Nel video “contro-corrente” Chantal Vey sulle tracce di PPP

Chantal Vey, artista francese, fotografa e videomaker, da tempo percorre le coste italiane, sulla traccia del percorso già seguito da Pasolini nel 1959 per il reportage La lunga strada di sabbia. Il risultato è un work in progress filmico, dal titolo contro-corrente, che sarà probabilmente completato entro il 2018. Sulle intenzioni del suo lavoro “non finito” l’artista conserva con Paolo Minucci, in un’intervista comparsa il 6 novembre 2015 su www.pronews.it, che qui riproduciamo su segnalazione della stessa autrice.

L’eredità di Pasolini nelle creazioni di Chantal Vey
di  Paolo Minucci

www.pronews.it – 6 novembre 2015

Artista, scrittore, poeta, cineasta, filosofo e per molti anche profeta, Pier Paolo Pasolini ha marcato a fuoco il secolo breve, quel Novecento che ha visto di tutto e che lui, più di chiunque altro italiano, ha saputo interpretare. Breve è stata anche la sua vita, ucciso a 53 anni, quarant’anni fa. Oggi si fa a gara per commemorarlo, si prova a tirarlo dalla propria parte anche da morto, perché uno così è meglio avercelo a favore che contro. Sempre e comunque. Sì, anche da morto.
Di Pasolini, tanto profetico quanto talvolta ermetico, non è poi così difficile (come talvolta si vuole far credere) cogliere la vera essenza; basta leggerlo, rileggerlo e ristudiarlo ancora. È tutto lì, nei suoi testi, nella sua sterminata produzione artistico-letteraria. E a leggerlo bene, non c’è spazio per gli opportunisti del giorno dopo, quelli che spaventati dalla sua sete di verità lo scaricarono prima e lo osannarono poi.
Pasolini è morto abbandonato dalla gran parte della stampa italiana, o quantomeno ostracizzato. Oggi, però, è vivo più che mai, e non è un modo di dire. La sua eredità viene raccolta da chi prova con umiltà a ripercorrerne il cammino e si fa nuova produzione, nuovo racconto, nuova verità. Tra questi c’è l’artista francese Chantal Vey, folgorata dal poeta italiano e desiderosa ora di indagarne ogni aspetto. Le abbiamo chiesto di fare il punto su ciò che Pasolini era, e su ciò che ancora rappresenta, e la ringraziamo per questo perché ne è uscita fuori una conversazione molto interessante. 

Quando e come Pasolini è entrato nella tua vita?
Ho “conosciuto” Pier Paolo Pasolini durante una retrospettiva alla Cinémathèque di Tolosa, nel 2002, a cui partecipò, tra gli altri, anche Laura Betti. Con i suoi film mi sono avvicinata alla sua opera. Un gigante (mostruoso, nel senso buono del termine), ma forse non ero abbastanza matura per comprenderne l’importanza. All’epoca ero impegnata in altre cose e forse semplicemente non era il momento. Tempo dopo, con La lunga strada di sabbia, l’ho ritrovato, e non l’ho più lasciato. Lì c’è tutta la sua poesia, il suo sguardo sull’Italia del ’59, il suo punto di vista autentico e umoristico.

Immagine tratta da "contro-corrente #1" d Chantal Vey
Immagine  tratta da “contro-corrente #1” di  Chantal Vey

Da cosa nasce il progetto che stai portando avanti?
Questo progetto si chiama contro-corrente e tra pochi giorni sarà pubblicato un testo, anche in italiano, su questo percorso [il video del progetto contro-corrente #1 è visibile insieme ad altri lavori sulla pagina Vimeo dell’artista, ndr]. Tempo fa ho cominciato una ricerca artistica sulle coste dei territori. Dopo le coste del Belgio (cfr. Round Belgium), volevo costeggiare l’Italia, paese che già conoscevo per esserci vissuta all’inizio degli anni Novanta. Un mio amico, Daniel, mi ha poi detto: “conosci questo libro di Pasolini, fa esattamente questo percorso!”. Così ho iniziato a conoscere davvero Pasolini ripercorrendo i suoi passi, ed è questo viaggio che faccio con lui che mi porta oggi ad interrogare la gente sulla sua eredità culturale.

Pasolini cercava la sorpresa, l’intuizione in ogni suo percorso artistico-culturale. Ti muovi allo stesso modo?
Ispirandomi a La lunga strada di sabbia ho seguito il suo itinerario, però controcorrente, appunto. Ho iniziato da Trieste e dalla sua regione di nascita, terra poi della sua infanzia. Il mio diario di viaggio, arricchito dal testo pasoliniano, ha preso corpo proprio partendo da incontri occasionali e fortuiti lungo tutto il litorale. Seguendo la strada degli incontri fortuiti, rivivo le situazioni descritte da Pasolini e le interpreto in quanto artista e donna di oggi; sempre molto vicina agli esseri umani, come amava esserlo Pasolini.

Pasolini ha impregnato il Novecento della sua cultura. Oggi ci sarebbe posto per lui in questa società?
Difficile rispondere, e non solo perché ormai sono trascorsi 40 anni dalla sua morte. Forse la sua poesia è ancora sconcertante e avanti con i tempi. Di certo si sente un gran bisogno di iniziative da parte dello Stato per ricordarlo e bisognerebbe far luce una volta per tutte sul suo omicidio. Senza queste premesse, l’eredità di Pasolini sarà sempre difficile da cogliere. Del resto, il ricordo e la ricerca sulla sua scomparsa, sono spesso affidati a singole iniziative: è il caso degli ottimi libri di David Grieco, La macchinazione. Pasolini. La verità sulla sua morte, e di Simona Zecchi, Pasolini massacro d’un poeta.
Certo quest’anno sarà diverso. L’anniversario della sua scomparsa potrà aiutare a portare alla luce molti dei suoi aspetti meno conosciuti, la sua poetica, i suoi messaggi e aiutare anche a raccontare al grande pubblico chi era veramente Pier Paolo Pasolini. La sua produzione artistica e letteraria, gigantesca, sempre scomoda e dura contro il potere, deve trovare il suo posto in questa società, ma chi vuole davvero confrontarsi con la realtà?

Forse questa società, l’Italia, in effetti non avrebbero nemmeno la forza per reagire alla forza intellettuale e scandalizzatrice di PPP.
Non saprei… ma ciò che mi chiedo è come reagirebbe lui al mondo contemporaneo!
Non sono molto ottimista sulla società attuale. Ciò che Pasolini preannunciava si è incredibilmente avverato; il suo voler rivelare sempre la realtà delle cose, il suo anticonformismo estremo, possono ancora essere imbarazzanti per i nuovi poteri, per una struttura delicata come è quella fondata sul capitalismo… Però, anche se in piccolo, è possibile cambiare alcune cose. La lunga strada di sabbia, in questo senso è un libro rivelatore. Ancora oggi a sessant’anni da quando è stato scritto, seguire lo stesso itinerario e risvegliare la curiosità della gente che incontro sulla strada, su chi era  Pasolini  … ecco questo mi riempie di speranza. Le lucciole sono sempre lì.

Fino a quando continuerai ad indagare il mondo di Pasolini e che progetti hai per il futuro?
In realtà non so, ma credo che me ne occuperò per tutta la vita! Per quanto riguarda i progetti in cantiere, ora voglio portare a termine l’itinerario su La lunga strada di sabbia. Mi resta tutto il sud, partendo da Pescara per arrivare ad Ostia; sarà la terza tappa che ho in programma di compiere tra un anno o poco più, perché conto di terminare l’intero progetto per il 2017-2018. Ad ogni modo, al termine di ogni tappa, presenterò (come già faccio) qualche piccolo petites formes, vale a dire installazioni di foto, video, performance sonore, tutto unito al mio diario di viaggio.
Più in là, invece, mi piacerebbe trasferirmi a Roma per sei mesi o un anno per approfondire la mia ricerca su Petrolio; vorrei farne una cartografia, con tutti i personaggi, e sviluppare una topografia dei “luoghi pasoliniani”, iniziando proprio da Roma e Viterbo.

[idea]Info[/idea]
Per chi volesse seguire il percorso artistico di Chantal Vey, ecco una piccola agenda dei prossimi appuntamenti che la vedranno coinvolta:
-dal 27 novembre al 6 dicembre 2015: mostra The Long Road of the Sand ed altri eventi al Centro Onomato Verein, nell’ambito del Filmwerkstatt, Dussedorf (Germania), in cui sarà presente anche Angela Felice, direttrice del Centro Studi  Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia.
-gennaio 2016: proiezione del film contro-corrente #1  al Film Festival di Trieste: un omaggio a PPP. Trieste.
-2016, 2017: mostra al FRAC Nord-Pas-de-Calais, contro-corrente #2. Dunkerque (Francia).
-fine 2016, inizio 2017: mostra al Centro della Fotografia Contretype, contro-corrente.Bruxelles (Belgio).