2008. Venticinque manifestazioni in ricordo di Pasolini

PAGINE CORSARE

Fondo Angela Molteni

La vita

Sono qui ripubblicati gli annunci di 25 manifestazioni che, tra agosto e novembre 2008 e con le più diverse modalità, hanno ricordato Pasolini a ridosso dei 33 anni dalla morte. Tra le tante iniziative, non solo nazionali, spicca la costante proiezione del docu-film, curato da Giuseppe Bertolucci, La rabbia di Pasolini, che proprio nel 2008 è stato restaurato e riportato alla sua ideazione originaria.

1.Per il Festival Segni Barocchi il concerto “Bach & Pasolini”
Foligno
31 agosto 2008
www.spoletonline.com

La XXIX edizione del Festival “Segni Barocchi” si è spostato anche quest’anno alla ricerca di “spazi teatrali” fuori delle mura cittadine, ed è andato a Scopoli, frazione del Comune di Foligno, lungo le rive del fiume Menotre. Lo scorso 31 agosto, nella chiesa di Santa Maria Assunta, “La Rosa dell’Umbria”, Ensemble barocco con strumenti musicali originali ha presentato Bach & Pasolini, con musica di Johan Sebastian Bach presente nei film di Pier Paolo Pasolini. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con “Isole. Approdi di suoni e voci nelle abbazie umbre”, una rassegna, organizzata dalla Provincia di Perugia, che propone numerosi spettacoli, per lo più musicali, allestiti in abbazie, chiese, resti di antiche fortificazioni, complessi monastici, osservatori, musei.

2.“Volgar’eloquio” di PPP. Incontro con Chiesi e Belardinelli
Pordenone
19 settembre 2008
www.messaggeroveneto.it

Com’è consuetudine, è stato un colloquio intorno all’opera di Pier Paolo Pasolini, in particolare intorno al Pasolini poeta, a fare da preludio alla nona edizione di pordenonelegge.it, nella giornata di  “Aspettando pordenonelegge”.
Al convento di San Francesco è andata in scena Volgar’eloquio, la registrazione (su magnetofono: infatti la qualità dell’ascolto non è stata delle migliori privando il pubblico della capacità di Pasolini di penetrare nell’emotività di ciascuno), di un intervento in un liceo di Lecce, che il poeta casarsese fece 12 giorni prima di essere assassinato, nel 1975.
Il significato di quest’intervento, in un contesto apparentemente marginale – come ha spiegato Roberto Chiesi [del Centro Studi-Archivio Pier Paolo Pasolini di Bologna] – andò ben oltre: Pasolini si soffermò a spiegare i motivi della propria critica della modernità, ossia i temi controversi della sua tormentata polemica corsara e luterana. Parlò dell’omologazione del pluralismo linguistico e culturale, del dialetto che «è il problema di una sopravvivenza culturale e antropologica», della «falsa tolleranza» del consumismo. Per introdurre il proprio intervento, recitò gli ultimi versi del monologo finale della tragedia autobiografica Bestia da stile, in cui si rivolge ad un ragazzo di destra.
«I valori che stanno dietro la difesa della particolarità culturale – ha spiegato Chiesi -, dovrebbero, secondo Pasolini, essere fatti propri o da una destra sublime o da una sinistra che ancora non esiste. Pasolini corregge il tiro e precisa gli aspetti più provocatori e estremi delle sue posizioni: quello che vorrebbe è in realtà un progresso reale in coesistenza con i valori dell’antico. Un’utopia insomma. E lui lo sa».
È stato Alfonso Berardinelli, già professore di letteratura contemporanea all’Università di Venezia, a guidare il pubblico in un affascinante viaggio nella poesia di Pier Paolo Pasolini, in compagnia di Gian Mario Villalta, direttore artistico del festival.
«La poesia non gli bastava e non basta a spiegare Pasolini: se non fosse stato uno straordinario critico, regista, giornalista, indimenticabile personaggio drammatico, creato dalle circostanze in cui visse, messo in scena da se stesso, la sua poesia non sarebbe quello che è – ha esordito-. Pasolini credo che fosse essenzialmente un artista esistenzialmente e visionariamente superdotato o ipersensibile, ma spesso tecnicamente non all’altezza di se stesso, delle proprie visioni e ambizioni, spesso retorico, affrettato e imperfetto».

Elsa Morante e Alfonso Gatto (1964)   sul set del "Vangelo secondo Matteo". Foto Domenico Notarangelo
Elsa Morante e Alfonso Gatto (1964) sul set del “Vangelo secondo Matteo”. Foto Domenico Notarangelo

3.Film Festival dedicato a PPP con i ricordi di Domenico Notarangelo
Pentedattilo
20 settembre 2008
wwwstrill.it

Pier Paolo Pasolini e il suo rapporto con la Calabria sono stati al centro della prima giornata del festival, iniziato con la conferenza di presentazione all’interno della chiesa di SS. Pietro e Paolo.
All’interno della chiesa è stata allestita la mostra fotografica Il Vangelo secondo Matera, del giornalista-fotografo Domenico Notarangelo, in collaborazione con la casa editrice “Città del sole” che ha edito l’omonimo volume. Si tratta di una vera e propria testimonianza del rapporto di amicizia e collaborazione di Notarangelo con il regista, nata in occasione dei lavori per il film Il Vangelo secondo Matteo, girato in parte a Matera.
Tonino de Pace, oltre a ricordare la figura di Pasolini, ha dato qualche delucidazione sul documentario Pasolini e la Calabria. Comizio d’amore, proiettato alla fine della conferenza: «Si tratta di un lavoro in cui abbiamo cercato di far capire il rapporto che il regista ha avuto con la nostra regione. All’inizio è stato controverso ma poi di estremo amore con una popolazione che aveva tutte quelle caratteristiche di emarginazione e quelle radici contadine cui Pasolini era interessato. Il nostro è stato il tentativo di documentare questo percorso che lo ha portato fino a Reggio nei giorni della rivolta del ’70». L’invito di de Pace è quello di non guardare a Pasolini in maniera ideologica: «Lui era uno che modulava le sue idee sugli accadimenti, senza pregiudiziali. Per questo dico che non bisogna guardarlo in modo ideologico».
Franco Arcidiaco, oltre a ringraziare Notarangelo il cui libro, ha detto «rappresenta uno dei lavori più importanti editi dalla mia casa editrice», ha raccontato qualche aneddoto: «Avevo 15 anni nel ’68 e ho vissuto quegli anni e la figura di Pasolini molto intensamente. Era uno che risvegliava le coscienze, sempre critico. Noi dividevamo il mondo in due, buoni e cattivi e lui invece con i suoi ragionamenti ti spiazzava sempre».
Molto seguita e apprezzata la testimonianza di Domenico Notarangelo. Un racconto pieno di aneddoti: «Pasolini era stato prima in Palestina alla ricerca di una location adatta per il suo film, senza però trovare quello che cercava. “Qui è tutto maledettamente moderno”, aveva commentato. Alla fine, dopo alcuni tentativi in Puglia, il maestro aveva trovato in Matera le caratteristiche che potevano richiamare i paesaggi in cui era vissuto Cristo decidendo quindi di girare il suo film lì. A quei tempi – continua Notarangelo- io ero corrispondente dell’ “Unità” e militante del partito comunista. Pasolini era un personaggio scomodo per tanti ed era spesso vittima di aggressioni da parte di gruppi neofascisti. Temendo che potessero verificarsi anche a Matera, gli organizzatori delle riprese pensarono di rivolgersi alla locale sezione del partito comunista per predisporre una specie di servizio d’ordine. Io avevo 34 anni all’epoca e fui incaricato della cosa. Nacque così il rapporto tra me e il maestro. Sinceramente parlando, ero sicuro che non ci sarebbero stati problemi di aggressioni, Matera è una città democratica e la gente non avrebbe mai fatto del male a Pasolini, comunque mi misi a disposizione e organizzai un servizio d’ordine. Non solo. Quando lui volle conoscermi e lo incontrai nella hall del suo albergo, mi chiese di trovargli 50 comparse che avrebbero dovuto interpretare il ruolo di sacerdoti e farisei». Notarangelo si commuove mentre racconta questi aneddoti: «Ne ho un ricordo molto vivo, lucidissimo. È come se tutto stesse succedendo di nuovo adesso. Gli chiesi: “Che facce devono avere queste comparse?” E lui con una battuta mi rispose: “Sai, quelle facce fasciste!”. Gli trovai 51 comparse, ne scelse 50. Man mano che girava, i negativi venivano mandati a Roma dove venivano lavorati e poi ritornavano. Pasolini visionava il girato assieme ai suoi assistenti ed io ero lì con loro. A un certo punto il maestro mi disse: “Devi anche tu fare una parte, devi fare il centurione”. Io gli chiesi: “Quanto tempo ci impiegheremo?” E lui: “Tre ore”. Furono tre giorni! Fu in quel momento che decisi di fare delle fotografie sul set. Prima non ci avevo neanche pensato. Non era facile perché c’è il fotografo di scena, ma me lo consentirono ugualmente. Feci 70 fotografie in 3 giorni. Mi ero preparato due macchinette cui avevo allungato le cinghie per poterle avere con me nonostante il vestito da centurione che dovevo indossare. Quando non ero occupato come comparsa, fotografavo».
Notarangelo racconta anche un aneddoto curioso su Pasolini e il suo rapporto con il PCI: «Essendo corrispondente dell’”Unità”, telefonai al giornale e dissi: “Ho la possibilità di fare un articolo su Pasolini che sta girando un film, lo volete?” Mi risposero: “No, grazie. In caso lo facciamo noi”. Alla fine non lo fecero neanche loro e così l’”Unità” “bucò” il film Il Vangelo secondo Matteo. Pasolini era un personaggio scomodo per tanti. Amava discutere. Era sempre circondato da giovani che gli facevano domande ma poi era lui a farle a loro. Voleva conoscerli, sapere cosa pensavano, che film guardavano, in che contesto vivevano, cosa leggevano».
Sulla foto che compare nella copertina del suo libro, Il Vangelo secondo Matera, l’autore racconta: «Vidi Pasolini senza occhiali e vicino alla macchina per le riprese. Lui portava sempre delle lenti scure e mi sembrò importante fargli uno scatto senza. La cosa curiosa è che impiegai un po’ a sistemare la macchina fotografica, lui capì che lo stavo per fotografare e che ero in difficoltà ma temporeggiò come per darmi il tempo, alla fine riuscii a fare lo scatto, uno dei più belli: Pasolini senza occhiali, vicino alla camera che guarda nell’obiettivo. Una foto importantissima».

4.Un ricordo di Pasolini
Cosenza
20 settembre 2008
www.amantea.net

Pier Paolo Pasolini è stato una mente aperta, un uomo che ha vissuto il suo tempo con coraggio. Oggi Pasolini è, e rimane ancora, un grande cineasta e soprattutto un intellettuale attuale. A Cosenza è stata indetta una manifestazione per ricordarlo: l’appuntamento, promosso dall’Assessorato alla Cultura, si è tenuto nella Sala “Quintieri” del Teatro “Rendano”.

5.SalinaDocFest: Festival del documentario narrativo
Salina (Eolie)
22-28 settembre 2008
www.alcinema.org

Il 26 settembre 2008, al Centro congressi di Malfa (Salina – Eolie), è in programma il film Come si fa a non amare Pier Paolo Pasolini di Mimmo Calopresti che chiuderà la sezione “Reperti di Memoria”, dedicata a Pier Paolo Pasolini e presentata da Serafino Murri.
Il pubblico dell’isola, che sta seguendo numerosissimo il fitto programma del festival, potrà assistere alla proiezione degli ultimi tre documentari in concorso.

6.Scoprire Pasolini nei vicoli e nelle strade
Piedimonte di Casolla (Caserta)
27-28 settembre 2008
www.caserta24ore.it

Scoprire Pasolini nei vicoli e nelle strade di Piedimonte di Casolla. E’ l’iniziativa promossa da “LeggiCinema” e Pro Loco “Casali del Carolino” il 27 settembre scorso, nell’ambito della Fiera delle Mani d’Oro di Casolla (che si è tenuta il 27 e 28 settembre), a palazzo Montanaro in via Montanaro a Casolla di Caserta. L’iniziativa – analoga in parte a quella portata avanti da “LeggiCinema” nel 2007 a Casertavecchia con il seminario residenziale di due giorni su Decameron, spirito e fede in Pier Paolo Pasolini – intende far conoscere meglio un altro piccolo scorcio del Casertano utilizzato da Pier Paolo Pasolini negli anni Settanta per le riprese del suo film ispirato alle novelle di Boccaccio: il palazzo dei marchesi Cocozza di Montanaro, mai aperto al pubblico negli ultimi decenni per iniziative del genere.
L’iniziativa è consistita in una passeggiata pasoliniana: quattro passi nel casale di Piedimonte di Casolla alla riscoperta dei luoghi del Decameron di Pier Paolo Pasolini, curato da Luigi Ferraiuolo e Gianrolando Scaringi, una passeggiata nei luoghi utilizzati per le riprese del film a Piedimonte di Casolla. Poi è seguita la visione di alcuni brani del film, insieme alle testimonianze di alcune comparse, nella cappella di San Rocco di fronte all’antico palazzo Cocozza. L’incontro è stato anche il momento per alcune riflessioni critiche sull’eredità pasoliniana a Caserta e sui tesori delle frazioni di Caserta, in particolare quelle pedemontane che preannunciano il borgo medievale di Casertavecchia.

7.Giovedì d’autore con “La rabbia di Pasolini”
Cinema Stella
Grosseto
2 ottobre 2008
www.maremmanews.tv

A Grosseto, una stagione cinematografica all’insegna delle novità realizzata al Cinema Stella diretto da Gianni Burronni con la collaborazione del Comune di Grosseto. Primo appuntamento, il 2 ottobre, con La rabbia di Pasolini di Giuseppe Bertolucci.
Le novità annunciate dalla direzione del cinema riguardano anche gli appuntamenti musicali, la collaborazione con il Clorofilla film festival, l’analisi di alcuni film con il prof. Giancarlo Pacifici e la musica lirica in diretta dai più grandi teatri italiani. Sono in agenda anche rassegne tematiche che accompagneranno la stagione da ottobre fino al maggio del 2007.

8.“La rabbia di Pasolini” alla rassegna cinematografica “Ritratti”
Fano
10 ottobre 2008
www.fanoinforma.it

Venerdì 10 ottobre 2008, presso il Cinema Masetti di Fano Stazioni Mobili, la rassegna di cinema “Ritratti” è stata inaugurata dalla proiezione del film La rabbia di Pasolini, restaurato da Bertolucci in coproduzione con l’Istituto Luce e Minerva Raro Video e già presentato Fuori Concorso alla 65° Mostra del Cinema di Venezia. Il film è stato introdotto e presentato dal prof. Gualtiero de Santi, storico del cinema e docente di Letterature Comparate presso l’Università di Urbino.

"La rabbia". Manifesto
“La rabbia”. Manifesto

9.“La rabbia di Pasolini”
Firenze
16 ottobre 2008
http//:portalegiovani.comune.fi.it

Fino al 16 ottobre (alle 21,00 e 22,45 al Cinecittà Cineclub, in via Pisana 576) è stato proiettato il film La rabbia di Pasolini, i lavoro ricostruito da Giuseppe Bertolucci e già presentato restaurato alla 65° Mostra del Cinema di Venezia. Il periodo storico cui fa riferimento il film è quello della Guerra Fredda e del miracolo economico e questa può essere l’occasione per vedere un’opera alla quale, da poco, è stato restituito il “percorso” artistico con cui era stata pensata all’epoca da Pasolini. Il produttore dell’epoca aveva infatti deciso di trasformare l’opera pensata dal regista italiano inserendo, nella seconda parte, il lavoro di un altro regista, Giovannino Guareschi, secondo lo schema giornalistico del “visto da destra, visto da sinistra”. Nel 2008 emerge la volontà di “risarcire” Pier Paolo Pasolini, tentando di restituire a La rabbia i connotati del progetto originale. Nato da un’idea di Tatti Sanguineti, per la regia di Giuseppe Bertolucci, autore che ha già affrontato l’opera pasoliniana, il film è una coproduzione Istituto Luce, Gruppo Editoriale Minerva Raro Video e Cineteca di Bologna. Montato nel laboratorio “L’Immagine Ritrovata” della Cineteca di Bologna, che ospita dal 2004, per volontà di Laura Betti, la sede del Centro Studi-Archivio Pier Paolo Pasolini, La rabbia di Pasolini ha una durata di 83 minuti e comprende un’introduzione di Giuseppe Bertolucci, il materiale inedito dell’Archivio Luce (i sedici minuti che “ricompongono” la parte mancante), l’edizione de La Rabbia del 1963 di Pasolini e un’Appendice, L’aria del tempo.

10.Comics 2008 – BeccoGiallo
Lucca
18 ottobre 2008
www.comicsblog.it

Presentato a Lucca, in occasione della mostra-mercato “Lucca Comics”, la nuova edizione aggiornata del libro Il delitto Pasolini di Gianluca Maconi (Pordenone 1977).
Questo il contenuto del libro che si avvale di disegni.. Roma, 1° novembre 1975. La penultima giornata di Pier Paolo Pasolini scivola via come tutte le altre. La mattina, dopo la solita ginnastica, Pasolini legge, riordina le sue carte, prende qualche appunto. A pranzo incontra Laura Betti, che cerca di convincerlo ad andare al cinema, più tardi, con un amico. Pasolini tentenna, dice che deve riposare, perché poi dovrà ricevere un giornalista per concedere un’intervista. Per la serata c’è in programma una cena con Ninetto Davoli nel quartiere San Lorenzo: con lui, Pasolini deve discutere di una sceneggiatura. Dopo cena i due si salutano. Ed è a questo punto che inizia l’ultima, misteriosa giornata di Pier Paolo Pasolini.
Gianluca Maconi, premio Pietro Micca come miglior disegnatore al Torino Comics 2004 e già autore de I delitti di Alleghe, ricostruisce a fumetti il delitto Pasolini, la morte mai del tutto chiarita di uno degli intellettuali più originali e contraddittori che l’Italia abbia mai conosciuto.

11.YouDem.tv: in onda Pasolini
19 ottobre 2008
www.partitodemocratico.it

Successo per la nuova emittente televisiva del Partito democratico che ha mandato in onda anche un documentario di Mimmo Calopresti in esclusiva. «Ogni rivoluzione ha bisogno di ancorarsi a radici solide», usa spesso ripetere Mimmo Calopresti. Così il regista ha deciso di “regalare” a YouDem.tv un documentario inedito di Pier Paolo Pasolini.
Nel 1970 Pasolini a Bologna riprese la protesta degli “scopini”, costretti a vivere in condizioni disperate. Scioperavano perché non volevano andare più a raccogliere l’immondizia ai pianerottoli, ma per strada. Nel film documento compaiono anche due grandi amici dello scrittore regista, Laura Betti ed Enzo Siciliano. Realizzata in collaborazione con l’archivio audiovisivo del Movimento operaio e democratico, la pellicola è stata rimontata e sonorizzata.
«È’ giusto premiare una tv innovativa. A me interessava cercare nuovi canali di comunicazione – spiega Calopresti-. E poi il Pd e il Paese hanno bisogno più che mai di un intellettuale come Pasolini, che riusciva a raccontare quasi con misticismo la vita di chi sta ai margini. Oggi ci manca questo modo di guardare gli altri».
Il documentario è andato in onda domenica 19 ottobre alle 11, alle 16 e alle 2 con il commento, registrato in un’intervista da Francesco Siciliano, di Sergio Cofferati, alla sua prima uscita da sindaco di Bologna dopo aver annunciato di non voler ricandidarsi. Un film-documento e un colloquio sull’importanza del lavoro che coronano i primi quattro giorni della tv, positivi oltre ogni aspettativa. Nei primi quattro giorni sono state visualizzate oltre 600mila pagine e circa 100mila video, con una media giornaliera di 60mila visitatori unici sul web. Sono oltre mille le mail arrivate in redazione. «Sono numeri che dicono – commenta Francesco Verducci, responsabile della comunicazione online – che la sfida di costruire uno spazio aperto e partecipativo, di cui siano protagonisti quanti hanno voglia di pensare e fare politica in modo nuovo, può essere vinta».

12.Incontri internazionali di poesia anche con PPP
Sarajevo
23-25 ottobre 2008
www.strill.it

Gli incontri internazionali di poesia di Sarajevo, giunti quest’anno alla VII edizione, sono ormai diventati un evento molto atteso nella capitale bosniaca. La misura dell’attenzione rivolta alla tre giorni organizzata dalla Casa della Poesia di Baronissi (Salerno) è immediatamente percepibile dall’affollata conferenza stampa tenutasi giovedì 2 ottobre presso la sede dell’ambasciata italiana. Il saluto dell’Ambasciatore d’Italia in Bosnia, Alessandro Fallavollita, e la presentazione del programma da parte dell’organizzatore Sergio Iagulli, sono seguiti da decine di inviati della stampa e delle emittenti radio-televisive (c’è perfino una troupe italiana di “Levante”, trasmissione di Rai 3), che richiedono infine di intervistare anche i poeti presenti, Josip Osti e Giancarlo Cavallo, l’uno nato a Sarajevo e l’altro a Salerno.
Il legame tra le due città, inaugurato dall’amicizia tra Alfonso Gatto e Izet Sarajlic (poeta al quale gli incontri sono dedicati) negli anni ’50 del secolo scorso e rinsaldato, dopo la tragica morte del primo e l’apocalittico assedio di Sarajevo degli anni ’90, dagli incontri promossi dalla Casa della Poesia con Sarajlic che ne divenne presidente onorario, è infatti uno degli assi portanti degli Incontri.
Sarajevo non è soltanto una splendida e martoriata città, e Sarajlic non è stato solo un grande poeta: essi sono anche il simbolo di una convivenza multietnica e multiculturale che resiste, nonostante tutto.
Resistenza è stata la parola chiave più volte pronunciata nel corso delle tre serate: la poesia, così spesso umiliata e dimenticata, resiste ben oltre la gloria effimera dei successi della “società dello spettacolo” che si consumano in un giorno, e ritorna col suo messaggio d’amore e di speranza, a testimoniare, schierandosi senza timore dalla parte del debole contro la violenza arrogante dei potenti.
È quanto testimoniano i poeti, sin dalla prima sera (23 ottobre), in una cornice organizzativa perfetta che consente, attraverso la videoproiezione delle traduzioni dei testi in italiano e bosniaco, al folto pubblico che riempie la sala del Kino-Teatar “Prvi maj” di seguire agevolmente le letture che si susseguono. Comincia Josip Osti, ora residente in Slovenia, con le sue raffinate e struggenti poesie d’amore, seguito dall’ironico e pungente poeta francese Francis Combes, dalla poesia musicale del grande poeta spagnolo Felix Grande (ci si perdoni il facile ma necessario gioco di parole), da Cletus Nelson Nwadike poeta sfuggito ai massacri in atto nel suo paese (la Nigeria) e oggi rifugiato in Svezia, e infine da Rafael Courtoisie, uruguaiano, il cui poemetto Persistenza del debole, ad oltre un decennio dall’apparizione (anche in traduzione italiana), conserva intatta la sua tensione drammatica e strappa al pubblico in sala un lungo e convinto applauso.
Anche la seconda serata, preceduta dalle due proiezioni di film di Pier Paolo Pasolini, La ricotta e La terra vista dalla luna (sottotitolati in bosniaco per l’occasione), presentati da Francesco Napoli e con un’interessante intervista-commento a Giuseppe Conte, si apre su un teatro ancora una volta colmo all’inverosimile con il gruppo musicale che da anni ormai accompagna l’evento (capitanato dal bravo Riccardo Morpurgo) e continua con presenze di tutto rilievo, in primis Sinan Gudzevic che è uno dei beniamini di casa, il quale con l’ironia e il sarcasmo dei suoi epigrammi diverte il pubblico che ne apprezza anche la raffinata “confezione” classica. La serba Jasmina Ahmetagic e la spagnola Guadalupe Grande tengono alta la voce della poesia al femminile con un linguaggio che riesce a coniugare l’elaborazione del pensiero con la densità dell’immagine; segue il poeta ed intellettuale marocchino Abdellatif Laabi, che per difendere la libertà di pensiero ha pagato con lunghi anni di carcere il suo pesante tributo, di cui il pubblico apprezza la misura breve ma capace di giungere immediatamente all’orecchio e al cuore, portando una denuncia dell’ingiustizia e una riflessione sui destini dell’uomo. Completano la serata due poeti di lingua italiana: Giuseppe Conte, da anni ai vertici della poesia italiana di cui è stato alfiere in più di trenta diverse nazioni, che con la sua perfetta interpretazione riscuote un prolungato e caloroso applauso; e Giacomo Scotti, trasferitosi giovanissimo nella Jugoslavia dal suo paese nel napoletano, la cui biografia di intransigente pacifista potrebbe riempire le pagine di più di un romanzo, con la sua poesia limpida, appena venata dalla nostalgia per la terra dell’infanzia.
Col ritorno del sole dopo la classica pioggia di Sarajevo, più volte cantata da Sarajlic, comincia la terza e conclusiva giornata. La proiezione pomeridiana del corto di Pasolini Che cosa sono le nuvole?, ancora una volta magistralmente introdotta da Francesco Napoli, precede i reading della serata. Inizia il poeta e grande intellettuale di casa, Marko Vesovic, testimone e cronista della tragedia di Sarajevo; subito dopo, il salernitano Giancarlo Cavallo legge dal suo Quadreria dell’Accademia il poemetto Sarai Sarajevo, racconto tra cronaca, memoria e sogno del suo rapporto con Sarajevo. Un’onda emotiva si riversa sul pubblico in sala, si scioglie nell’applauso finale e culmina nell’abbraccio del poeta con il generale Jovan Divjak, artefice della difesa di Sarajevo ed insignito della Legion d’Onore in Francia, indicato tra i giusti per aver difeso i più deboli sia in tempo di guerra che attraverso la “Fondazione per costruire la Bosnia-Erzegovina attraverso l’educazione” da lui creata in tempo di pace fin dal 1994.
Miroslav Kosuta appartiene alla minoranza di lingua slovena di Trieste e le sue poesie raccontano un’esistenza quotidiana, fatta di cose comuni permeate da grandi presenze affettive e insuperabili tragedie umane. Il portoghese Ivo Machado attraversa con la sua scrittura l’esperienza quotidiana e ne trae una fitta rete di metafore con esiti sorprendenti ed affascinanti. Chiude la manifestazione una voce giovane della Bosnia, Almir Kolar, in cui convivono la peculiare esperienza infantile della guerra con le ansie che pervadono la gioventù di gran parte del mondo occidentale.

13.Pasolini visto dalla terra: “La Rabbia”
Sarajevo
25 ottobre 2008
www.cafebabel.com

Sarajevo ha ricordato Pasolini [vedi pezzo precedente], e ha lasciato che ad accoglierne la memoria fossero gli stessi poeti, bosniaci e stranieri. Non esiste, oggi, un’altra città per La rabbia di Pasolini (testo del poeta friulano che era diventato parzialmente un film il cui progetto è stato ripreso da Giuseppe Bertolucci). Il film è stato proiettato a Sarajevo il 25 ottobre 2008.
Pier Paolo Pasolini terminava La rabbia annunciando l’alternativa alla violenza con quella del «sorriso dell’astronauta» che indichi la via del cosmo: unica garanzia per la pace perpetua e reale. Sarajevo (dei versi e dei poeti) scommette ancora sulle vie della terra.
«Soltanto le grandi borghesie industriali possono suscitare casi di rabbia rilevanti. In Italia no, perché la borghesia è piccola e anche la rabbia contro la borghesia è provinciale, è piccola e limitata. Ecco perché il mio tipo di rabbia non catalogabile si presenta come uno dei pochi tipi di rabbia in Italia. Anche i comunisti rivoluzionari italiani in questo momento sono ancora, tutto sommato, dei borghesi o dei piccoli borghesi in doppiopetto che, invece che avere alle loro spalle, per rassicurarli, i dogmi del cattolicesimo e del conformismo borghese, hanno i dogmi dell’ideologia marxista» (da La rabbia).

14.Autunno teatrale italiano anche con Pasolini
Berlino
24 ottobre-26 novembre 2008
www.iicberlino.esteri.it

È approdato ancora una volta a Berlino, per la sua quarta stagione consecutiva, l’Autunno teatrale italiano, realizzato in collaborazione con l’Ente Teatro Italiano (Eti) e l’Istituto Italiano di Cultura di Berlino, con oltre un mese di spettacoli e danza che hanno intrattenuto il pubblico tedesco all’insegna della creazione italiana. Dal 24 ottobre al 26 novembre 2008 sono stati cinque i teatri cittadini pronti ad accogliere un programma denso, composto da sei spettacoli affermati e tre debutti coreografici del 2008, capaci di offrire una panoramica emozionante sulla ricca scena italiana.
Tra gli omaggi infine offerti ai miti della cultura italiana anche quello alla “divina” Eleonora Duse, con la presentazione del suo unico film girato per il cinema, Cenere, e allo scrittore italiano Pier Paolo Pasolini.

15.Il teatro nella storia e “La rabbia di Pasolini”
Fabbrico
25 ottobre 2008
www.telereggio.it

Per il teatro di Fabbrico, che nel 2008 festeggia il 60esimo anniversario, è stato realizzato il progetto “Il teatro nella storia”, che ha lo scopo di creare un appuntamento per la rilettura degli eventi, approfondendo gli aspetti che hanno contraddistinto il territorio di Fabbrico in merito a fatti nazionali ed internazionali e incentivando il recupero della memoria storica. Nel programma, il 25 ottobre, la proiezione del film La rabbia di Pasolini.

16.Un convegno su Pasolini
Zugliano (Udine)
26 ottobre 2008
www.messaggeroveneto.it

Il 26 ottobre è stata la seconda giornata del convegno Pasolini, una disperata vitalità, organizzato dall’associazione culturale La Rinascita di Udine e dal Centro Balducci a Casarsa e a Zugliano. Il convegno è proseguito con una visita guidata nei luoghi del giovane Pasolini (casa Colussi-Pasolini, Valvasone, San Vito, San Giovanni, Versuta).
Nel pomeriggio, al Centro Balducci di Zugliano, si sono alternati al tavolo dei relatori, coordinato dal professor Giuseppe Mariuz, studiosi ed esperti quali Rienzo Pellegrini (Il poeta civile), i testimoni sugli anni friulani di Pasolini Ovidio Colussi (Academiuta di lenga furlana) e Dino Peresson (Le lotte contadine e Il sogno di una cosa), Giampaolo Borghello (Pasolini saggista), e Giuseppe Mariuz, che ha concluso la serata con l’introduzione al film La meglio gioventù.

17.Le musiche da film nelle mani di Piovani
Roma
26 ottobre 2008
www.iltempo.it

Al Teatro Olimpico di piazza Gentile da Fabriano, a Roma, le musiche a colori di Nicola Piovani, in ridotto formato cameristico. Con lui, in veste di pianista e direttore, Pasquale Filastò (violoncello e chitarra), Cristian Marini (percussioni, batteria e fisarmonica), Andrea Avena (contrabbasso) e Marina Cesari (sassofono e clarinetto). Il programma ha evocato pagine musicali dalle colonne sonore di film di Nanni Moretti, Roberto Benigni, Giuseppe Tornatore e dei fratelli Taviani. Si è iniziato nel nome di Pier Paolo Pasolini con Poeta delle ceneri, per passare a un inatteso omaggio a Fabrizio De André con una suite scritta per il cantautore genovese. Una prima esecuzione assoluta invece quella de I Dioscuri, commissionata dall’Accademia e ispirata ai mitici figli di Zeus Castore e Polluce. Immancabile poi lo spirito di Federico Fellini dal visionario film La voce della luna, sua ultima creazione cinematografica.

Reading - Lettura
Reading – Lettura

18.Dodici video-poesie, tra cui “Supplica a mia madre” di PPP
“Le Cercle Rouge”
Busca
31 ottobre 2008
http://www.targatocn.it/it

Per il completamento delle dodici video-poesie che compongono il piano dell’opera, domenica 19 ottobre 2008 nella stazione abbandonata di Villafalletto (Busca) si sono girate le intere sequenze che compongono il corto Motò imperniato sulla poesia di Pier Paolo Pasolini dal titolo Supplica a mia madre. Il corto Motò è la settima tappa di un viaggio narrato attraverso libere ricreazioni per immagini, suoni e parole di testi poetici. Un percorso teso a stimolare e a far sedimentare nello spettatore quegli aspetti tra i più significativi del contesto immaginario, ideologico e storico del nostro vivere contemporaneo. La regia del corto Motò (come il modello della casa italiana Aprilia) è di Costantino Sarnelli, che si avvale per la colonna sonora del musicista Bruno Astesana e di un gruppo di attori non professionisti, tra cui Norberto Bertaina, Lilia Ghia, Barbara Forneris, Manuela Fonti, Gabriele Madala, Antonio Murolo e Luigi Mondino. L’interpretazione della poesia Supplica a mia madre è stata curata da Luciano Casasole. Il montaggio e la post produzione è prevista per il mese di novembre. Nel corso della serata del 31 ottobre è stato possibile visionare una breve photogallery del giorno delle riprese. L’anteprima nella primavera del 2009 sarà messa in scena insieme agli altri corti che costituiscono il progetto “L’esploratore e i suoi cannibali”.

19.All’Ambra Jovinelli nove giorni per ricordare il ’68 anche con PPP
Roma
31 ottobre 2008
www.ilmessaggero.it

Proprio nel giorno in cui fuori, a Roma, migliaia di studenti hanno manifestato contro i provvedimenti del ministro Gelmini, dentro, all’Ambra Jovinelli, è stato presentato un progetto per ricordare il periodo delle contestazioni per antonomasia, il Sessantotto, e per confrontare quelle spinte e quel clima con le attuali proteste attraverso proiezioni, spettacoli, concerti e videoinstallazioni. «Con il ’68 ci sono differenze ma anche similitudini: manca la simultaneità planetaria di allora – ha spiegato Mario Capanna, leader del Movimento studentesco nella Milano di quarant’anni fa – ma di questo non si può fare una colpa agli studenti. Ci sono però similarità incredibili. Non sappiamo che evoluzione avrà, quanto durerà questo movimento ma è certo che ha riportato la discussione civile a un confronto serrato».
Il titolo del progetto, nato in collaborazione con la Regione Lazio, è “I sogni dei padri ricadono sui figli” ovvero “A quarant’anni dal ’68”. Parafrasando il concetto della nemesi storica, propone una nove giorni che parte con l’intervista di Andrea Purgatori a Capanna e Michele Placido e con la proiezione di Hair di Milos Forman, e prosegue fino all’8 novembre. Tra le pellicole in programma, anche I protagonisti di Agosti, Teorema di Pasolini, Generazioni a confronto di Giovanna Taviani, I pugni in tasca di Bellocchio, Fragole e sangue di Hagman, Amore e rabbia di Bertolucci-Pasolini-Lizzani-Godard-Bellocchio.
Altre iniziative hanno riguardato il teatro e la musica, con particolare attenzione alle canzoni di protesta: Tra Azzurro e Contessa, viaggio musicale con Sandro Portelli, Paolo Pietrangeli, Giovanna Marini, Pietro Brega, Ivan Della Mea e Orietta Orengo.

20.La Casa della Poesia ricorda i corti di Pier Paolo Pasolini
Baronissi
3 novembre 2008
www.ecostiera.it

A trentatré anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, Casa della Poesia a Baronissi, cenacolo culturale internazionale, ha ricordato il poeta il 3 novembre con una serie di proiezioni, proponendo alcuni film brevi del grande scrittore e regista, recentemente presentati con successo agli Incontri internazionali di poesia di Sarajevo. E’ stata anche l’occasione per presentare i futuri progetti e illustrare i percorsi di visione e riflessione del Centro che accoglie importanti poeti che arrivano da tutto il mondo. I film di Pasolini in visione sono stati La ricotta (1963), La terra vista dalla luna (1966), Che cosa sono le nuvole? (1967).

Susanna Colussi e Pasolini
Susanna Colussi e Pasolini

21.Incontri sui giovani e su Pasolini con Gianni Borgna
Reggio Emilia
3 novembre 2008
www.bologna2000.com

Per il primo appuntamento con la Settimana europea dei giovani, lunedì 3 novembre è stato ospite il professor Gianni Borgna, con un duplice appuntamento. Alle 17 Borgna ha incontrato le realtà culturali e giovanili del territorio per un confronto aperto su Cultura e creatività giovanile; alle 21 ha animato l’appuntamento con Giovani e infelici, una serata dedicata a Pier Paolo Pasolini, l’intellettuale e scrittore che Borgna conobbe e con cui collaborò. I due appuntamenti con Borgna sono stati realizzati in collaborazione con il Liceo scientifico Aldo Moro e hanno visto la collaborazione del collettivo di giovani autori “Astolfo sulla Luna”.

22.Lezione di Nichi Vendola su Pasolini
Università di Skopje (Macedonia)
3 novembre 2008
www.ilpaesenuovo.it

Nell’aula magna del Rettorato dell’Università di Skopje, capitale della Macedonia, si è tenuta davanti a duecento studenti di italianistica la lezione del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola sulla vita e le opere di Pier Paolo Pasolini, a trentatré anni dalla morte. Presenti all’incontro l’ambasciatore italiano in Macedonia, Donatino Marcon, e l’assessore regionale al Mediterraneo Silvia Godelli.
Vendola ha confessato «una certa emozione e gratitudine per l’accoglienza» a chiusura dell’ottava Settimana della lingua italiana nel Mondo. «Voglio darvi spunti di riflessione, ha esordito Vendola rivolgendosi agli studenti,“su un personaggio fondamentale della cultura italiana, il cantore di una vita perentoria di un’Italia pre-boom economico degli anni ’50, evocatore di un mondo fuori dalla storia, fisicamente forte e espressivo come quello del popolo contadino e rurale”. Per Vendola «la poetica di Pasolini è l’antitesi del decadentismo dannunziano d’élite contrario alla società di massa». Pasolini, ha ricordato Vendola, «è il letterato che ha dato dignità alla plebe sottoproletaria delle borgate romane che racconterà nel suo capolavoro Accattone». Citando poi l’opera Le ceneri di Gramsci, il Presidente della Regione Puglia ha ricordato «come il mondo vero di Pasolini fosse l’estetica della passione, dove l’arte è alla ricerca della diversità», come dimostrano i suoi capolavori cinematografici e narrativi. Infine Vendola ha citato uno dei drammi che Pasolini viveva all’epoca, cioè l’uniformità del linguaggio degli italiani grazie alla pubblicità. «Piange ciò che muta anche per farsi migliore», la frase che Vendola ha riproposto agli studenti per descrivere la tragedia vissuta dallo scrittore friulano di fronte alla modernità avanzata. Alla fine della lezione, durata circa un’ora, Vendola è stato salutato con un lungo e caloroso applauso da parte degli studenti.

23.“La rabbia di Pasolini”
Fabriano
12 e 13 novembre 2008
www.piazzalta.it

A Fabriano, al Cinema Montini di via Balbo 9, verrà proiettato il film La rabbia di Pasolini di Giuseppe Bertolucci, mercoledì 12 novembre alle ore 21.30 e giovedì 13 novembre alle ore 18.30.
Torna ricostruito da Giuseppe Bertolucci su un’idea di Tatti Sanguineti uno dei film più invisibili del regista: è La rabbia di Pasolini, titolato proprio così per distinguerlo dalla versione “ufficiale” del 1963 che univa un mediometraggio di Pasolini e uno di Giovannino Guareschi. Si sapeva che l’autore di Accattone aveva approntato un film vero e proprio. C’erano i testi, mancavano le immagini. La Cineteca di Bologna le ha recuperate e ha registrato i testi di Pasolini, utilizzando le voci di G. Bertolucci e di Valerio Magrelli. Il risultato è impressionante. Tolta forse la parte “filosovietica” (Gagarin, Kruscev e il collettivismo erano miti vivi e ben saldi nei primi anni 60), il film scorre magmatico e profetico, mescolando i funerali di De Gasperi e l’ode a Marilyn Monroe, Giovanni XXIII e i caduti di Cefalonia, la Guerra in Corea e le gare di ballo, l’incubo nucleare e l’avvento della tv, fonte di ogni futuro abominio, con una lucidità visionaria ribadita dalle interviste montate in appendice. Ciò insieme ad alcuni agghiaccianti spezzoni di film e cine-giornali d’epoca che testimoniano il linciaggio quotidiano cui era sottoposto Pasolini. Dalla visione si solleva un dubbio terribile: o Pasolini era davvero un profeta oppure l’Italia è tornata indietro di mezzo secolo. Da non perdere!

24.Stagione di prosa con due spettacoli su PPP
Manfredonia
19 novembre 2008
www.ilgrecale.it

Organizzata dal Comune di Manfredonia in collaborazione con Teatro pubblico Pugliese e la Bottega degli Apocrifi, la stagione di prosa del teatro della città comprende otto gli spettacoli tra il 19 novembre e il 17 aprile 2009. Ricco il cartellone degli appuntamenti, che puntano ad attraversare il panorama teatrale italiano con proposte varie e coinvolgenti dal punto di vista scenografico e culturale, con testi di Ibsen, Pirandello, Pasolini, Niccolini, Shakespeare, ma anche con la presenza di Paolo Rossi e di un balletto d’autore. Tutte le rappresentazioni sono tenute al Teatro comunale di via delle Croce, con inizio fisso alle ore 21.
Da notare l’intarsio con due spettacoli ispirati a Pasolini. Il Teatro stabile delle Marche rappresenterà il 30 gennaio 2009 Che cosa sono le nuvole? di Pier Paolo Pasolini, prodotto dalla Compagnia cantieri teatrali Koreja per la regia di Enzo Toma. Ancora Pasolini sarà l’ispiratore dello spettacolo del 20 marzo 2009, Canto popolare, di e con Maddalena Crippa, su testi di Pier Paolo Pasolini e con musiche di Paolo Scianchi.

25.”Canto popolare” di Pier Paolo Pasolini
Teatro di Quarrata (PT)
26 novembre 2008 – 4 marzo 2009
http//:portalegiovani.comune.fi.it

E’ stato il noto comico milanese Paolo Rossi ad aprire con lo spettacolo Sulla strada ancora. Parental advisory, mercoledì 26 novembre 2008, la stagione 2008/2009 del teatro di Quarrata (PT).
In cartellone anche la Compagnia Stabile Teatro Filodrammatici Teatro Stabile d’innovazione che presenterà mercoledì 4 marzo 2009 Canto popolare su testi di Pier Paolo Pasolini e per l’interpretazione di Maddalena Crippa.