Scopriamo la mostra – Pillola n°5: L’istanza teatrale

La passione di Pier Paolo Pasolini per il teatro ha radici lontane, basti pensare alle due fotografie presenti in mostra e risalenti al 1932. Nella prima vediamo il giovane Pier Paolo seduto al fianco della madre nel gruppo teatrale del Dopolavoro ferroviario di Casarsa. Nella seconda lo riconosciamo in costume da ciambellano nella recita scolastica dell’operetta «Puccettino e l’orco» al Teatro Zancanaro di Sacile, cittadina dove frequentò la quinta elementare. Una passione che non verrà mai meno nel tempo, come ci confermano in mostra l’esistenza del manoscritto incompleto di «Edipo all’alba» (1941-‘42) e i ricordi di Nico Naldini e Cesare Bortotto, che rievocano il canovaccio di uno sketch ispirato al contrasto fra «Carneval e Quaresima», improvvisato anche da Pasolini.

Casarsa 1932, la compagnia teatrale del dopolavoro ferroviario. Pasolini è al centro seduto tra la cugina Anna Maria (Annie) Naldini e la madre Susanna Colussi.

Nell’estate del 1944, in un momento particolarmente drammatico della guerra, Pasolini è impegnato nell’organizzazione  dello spettacolino «Meriggio d’arte» di cui possiamo vedere in mostra anche la locandina, un concerto della violinista slovena Pina Kalc, le villotte friulane eseguite dal «Coru dai miej fantas di Ciasarsa» e la recita di un paio di dialoghi e una «prejera» dello stesso Pasolini. La stessa cosa accade l’anno dopo con il «Primo Spettacolo dell’Academiuta», «I fanciulli e gli elfi», e anche di questo la mostra espone fra l’altro la locandina.

Locandina spettacolo «I fanciulli e gli elfi», Casarsa, 15 luglio 1945.

Della commedia «La Morteana» è esposta per la prima volta la parte  sopravvissuta e ritrovata del manoscritto. De «I Turcs tal Friul», il celebre testo di straordinaria forza drammatica, sarà possibile ammirare le diverse stesure autografe in friulano.
L’episodio più importante degli anni 1946-‘47 è la scrittura di un dramma in tre atti, in prosa, in italiano«Il cappellano», di cui è possibile vedere in mostra il copione originale. Testo tormentatissimo e risistemato in più riprese sarà infine rappresentato un’unica volta nel 1965 con il titolo «Nel ’46!» al Teatro dei Satiri di Roma, per la regia di Sergio Graziani.

Lapide votiva presente nella Chiesa di Santa Croce a Casarsa, che ricorda l’invasione turca del 1499.

– La prossima “pillola” sulla mostra sarà incentrata sulla grande vocazione pedagogica di Pasolini.