La Villa Aldini di “Salò” a Bologna, di Michel Chomarat

Lo studioso e bibliofilo francese Michel Chomarat, insieme a Julien Adelaire, ha visitato di recenti alcuni luoghi topici legati a Pasolini, sia a Casarsa che a Bologna. In quest’ultima città, ha perlustrato in particolare Villa Aldini, maestoso edificio neo-classico posto sulle colline di Bologna, in cui Pasolini girò alcune scene di Salò. Ne è nata una preziosa plaquette, edita nel gennaio 2015 per Mémoire active  da Le Coteau, in cui compaiono sia uno scritto sulla storia della Villa, che conserva tanti legami con l’epoca napoleonica, che un piccolo reportage di immagini, scattate da Julien Adelaire. Col consenso degli autori, riproduciamo qui il testo descrittivo e due esempi delle fotografie che lo arricchiscono di suggestioni visive.

La Villa Aldini
di Michel Chomarat

Villa Aldini. Bologna
Villa Aldini. Bologna

La Villa Aldini (in realtà, un palazzo a tutti gli effetti!), dalle dimensioni imponenti, fu costruita sulle colline di Bologna, tra il 1811 e il 1816, dall’architetto Giuseppe Naldi. E’ oggi la più importante costruzione di stile neo-classico che si trovi nella città. La facciata principale presenta nella parte superiore  un grande timpano decorato da un bassorilievo, che fu realizzato nel 1815 dallo scultore Giacomo de Maria (1762-1838), amico e allievo di Antonio Canova. Il soggetto del fregio è una rappresentazione dell’Olimpo, al centro della quale campeggia la statua di Giove, circondata da altre divinità.
Il nome della villa si deve ad Antonio Aldini (1755-1826), giurista e uomo politico italiano, che è all’origine della costruzione di questo edificio. Dopo i suoi studi, Antonio Aldini divenne professore di diritto all’Università di Bologna e in seguito ricevette numerosi incarichi durante la Repubblica Cisalpina, la Repubblica Italiana e il Regno d’Italia. Fu Napoleone Bonaparte ad apprezzarlo  e a favorirne le nomine in  seno ai diversi governi.
Dopo il fallimento della cospirazione del 14 novembre 1974, i capi giacobini Luigi Zamboni e Giovan Battista De Rolandis furono arrestati e torturati. Mentre  Zamboni moriva in carcere, Antonio Aldini assunse la difesa di De Rolandis, nel tentativo disperato di salvargli la vita. Malgrado l’impegno personale di Aldini, De Rolandis fu condannato a morte e impiccato a Bologna il 27 aprile 1976.
Il 18 ottobre 1976, al tempo della costituzione della Confederazione Cisalpina a Modena, Antonio Aldini fu designato come suo primo Presidente.  Fu  a capo dei cento parlamentari della Repubblica Cisalpina che, il 7 gennaio 1977, approvarono la scelta del tricolore come bandiera del nuovo Stato. Nel 1800, dopo il ritorno dei Francesi in  Italia e la rinascita della Repubblica Cisalpina, occupò  diverse responsabilità di governo. Fu  a Parigi per discutere della futura Costituzione e partecipò alla Consulta, che si riunì a Lione, nell’antica cappella del collegio della Trinità, dall’11 al 26 gennaio 1802.
Rifiutata la nomina a Presidente della Repubblica Italiana, divenne  componente del Corpo Legislativo. Nel 1805 fu nominato Ministro-Segretario di Stato del Regno d’Italia, poi Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona Ferrea con  Lettere Patenti  del 12 aprile 1809. Consigliere privato dell’Imperatore Napoleone 1° per l’assetto  degli Stati italiani, fu anche delegato al Congresso di Vienna il 18 settembre 1814.
La leggenda vuole che, quando Napoleone, nel giugno 1805, percorse a cavallo la collina di san Benedetto, che domina tutta Bologna, esclamasse: “Una meraviglia!”. Così Antonio  Aldini, per compiacerlo, progettò  la costruzione dell’edificio,  divenuto poi  la villa che oggi porta il suo nome. La caduta di Napoleone come Re d’Italia coincise con quella di Aldini: infatti, l’Imperatore non mise mai piede in quella villa …
Dopo tante vicissitudini e tanti diversi usi, bisogna attendere il 1975 perché Pier Paolo Pasolini ridia un certo lustro all’edificio, in cui girò parecchie scene di Salò o le 120 giornate di Sodoma.
Ironia della sorte, è nella medesima città dove nacque nel 1922 che girò il suo ultimo film, prima di essere assassinato a Ostia nella notte tra il 1^ e il 2 novembre 1975.
(traduzione dal francese di Angela Felice).

[info_box title=”Michel Chomarat” image=”” animate=””](Lione 1948)  è editore,  direttore di  riviste, collezionista, esperto di Nostradamus, oltre che attivista del movimento gay. Tra le sue pubblicazioni, À 13h30 place Vendôme(1990); gli atti  di Assises nationales Mémoire gay & lesbienne (2002-2005) ; Follement gay ! L’homosexualité dans les collections de la bibliothèque de Lyon (catalogue d’exposition,  2005); numerosi saggi sui libri antichi, Nostradamus e la massoneria francese (fonte: www. alma.hypotheses.org).[/info_box]