A Terni mostra degli scatti di Sandro Becchetti, fotografo anche di Pasolini

Al CAOS di Terni, acronimo che sta per Centro Arti Opificio Siri, sarà inaugurata sabato 25 novembre 2017 una mostra dedicata, per la cura di Valentina Gregori e Irene Labella,  ad un maestro della fotografia italiana, Sandro Becchetti, nato nel 1935 e scomparso nel 2013. L’esposizione, che durerà fino al 4 marzo 2018, propone ottantacinque ritratti di illustri protagonisti della cultura italiana e internazionale degli anni Sessanta, come il celebre scatto in cui un Pasolini dal tragico volto scavato tiene in mano e mostra la copertina del libro Le ceneri di Gramsci, edito nel 1957. In quel caso Becchetti, un “ladro di anime” come è stato definito, riuscì a catturare il tormento del poeta,  in coerenza con un linguaggio fotografico incline a un chiaroscuro capace di cogliere i conflitti mascherati dietro le apparenze dell’essere umano. Anche in sintonia con questa sensibilità, la mostra si intitola L’inganno del vero. 

Sandro Becchetti – L’inganno del vero
di Cut-tv’s

www.clickblog.it – 22 novembre 2017

«… Questa per me è stata la fotografia: la menzogna, una componente essenziale della verità. Le mie macchine fotografiche contenevano, per me, intendo dire, tutte le immagini possibili, ma come le platoniche ombre contenevano anche il loro contrario» [Sandro Becchetti]

«Spupazzati da madri-meduse che pietrificano i figli in una perenne adolescenza, gli italiani della mia generazione desideravano le ragazze ma, per timore, ignoravano le donne» [Sandro Becchetti]

Anche non condividendo orientamenti filosofico-culturali tanto radicali e relativisti da negare o mettere in discussione criticamente l’esistenza di verità assolute, o non dovendo fare i conti con l’universo iconografico che sceglie, seziona, mette in posa, ricostruisce e ritocca le immagini per renderle più vere del vero, è difficile non condividere le considerazioni di Sandro Becchetti sulla fotografia e “l’inganno del vero”.
Considerazioni in parte smentite e in parte avvalorate dalle zone d’ombra e di luce colte dal celebre scatto di Pier Paolo Pasolini, con l’ode sepolcrale de Le ceneri di Gramsci in mano e lo sguardo ben aperto sulla consapevolezza della drammatica contraddizione vissuta nei confronti della società dalla quale si sente profondamente diverso. Lo sguardo senza tempo puntato sulle dolorose contraddizioni che albergano in ognuno di noi. Il ritratto potente di un rapporto conflittuale, analogo a quello vissuto da Becchetti con la fotografia che dissimula, la società assuefatta e indifferente, un temperamento sensibile al chiaroscuro dell’esistenza, protagonista di poesie, racconti e soggetti per la tv. 

Pasolini con "Le ceneri di Gramsci". Foto di Sandro Becchetti
Pasolini con “Le ceneri di Gramsci”. Foto di Sandro Becchetti

«Quando iniziai questo mestiere, nella seconda metà degli anni ’60, -scrisse Becchetti-  io non avevo il mito del “Fotografo”. Non mi ero neanche mai posto la domanda: la fotografia è un’arte? Penso solo, in proposito, che, avendo avuto la possibilità di acquistare in due rate una vecchia Retina, ad un certo punto trovai più interessante fotografare gli uomini che i monumenti romani. Gli anni in cui – dopo la Retina, una Contax regalata e infine le due Asahi Pentax che ancora ho – lavorai, rappresentano, nel bene e nel male, uno dei periodi più interessanti della nostra storia. Nel profondo cessai di essere fotografo ai funerali di Piazza Fontana perché, nella sequela degli orrori che continuarono, la consapevolezza di non riuscire a spostare di un’acca la paura e l’indifferenza, l’assuefazione a conciliare cibo e sangue davanti al televisore, mi diedero netta l’impressione che nella società italiana il potere (chi, quale?) stesse sperimentando un’operazione genetica. La creazione di uno scadente materiale umano, refrattario a progetti che non fossero confinabili fra gli occhi e lo stomaco. Diventai ritrattista, anche bravo, a detta di molti. A mio giudizio, mediocre, proprio per la mediocrità dell’inganno: un clic non condenserà mai una vita e spesso (salvo rare eccezioni) i segni di una faccia dissimulano più che rivelare. Poi, nel lontano 1980, tagliai ogni rapporto con la fotografia, e, soprattutto, con il mondo della fotografia. Fu solo nel 1995 che, in occasione di un viaggio in Portogallo, ripresi in mano una macchina fotografica (una piccola Olympus prestata da un’amica). Da allora ho rispolverato Pentax e Leica e ho anche maturato la volontà di esporre le mie foto. Nella vita non c’è età per mutare pelle».
La stessa sensibilità che gli consente di fotografare l’anima tormentata di Pasolini e quella fascinosa di Laura Antonelli, le pose del Fellini più sornione e quella più annoiata di Alfred Hitchock, un Dustin Hoffman da “corridoio” e il profilo “già” iconico di Warhol, la silhouette dei fratelli Taviani insieme ai funerali delle vittime di Piazza Fontana, i marinai greci e il soldato sefardita di Gerusalemme, fino al momento della sua scomparsa nel 2013.  Sono ottantacinque ritratti di questi testimoni della nostra epoca e una selezione di venti scritti del fotografo, raccolti come una sorta di testamento spirituale ed intellettuale nelle pagine del volume L’inganno del vero. Tracce di un percorso in soggettiva edito da Postcart nel 2015, ad aver ispirato il viaggio espositivo curato da Valentina Gregori e Irene Labella per gli spazi del CAOS di Terni.
Da sabato 25 novembre 2017, Sandro Becchetti. L’inganno del vero porta in mostra gli aspetti più potenti e contrastanti del suo linguaggio fotografico, spaziando da Pasolini alla sua amata periferia, dai ritratti dei protagonisti dell’epoca ai paesaggi umbri, compresi alcuni inediti scattati negli anni ’70 nelle Acciaierie di Terni, esposte a parte, nelle spazio della Project Room intitolata per l’occasione “La caduta degli dei” e dedicata agli aspetti più intimi e incisivi del lavoro del fotografo, con le foto alle pareti e gli oggetti più significativi della sua vita su un tavolo al centro della stanza.

 

La mostra "Sandro Becchetti.L'inganno del vero" al CAOS di Terni
La mostra “Sandro Becchetti.L’inganno del vero” al CAOS di Terni

[idea]Info[/idea]Sandro Becchetti – L’inganno del vero 
25 novembre 2017 –  4 marzo 2018 
CAOS | Centro Arti Opificio Siri 
Viale Luigi Campofregoso, 98 
Terni