre lettere sono state toccanti, i due testi di Patrizia Ajello denotavano un grande impegno, tuttavia sembra che a questo spettacolo non sia stato dato abbastanza rilievo, dal momento che veramente pochi si sono presentati. (…).

Com’è alto il sole si replica alla Sala Laudamo anche dal  13 al 15 maggio.