Seconda giornata della Scuola Pasolini con Walter Siti, Silvia De Laude e Pasquale Voza

Domenica 6 dicembre si è svolta con successo la seconda giornata della Scuola Pasolini 2020, con lezioni online sul tema “Le forme del romanzo”! I 24 partecipanti e i due coordinatori Lisa Gasparotto e Paolo Desogus hanno interagito via Zoom con tre ospiti di rilievo, a cominciare da Walter Siti, professore universitario a Pisa, scrittore e saggista, in un incontro riguardante “La difficile arte del romanzo”.

«Il rapporto di Pasolini con la narrativa – ha spiegato Siti – è forse il più faticoso tra tutti i generi in cui si è misurato. Il problema maggiore sembra essere quello di accettare la ‘trama’ così come si era affermata nel romanzo ottocentesco e poi neorealista. Basta pensare a quanto accade in quella ‘narrativa fatta con altri mezzi’ che è il cinema: a parte le trame molto semplici di Accattone e Mamma Roma, tutti gli altri suoi film sono piuttosto degli apologhi, delle favole, o ricavati da capolavori già famosi. Venendo ai romanzi veri e propri, si comincia col diario di Atti impuri e si finisce con quella distruzione del romanzo che è Petrolio. Forse solo Amado mio e Una vita violenta rispettano le regole del ‘romanzo ben fatto’. Ragazzi di vita, al suo apparire, fu interpretato come una serie di racconti, Il sogno di una cosa è frutto di un ritaglio operato a posteriori, Alì dagli occhi azzurri è una speranza di romanzo non realizzata e Teorema è una miniatura a specchio dell’affresco cinematografico. Di Petrolio si è già detto. Molti sono i tentativi, i progetti non portati a termine, come La divina mimesis, Il romanzo del mare o Il disprezzo della provincia».
Walter Siti
A seguire la lezione di Silvia De Laude, saggista e curatrice editoriale, intitolata “Un romanzo aperto verso l’avvenire”? Una vita violenta e il naufragio della ‘trilogia romana’ aperta da Ragazzi di vita.
«”Un romanzo aperto verso l’avvenire” – ha esordito De Laude – è il titolo di una recensione di Carlo Salinari a Una vita violenta (1959). Notavamo con Walter Siti, lavorando all’edizione dei “Meridiani”, che nella scelta del titolo Salinari aveva colpito con icastica precisione esattamente il contrario della verità, rasentando la profezia iettatoria. Il risvolto di copertina presenta Una vita violenta come il secondo romanzo di una «ideale trilogia» inaugurata da Ragazzi di vita, e con una terza anta già in cantiere, Il Rio della Grana».
Il prof. Pasquale Voza (Università di Bari), infine, ha parlato di “Petrolio e l’ossessione-frantumazione dell’identità”. Per Voza «Quello di Petrolio è un delirio di impotenza che si consuma di fronte alla catastrofe dell’identità, nel tempo della “crisi cosmica” del presente, del nuovo ‘fascismo’ del Potere consumistico».
Silvia De Laude
Pasquale Voza