A Lubiana omaggio al “Salò” di PPP con le foto di Deborah Beer

Segnaliamo una iniziativa internazionale di Cinemazero di Pordenone, nel cui Archivio Fotografico è custodita la straordinaria documentazione di immagini scattate da Deborah Beer sul set di Salò o le 120 giornate di Sodoma. Saranno esposte a breve a Lubiana in una esposizione che, oltre all’impegno pasoliniano dei cinefili friulani, attesta anche la straordinaria fioritura di manifestazioni che in tutto il mondo ricordano Pasolini a quarant’anni dalla scomparsa.

www.ilfriuli.it – 9 aprile 2015

In un anno che vedrà numerose iniziative legate al nome di Pier Paolo Pasolini – in occasione del quarantennale dalla tragica morte avvenuta il 2 novembre 1975 – Cinemazero di Pordenone  inaugura la serie di attività a cui sta lavorando con la mostra delle foto che Deborah Beer – unica fotografa ufficiale ammessa sul set – scattò durante le riprese dell’ultimo film di Pier Paolo Pasolini, Salò o le 120 giornate di Sodoma. Da venerdì 10 aprile 2015, al Kinodvor di Lubiana, le immagini custodite e valorizzate dall’Archivio Fotografico Cinemazero Images daranno corpo ad un percorso che affianca all’apparato iconografico un essenziale supporto critico, frutto dell’approfondimento e dello studio che negli anni è stato portato avanti e che fa di questo patrimonio un punto di riferimento internazionale.
Salò fu sin dall’inizio un film maledetto, per la sua complicata vicenda critica e distributiva e perché concluso poco prima della morte del poeta, ed è tuttora un film che raggela il sangue, per la gelida violenza che rappresenta e per la straordinaria attualità che ha saputo mantenere. Come Pasolini dichiarò nella conferenza stampa di presentazione del film (materiali e registrazioni che fanno parte dei materiali di Cinemazero): “La ragione profonda che mi ha spinto a fare il film è il vedere ciò che oggi il Potere fa della gente: la manipolazione totale, completa, che il Potere sta facendo delle coscienze e dei corpi della gente”.
Basata sul  testo del Marchese de Sade  Les 120 journées de Sodome, ou l’École du libertinage (manoscritto datato 1785, edito solo nel 1904), ma ambientato nei giorni della Repubblica di Salò, quest’opera è intrisa di brutalità, tortura, sesso, esercitati ed esposti per smascherare il perverso funzionamento del Potere che Pasolini intendeva denunciare. Per questo il set fu uno spazio blindato e per questo le foto di Deborah Beer assumono l’importanza di documenti di inestimabile valore per ricostruire la realizzazione di un’opera tanto complessa e rintracciare le peculiarità stilistiche e tecniche che Pasolini mise in campo in questa occasione.

Paolo Bonacelli in "Salò" (1975) di Pasolini
Paolo Bonacelli, secondo da sx,  in “Salò” (1975) di Pasolini

L’esposizione dunque conferma il coinvolgimento che vede Cinemazero e il suo Archivio Fotografico sempre più impegnati in sedi internazionali, sia per il valore dei numerosi documenti inediti di cui dispone, che per la continua ricerca e l’azione di divulgazione rappresentate dai numerosi volumi presenti in Mediateca e dai contatti e confronti mantenuti in questi anni.
Cinemazero, infatti, fu tra i primi a ricordare il poeta friulano nell’ormai leggendaria retrospettiva del 1979, accompagnata anche da un’esposizione dei disegni originali di Pasolini, da una mostra di fotografie e dalla pubblicazione del libro curato da Luciano De Giusti  Il cinema in forma di poesia. Nel 1994 ha acquisito il Fondo Bachmann e non ha mai smesso di occuparsene (ricordiamo la grande mostra Pasolini Roma che l’anno scorso ha raggiunto Barcellona, Parigi, Roma e Berlino), con un impegno che nel 2015 culminerà in diverse attività. Oltre all’omaggio, esse costituiscono la più viva testimonianza del lavoro che negli anni ha composto la base dell’impegno di Cinemazero  nei confronti di Pasolini.