Claudio Villa e Pasolini: un incrocio poco noto del 1960

L’anniversario della morte di Claudio Villa, “reuccio” della canzone italiana dalle eccezionali doti canore scomparso il 7 febbraio 1987, spinge Marcello Colasanti a ripescare un curioso episodio che nel 1960 incrociò Pier Paolo Pasolini con la carriera del popolare cantante, primo vero idolo italiano di massa.
Claudio Villa, all’epoca, era da più parti al centro dell’attenzione, sia della ammirazione sconfinata dei tantissimi fan  che della polemica critica, in quest’ultimo caso per varie ragioni: il sussiego della cultura “alta”, senza dire del carattere spavaldo e diretto del cantante e della sua dichiarata appartenenza alla sinistra. Successe così che su un numero della rivista «Sorrisi e canzoni» del 1957 fu perfino aperto un processo simbolico a suo carico, avente a capo di imputazione il reato di divismo e di arroganza. Assolto dai lettori, consultati in una specie di sondaggio d’opinione, il processo riprese tre anni dopo, sempre sulla rivista «Tv Sorrisi e canzoni», nel cui titolo si era nel frattempo aggiunta anche la dicitura “Tv”.
Sottoposto così al giudizio di una nuova giuria popolare, Villa uscì assolto anche questa seconda volta per verdetto inappellabile. Ma è significativo e comunque poco noto che, tra i 138.225 votanti,  a difesa di Villa si sia schierato perfino Pasolini, di cui uscì una “arringa” a favore del “reuccio” sul numero 47 della rivista uscita il 20 novembre 1960.
«Mi piace il repertorio delle canzoni melodiche di Claudio Villa – scrisse il poeta, come è riportato da Colasanti – perché mi piace il pubblico che ama questo stile popolare e verace. Approvo che Villa scriva, musichi e interpreti le sue canzoni. Lui lo fa nel suo piccolo come Charlot ha fatto nel suo grande. In quanto agli atteggiamenti da bullo, la presunzione e gli atteggiamenti d’insufficienza che gli si imputano al capo di accusa numero 2, io trovo che nella sua qualità di cantante-attore e di personaggio dello spettacolo tali atteggiamenti gli si addicano, perché fanno, appunto, spettacolo. Disapprovo invece che Claudio Villa sia dia a interpretazioni del genere urlato, anche perché io credo nella canzone come mezzo verace d’espressione e penso che il genere urlato non sia genuino. Vorrei che Claudio Villa fosse assolto, perché i cantanti mi sono simpatici e amo le canzoni. Solo mi piacerebbe che, come mezzo di espressione, fossero portate a un livello più interessante».

"Tv sorrisi e canzoni" del 20 novembre 1960
“Tv sorrisi e canzoni” del 20 novembre 1960

D’altra parte non occorre scordare che i pischelli e i ragazzi di vita immortalati da Pasolini nei suoi romanzi romani esibiscono e sfogano spesso la loro allegria malandrina con il canto a squarciagola dei brani celebri del loro beniamino, nato povero a Trastevere ma da lì salito alla fama e al successo. Un intero capitolo del romanzo Una vita violenta si intitola anzi Canzoni di vita, con chiaro riferimento alla colonna sonora popolare della gioventù delle borgate. Lo stesso protagonista Tommasino, quando fa cantare una serenata alla sua innamorata Irene, sceglie una canzone di Villa per dare espressione ai suoi sentimenti. È Madonna amore, un brano del 1955: « La luna si specchia ai vetri del tuo balcone / e tu sei nascosta dietro le sue tendine / cantando son qui per dirti che ti voglio bene / affacciati per sentire / la mia canzone». Tramite Claudio Villa anche Tommasino dà voce al sogno di un pezzetto di cielo e di una vita serena e decorosa.
L’articolo di Marcello Colasanti è leggibile integralmente in www.agoravox.it (7  febbraio 2018). (a.f.)