PPP e la lingua italiana. Intervista a Francesco Sabatini

Da un’uscita online su http://lacittadisalerno.gelocal.it  del 1° marzo 2016, riprendiamo le considerazioni sulle trasformazioni della lingua italiana di Francesco Sabatini, oggi presidente onorario dell’Accademia della Crusca. Secondo lo studioso, intervistato dal giornalista Stefano Pignataro in occasione di una lezione tenuta il 29 febbraio 2016 all’Istituto “Genovesi-Da Vinci”  di Salerno, l’italiano del Novecento conosce una naturale evoluzione, che ne adatta il lessico e le strutture sintattiche a nuove esigenze comunicative, senza che tuttavia ne siano  alterate  le caratteristiche di fondo.  Una situazione mobile di cui, secondo Sabatini, fu soprattutto Pasolini a indagare i fenomeni nuovi. 

«Così è cambiata la lingua italiana».
Per il
 presidente onorario della Crusca, Pasolini un innovatore
di Stefano Pignataro

http://lacittadisalerno.gelocal.it  – 1° marzo 2016 

La lingua italiana, una lingua complessa e allo stesso tempo semplice,  si presta molto al cambiamento, adattandosi facilmente ai tempi e trasformandosi secondo le numerose esigenze di chi se ne serve. E’ stato uno dei punti che il professore Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca, ha analizzato in una lezione tenuta all’Istituto “Genovesi-Da Vinci”  di Salerno organizzata nell’ambito del progetto Sapere Aude (referente Pina Masturzo). Il professore Sabatini ha apertamente denunciato l’eccessivo uso degli anglismi nella nostra lingua che spesso ci fanno cadere nel ridicolo. Se si può capire che termini come stalking entrino nell’uso comune del nostro parlato per accattivare gli ascoltatori, è ridicolo, secondo il professore, usare food o gate. L’italiano possiede già tanti termini e sinonimi. Perché non usare quelli?

Francesco Sabatini
Francesco Sabatini

Professor Sabatini, la lingua italiana vanta una lunghissima tradizione letteraria ma nel corso dei secoli è andata mutando, trasformandosi in una lingua di consumo. In che cosa maggiormente è cambiata la nostra lingua?
L’italiano è diventato lingua di consumo senza tuttavia perdere le funzioni di lingua di cultura. La lingua di consumo, che noi indichiamo come quella del supermercato, ha una sua indubbia utilità nella vita di tutti i giorni. E’ una lingua che accelera, velocizza. Badi bene che però i cambiamenti non sono così grandi come ci danno sempre ad intendere. Già molti casi, che oggi chiamiamo innovazioni linguistiche, ci sono sempre stati, come ad esempio l’uso dell’indicativo al posto del congiuntivo. Sono tutte tendenze volte all’efficacia comunicativa e oggi sono molto accettate.

Nel Novecento abbiamo avuto un’unificazione linguistica dovuta a diversi fattori extralinguistici: grandi migrazioni, avvento delle nuove tecnologie di massa. L’Accademia della Crusca come ha reagito?
Questo cambiamento lo abbiamo avuto negli ultimi trenta-trentacinque anni. Il mio predecessore, Giovanni Nencioni, istituì negli anni Settanta-Ottanta programmi innovativi di studi della lingua, adatti proprio per quei cambiamenti. La Crusca fondò accademie linguistiche, fece pubblicazioni di grammatiche plurilingue. 

Qual è stato lo scrittore che secondo lei ha maggiormente indagato i fenomeni linguistici? Che si è accorto di un rapido cambiamento della lingua o ha proprio innovato il panorama linguistico nazionale attraverso la sua letteratura?
Senza dubbio Pier Paolo Pasolini; con la sua personalità dirompente e la sua carica ha contribuito a scindere il concetto di lingua italiana da quella di lingua di consumo e dunque secondo il concetto di omologazione a lui tanto caro. Gadda fu autore di importanti innovazioni sulla nuova lingua dei mass-media, in particolare di quella radiofonica. A Italo Calvino dobbiamo la presa di coscienza della nuova questione della lingua che si andava man mano a trasformare. Mi riferisco, a tal proposito, all’ «antilingua del brigadiere». Italo Calvino descrisse, in un articolo apparso nel 1965 su “Il Giorno”, il fenomeno dell’antilingua, «quell’italiano surreale che ha contagiato il nostro linguaggio quotidiano».

In questi giorni si sta tanto parlando del nuovo termine “petaloso” che la Crusca ha accettato come nuovo vocabolo. La lingua italiana non ha confini?
Senza dubbio su questa notizia i mass media hanno ingigantito tutto, perché è parso interessante (a tratti lo è ed è soprattutto stimolante) che un bambino abbia provato da solo ad esprimere un suo concetto su un fiore ricco di petali. Penso che ciò accada ogni giorno in centinaia di scuole a migliaia di bambini. La lingua italiana è una lingua che, come detto, si adatta molto alle tendenze senza perdere le sue caratteristiche.

[info_box title=”Francesco Sabatini” image=”” animate=””]nato in Abruzzo nel 193 a Pescocostanzo (L’Aquila), si è laureato in Storia della Lingua italiana all’Università di Roma nel 1954 con Alfredo Schiaffini e Natalino Sapegno. Professore ordinario dal 1971  di Storia della lingua italiana e linguistica italiana, ha insegnato nelle Università di Lecce (1965-71), Genova (1971-75), Napoli (1975-76), Roma “La Sapienza” (1976-95) e Roma Tre, Ateneo nel quale è dal 2010 Professore Emerito.
Dal 1977 al 1981 è stato presidente della Società Linguistica Italiana e dal 1999 al 2001 dell’Associazione per la Storia della Lingua Italiana. Socio dell’Accademia della Crusca dal 1976, nel  1988 è diventato accademico e nel marzo del 2000 è stato eletto presidente della stessa istituzione, primo non toscano docente dell’Università di Firenze a ricoprire questa carica. Riconfermato poi per due successivi mandati, il 16 maggio 2008, con un anno di anticipo sulla scadenza del suo mandato, in conseguenza dell’approvazione del nuovo statuto, ha lasciato la presidenza dell’Accademia della Crusca, diventandone il Presidente onorario.  Durante la sua presidenza l’Accademia della Crusca ha realizzato il proprio sito web, ha riordinato e informatizzato il proprio archivio storico, e ha curato, assieme a un gruppo di collaboratori, la riedizione anastatica e informatica del primo Vocabolario della Crusca del 1612.
Ha inoltre ideato il programma della “Settimana della Lingua Italiana nel mondo”, iniziativa che si svolge ogni anno dal 2001 in tutti gli Istituti Italiani di Cultura, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri. Ha anche instaurato un rapporto particolare tra l’Accademia della Crusca e la Presidenza della repubblica Italiana durante il settennato del Presidente Carlo Azeglio Ciampi.
Francesco Sabatini è autore di numerose pubblicazioni, tra cui il noto Dizionario Italiano (insieme a Vittorio Coletti) e L’Europa dei popoli (insieme al demografo Antonio Golini). I suoi interessi di ricerca si concentrano sulle origini delle lingue neolatine, la pluralità di lingue e culture nell’Italia medioevale, la formazione della norma linguistica italiana, l’evoluzione dell’italiano dopo l’Unità politica e nell’era delle telecomunicazioni, la linguistica generale, il linguaggio giuridico, l’educazione linguistica nella scuola italiana, la posizione delle lingue nazionali nell’Europa contemporanea.
Sabatini, autore del programma televisivo Le voci dell’italiano, trasmesso da RAI International, dal 2009 è titolare della rubrica televisiva “Pronto soccorso linguistico”, trasmessa la domenica mattina nell’ambito del programma Unomattina in famiglia della RAI. [fonte Wikipedia][/info_box]