A 90 anni dalla nascita, un ricordo di Domenico Modugno, voce delle “Nuvole” di Pasolini

Il 9 gennaio 2018 cadeva l’anniversario dei novant’anni dalla nascita a Polignano a Mare (Bari)  di Domenico Modugno, considerato uno dei padri della canzone italiana e uno tra i più prolifici artisti in generale, avendo scritto e inciso circa 230 canzoni, interpretato 38 film per il cinema e 7 per la televisione, nonché recitato in 13 spettacoli teatrali, condotto alcuni programmi televisivi, e vinto molti Festival di Sanremo: universalmente nota è la prima di tali vittorie, quella del 1958 (primo cantautore in gara nella storia della manifestazione) con Nel blu dipinto di blu, ma ribattezzata quasi subito dal pubblico Volare e destinata a diventare una delle canzoni italiane più conosciute, se non la più conosciuta al mondo, tanto da vendere 800 000 copie in Italia e oltre 22 milioni nel mondo. Modugno è anche uno dei due cantanti italiani (l’altro è Renato Carosone) ad aver venduto dischi negli Usa senza inciderli in inglese. Nei suoi ultimi anni fu anche deputato e dirigente del Partito Radicale. È tra gli artisti italiani che hanno venduto il maggior numero di dischi con oltre 70 milioni di copie.
Ricordiamo questo poliedrico, esuberante artista (morì a Lampedusa il 6 agosto 1994) anche per il sodalizio artistico con Pasolini, che lo volle tra gli interpreti (fu il monnezzaro) nel film del 1967
 Che cosa sono le nuvole? (ne musicò anche la canzone omonima su testo di Pasolini) e lo chiamò a cantare anche per i titoli di testa del lungometraggio Uccellacci e uccellini (1966).

Domenico Modugno avrebbe 90 anni: le 10 canzoni immortali
di Gabriele Antonucci

www.panorama.it – 9 gennaio 2018

Sono in molti a pensare che il vero inno nazionale italiano nel mondo, al posto di quello ufficiale di Mameli, sia Nel blu dipinto di blu dell’indimenticabile Domenico Modugno, la prima, vera star internazionale della musica italiana. Cantautore, attore, autore, poeta, regista, cantante dalla travolgente forza interpretativa, “mister Volare”, che oggi avrebbe compiuto 90 anni, è stato un uomo solare, semplice e forte che, nonostante l’enorme successo, non ha mai rinnegato le sue radici popolari ed è ancora oggi un faro per tutti quelli che si avvicinano al mondo della musica per la sua carica innovativa, tanto che non è esagerato parlare di un prima e un dopo Modugno per la musica popolare italiana.

L’impatto di “Nel blu dipinto di blu”
Una generazione di italiani provati dalle macerie provocate dalla Seconda Guerra Mondiale trovò nel 1958, in quelle due braccia allargate verso l’infinito di Nel blu dipinto di blu, una nuova speranza di vita e uno slancio che ha portato pochi anni dopo al boom economico degli anni Sessanta.
Volare, come da molti è conosciuta, ha spalancato le porte della modernità alla canzone italiana. Un successo mondiale che ha fatto vincere al Mimmo Nazionale tre Grammy Award per disco dell’anno, canzone dell’anno e interprete dell’anno: mai nessun artista italiano era riuscito prima di allora ad affermarsi negli Stati Uniti, musica lirica a parte.
Secondo solo a Claudio Villa nella classifica dei cantanti che hanno vinto più volte il Festival di Sanremo,  Domenico Modugno si è aggiudicato per tre volte la kermesse: nel 1958 con Johnny Dorelli con l’iconica Nel blu dipinto di blu, l’anno successivo sempre con Dorelli con Piove e nel 1966 insieme a Gigliola Cinquetti quando interpretò Dio come ti amo.

Domenico Modugno in “Che cosa sono le nuvole?”

La sua carriera di attore e il suo impatto culturale
Nella sua feconda carriera da attore è stato Mackie Messer nell’Opera da tre soldi di Bertolt Brecht con la regia di Giorgio Strehler, protagonista dello sceneggiato tv Scaramouche e un Cyrano di grande successo.
Per capire l’impatto culturale che ha avuto l’artista pugliese, basti pensare che Salvatore Quasimodo lo autorizzò a utilizzare due poesie come testo per Ora che sale il giorno e Morte chitarre, mentre Pier Paolo Pasolini scrisse per lui il testo di Che cosa sono le nuvole? e chiamò Modugno a cantare il brano, scritto da Ennio Morricone, per i titoli di testa di Uccellacci e uccellini.

Il suo rapporto con Polignano a Mare
Modugno aveva negli occhi il mare di Polignano, dove nacque il 9 gennaio del 1928, suggestiva cittadina in provincia di Bari dai panorami mozzafiato che negli ultimi anni sta conoscendo un boom turistico grazie anche al successo del film d’esordio di Checco Zalone, Cado dalle nubi, oltre che per essere stata scelta come ambientazione di alcune puntate dell’imperituro Beautiful, girate tra le sue romantiche balconate sul mare.
Da dieci anni è meta di pellegrinaggio per la suggestiva statua dedicata a Mimmo, che guarda il paese e non il mare, perché vuole significare la riconciliazione dell’artista con la sua cittadinanza, e da sette ospita ad agosto la fortunata manifestazione “Meraviglioso Modugno”, una delle più importanti del Sud Italia per la musica d’autore, a cui hanno partecipato artisti del calibro di Negramaro, Ornella Vanoni, Piero Pelù, Max Gazzè, Enrico Ruggeri, Niccolò Fabi, Morgan e tanti altri.
Modugno ha avuto un rapporto contrastato con il suo luogo di nascita,”tradita” all’inizio della carriera, quando si spacciò per siciliano per incontrare più facilmente i favori del pubblico.
Proprio a Poligno ha tenuto il 26 agosto 1993 il suo ultimo, applauditissimo concerto, dopo nove anni di calvario in seguito a un ictus che lo ha colpito nel 1984 negli studi Mediaset di Cologno Monzese.