Scopriamo la mostra – Pillola n°9: Dopo la fuga da Casarsa «come in un romanzo»

Allontanato dall’insegnamento, espulso dal Partito, in uno stato di forte disagio per i rapporti interni alla famiglia e per le condizioni del padre, all’alba del 28 gennaio 1950 Pasolini e Susanna prendono il treno per Roma. Nella capitale sono ospiti per qualche settimana dello zio Gino Colussi, fratello minore della madre, poi si sistemano in una stanza in affitto in piazza Costaguti. Per due anni Pasolini è «un disoccupato disperato»; in seguito, riesce ad ottenere un posto di insegnante in una scuola media privata di Ciampino.
In questa sezione la mostra vuole evidenziare come la poesia friulana non venga meno in questo nuovo capitolo della vita di Pasolini, che continua a lavorare ai romanzi iniziati in Friuli: «Atti impuri», «Amado mio» e «Il sogno di una cosa». Inoltre amplia l’orizzonte dei suoi studi a tutta la varietà dei dialetti italiani, curando due importanti antologie per l’editore Guanda: «Poesia dialettale del Novecento» (1952), assieme a Mario Dell’Arco, e «Canzoniere italiano. Antologia della poesia popolare» (1955).

«Poesia dialettale del Novecento», Pier Paolo Pasolini, Parma, Guanda, 1952.

Per la poesia lo spartiacque avviene nel 1954, quando Pasolini raccoglie i suoi versi friulani nello splendido canzoniere «La meglio gioventù» pubblicato dall’editore Sansoni nella prestigiosa «Biblioteca di Paragone». Il volume, che comprende «Poesie a Casarsa», «Suite furlana», «El testament Coràn» e «Romancero», incontra il favore della critica e vince il premio Carducci.

«La meglio gioventù», Pier Paolo Pasolini, Firenze, Sansoni, 1954.

Nelle bacheche della mostra troviamo anche alcuni testi “friulani” di Pasolini poco conosciuti: l’inedito racconto breve «Taccuino di un dialettale», uscito nel 1948 nella rivistina «Er Ghinardo», il ciclo narrativo de «I parlanti», composto ancora a Casarsa e pubblicato nella rivista «Botteghe oscure» nel 1951 o la plaquette del 1953 delle Edizioni di Lingua Friulana «Tal cour di un frut», a cura di Luigi Ciceri.

Renzo Tubaro, «Bagnanti sul litorale romano».

Uno spazio significativo viene riservato al pittore Renzo Tubaro, con il quale Pasolini strinse amicizia fin dal 1945 e a cui la famiglia Colussi commissiona gli affreschi per la tomba di Guido nel cimitero di Casarsa. Inedito il resoconto della visita a Goricizza che Pasolini affida a «Il Gazzettino» del 12 luglio 1949 mentre Tubaro sta realizzando gli affreschi per la chiesa: colto da un attacco di vertigini, per scendere dall’impalcatura dov’è salito Pasolini sarà costretto ad essere avventurosamente calato a terra con delle corde.

L’ultima delle dieci pillole dedicate alla mostra L’Academiuta e il suo «trepido desiderio di poesia». Gli anni friulani di Pasolini sarà intitolata “Il congedo estremo”.

– Fotografia in copertina: Pier Paolo Pasolini e la madre Susanna Colussi. Fotografia di Mario Dondero scattata nella casa romana del poeta all’EUR, in Via Eufrate, nel 1962.