Casa Colussi/CSPPP. Cronaca di un lungo iter edilizio (1976-2008)

PAGINE CORSARE

Fondo Angela Molteni

La vita

Fin dal 17 gennaio 1976, con la costituzione di un “Comitato Pier Paolo Pasolini”, Casarsa ha iniziato a coltivare l’idea di dar vita a un archivio che raccogliesse  le opere autografe di Pasolini, soprattutto del periodo friulano, e di individuare una sede che le custodisse e le mettesse a disposizione degli studiosi e degli appassionati. Questo progetto ha potuto trovare una prima realizzazione nel 1995, quando fu inaugurata la sede, ancora da ristrutturare, dell’attuale Casa  Colussi, acquisita dalla Provincia di Pordenone due anni prima. Dopo un lungo, complesso e travagliato lavoro di ristrutturazione edilizia, si giunse così al 2008 con il definitivo battesimo del Centro Studi Pier Paolo Pasolini / Casa Colussi, sede del prezioso Archivio di autografi pasoliniani nel frattempo acquisiti e punto autorevole di riferimento per iniziative di studio, valorizzazione e divulgazione della figura e del lascito artistico e intellettuale del poeta.
Tre articoli apparsi su Pagine corsare” (di Fabrizio Peronaci, su “Il Corriere della Sera” del 25 febbraio 2008; di Michela Sovrano, “Il Gazzettino” del 27 aprile; di Paolo Garofalo, in “Teatri della diversità”, n.45, aprile 2008)  ricostruiscono le tappe di questo lungo iter. Ne pubblichiamo una scheda sintetica.

 Archivio e Centro Studi PPP/Casa Colussi. Le tappe di un lungo iter edilizio

Fabrizio Peronaci
“Corriere della Sera” –  25 febbraio 2008

 Michela Sovrano
“Il Gazzettino” – 27 gennaio 2008

Paolo Garofalo
“Teatri delle diversità” n. 45, aprile 2008

L’edificio che comunemente è indicato come la Casa di Pier Paolo Pasolini è in realtà la casa materna. Il lotto risulta già edificato nella prima metà dell’Ottocento, ma con conformazione assai diversa dell’attuale. La Casa Colùs o Colussi, da cui deriva l’edificio esistente, fu realizzato all’inizio del Novecento e fu poi seriamente danneggiato nel bombardamento aereo del 5 marzo 1945 che colpì e quasi distrusse l’abitato di  Casarsa. La Casa fu poi ristrutturata nell’immediato dopoguerra.
La casa dei nonni materni fu comunque per Pasolini un luogo estremamente significativo nella sua vita, in anni decisivi di esperienze sociali, culturali e politiche. Frequentare quella casa permise al poeta di stringere un rapporto fondamentale tra la cultura accademica e borghese della formazione bolognese e la realtà contadina di Casarsa.
Pasolini trascorse per la prima volta un anno intero a Casarsa durante l’anno scolastico 1928-1929 in seguito ad alcune  difficoltà economiche del padre Carlo Alberto. A partire, poi, dal 1933 il giovane Pasolini era solito trascorrervi le vacanze estive con la madre e il fratello Guido Alberto.
Alla fine del 1942, mentre il padre era prigioniero di guerra degli inglesi  in Kenya, Susanna Colussi ed i figli decisero di trasferirsi definitivamente a Casarsa, per il timore dei bombardamenti cui era sottoposta Bologna, la città ove risiedevano dal 1937.
L’esperienza casarsese di Pasolini si chiuse nel gennaio 1950, quando Pier Paolo fuggì a Roma con la madre, perseguitato dall’accusa di atti osceni in luogo pubblico.  Negli anni successivi, fino alla morte nel 1975, Pasolini fece sporadiche apparizioni a Casarsa, in compagnia talvolta di famosi personaggi, come avvenne nel 1969  in occasione di una visita con Maria Callas rimasta leggendaria nella cronaca del paese.

Casa Colussi. La sede dell'"Academiuta di lenga furlana"
Casa Colussi. La sede dell'”Academiuta di lenga furlana”

Subito dopo la morte di Pasolini,  il 17 gennaio 1976, su invito dell’Amministrazione Comunale, fu indetta una riunione a cui furono invitati, tra gli altri,  il pittore Giuseppe Zigaina, il poeta Andrea Zanzotto, David Maria Turoldo, l’architetto Gino Valle, Graziella Chiarcossi (nipote di Pasolini), il poeta Luciano Erba,  l’editore Giulio Einaudi e il critico letterario Angelo Romanò. Si creò così un “Comitato Pier Paolo Pasolini”, inteso a progettare  e promuovere  iniziative volte a ricordare la figura e l’opera dello scrittore e cineasta da poco scomparso.
Tuttavia, salvo qualche sporadica iniziativa culturale realizzata dal Comune insieme alla Provincia di Pordenone, fu solo verso la fine degli anni Ottanta che si iniziò un’attività più consistente. Con atto di Giunta Comunale n.457, agli inizi del 1990, fu deciso così di  dare avvio alla organizzazione di un “Archivio Pasolini”, con l’intento di farne  un centro di documentazione, raccolta e divulgazione delle opere pasoliniane.
Anche con la collaborazione dei vecchi amici di Pasolini, suoi sodali al tempo dell’Academiuta   o negli anni dell’immediato dopoguerra (Cesare Bortotto, Ovidio Colussi, Tonuti Spagnol, Bruno Bruni, Nico Naldini, Girardo Fedele, Guglìelmo Susanna, Dino Peresson, Dante SpagnoI) si arrivò alle prime acquisizioni di documenti, tra i quali i manifesti murali testimonianza dell’impegno comunista di Pasolini. Si arrivò così al 21 novembre 1992, quando fu inaugurato ufficialmente il primo nucleo dell’ “Archivio Pasolini”, concentrato allora in una stanza a piano terra dell’ex canonica di via Xl Febbraio, oggi sede della Biblioteca comunale. Fu un’inaugurazione importante alla quale intervennero anche Laura Betti e Enzo Siciliano, il quale presentò in anteprima Petrolio, il romanzo postumo di Pasolini.
Nel frattempo l’Amministrazione provinciale di Pordenone  aveva acquistato nel 1993  dagli eredi Nico Naldini e Graziella Chiarcossi  la casa materna di Pasolini, sita in via Guidalberto Pasolini n.4-6, per farne la nuova sede  dell’Archivio. La stessa Provincia, con propri fondi, aveva acquisito dal cugino Nico Naldini parte dell’epistolario di Pier Paolo (un’ottantina dì lettere autografe), i testi originali dei Quaderni Rossi, alcuni suoi grandi dipinti  risalenti agli anni Quaranta, sei disegni e le edizioni originali degli “Stroligùt” e di altre pubblicazioni pasoliniane uscite tra il 1942 e i primi anni Cinquanta, oltre a materiale bibliografico, fotografico  e audiovisivo di vario genere e infine all’arredamento originario di casa Colussi. Il 30 agosto 1994, infine, l’Ente Provincia di Pordenone e il Comune di Casarsa stipularono un protocollo d’intesa per l’avvio della gestione del neonato Archivio e per la costituzione del Centro Studi Pier Paolo Pasolini (all’epoca denominato Archivio-Centro Studi) , la cui nuova sede, anche se ancora da ristrutturare (è oggi Casa Colussi), venne inaugurata ufficialmente il 13 aprile 1995.
Nel 1996 venne istituito anche il “Premio Tesi di laurea” Pasolini, particolarmente dedicato all’attività del  periodo friulano del poeta e inteso a incentivare i laureandi a recarsi per i loro studi in Friuli e in particolare a Casarsa. Una volta allargato a tutta l’opera di Pasolini il Premio Tesi di laurea Pasolini fu poi trasferito a Bologna.

La fontana di Versuta
La fontana di Versuta

Si cominciò anche a mettere mano alla riqualificazione dei luoghi della memoria, con un primo intervento attuato nella piazzetta di Versuta (chiesa di S. Antonio Abate e fontana «di rustic amòur») ad opera dell’architetto Paolo De Rocco, figlio di Federico, il pittore amico di Pasolini.
Quanto a Casa Colussi, grazie al contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, fu realizzata una prima serie di lavori di manutenzione straordinaria che si concluse nel 1999 con il recupero dell’edificio principale del complesso edilizio. Il completamento del recupero ha poi comportato la ricomposizione del piccolo giardino interno, il ripristino del locale cosiddetto dell’”Academiuta di lenga furlana” e la creazione di una moderna struttura addossata al corpo principale.
Nel 2008, infine, un ultimo intervento  ha completato i lavori di riorganizzazione edilizia, con la strutturazione e l’arredo degli spazi interni finalizzati all’Archivio, alla Biblioteca, all’ufficio di accoglienza e alle aree espositive.

[idea]Una nota[/idea]
Da ricordare tra le prime iniziative promosse dal Comune di Casarsa, come anticipazioni dei futuri impegni del Centro Studi, alcuni appuntamenti organizzati nel febbraio 2005 secondo il seguente calendario:

11 e 12 febbraio 2005
Commemorazione del 60.mo anniversario della morte di Guido Alberto Pasolini, ucciso nel Bosco Romagno di Cividale a seguito dei tragici fatti di Porzûs.
11 febbraio, ore 20.45, presso il centro Studi Pier Paolo Pasolini, incontro-dibattitto con lo studioso Paolo Strazzolini;
12 febbraio, ore 9, partenza da Casarsa verso il Bosco Romagno di Cividale, ove deporre una corona commemorativa in ricordo dei caduti di  Porzûs
12 febbraio, ore 12.15, deposizione di una corona commemorativa sulla tomba di Guido Alberto Pasolini nel cimitero di Casarsa.

18 febbraio 2005
Presentazione del libro edito da Società Filologica Friulana  Memoriis di un Academic di Ovidio Colussi, allievo di Pasolini ai tempi dell’Academiuta di lenga furlana.