Scopriamo la mostra – Pillola n°10: Il congedo estremo

A distanza di vent’anni dall’uscita della sua ultima pubblicazione in friulano, Pasolini sente la necessità di tornare, sorprendentemente, alla scrittura dialettale dei suoi anni giovanili, pubblicando all’inizio del 1975 con Einaudi «La nuova gioventú. Poesie friulane 1941-1974».

«La nuova gioventù», Pier Paolo Pasolini, Torino, Einaudi (1975).

Sono gli anni in cui Pasolini con i suoi “scritti corsari e luterani” esprime la sua profonda disillusione denunciando il fatto che nell’ultimo decennio in Italia è cambiata “la situazione antropologica e culturale italiana”. Anche scrittori suoi amici come Italo Calvino lo accusano di rimpiangere l’«Italietta», di avere nostalgia per una “età dell’oro” che non è mai esistita. D’altra parte solo pochi anni prima Pasolini aveva ricordato in uno scritto per il «Cinquantenario della Società Cooperativa di Consumo di Casarsa 1919-1969»: “Ciò che è andato veramente perduto, sia nella Casarsa della realtà, che nella Casarsa dei sogni, sono le rogge. E queste le rimpiangerò tutta la vita”.

«Casarsa della Delizia. Cinquantenario della Società Cooperativa di Consumo 1919-1969», San Vito al Tagliamento, Ellerani, 1970. Con una presentazione di Pasolini.

Nell’ultima raccolta in versi Pasolini, invece, ha raccolto le sue poesie friulane in due cicli, «La meglio gioventù» (del 1941-53) e «La nuova forma de “La meglio gioventù”» (del 1974), riscrittura disamorata dei versi di vent’anni prima nell’ottica del Pasolini “corsaro”. Il volume è dedicato “Ancora a Gianfranco Contini, maestro indimenticato.
A queste parole di Contini si sono accostate, infine, come si potrà vedere nella mostra, anche quelle di un poeta che della fedeltà sommessa, della amicizia silenziosa, della renitenza all’intrigo e alla ostentazione scomposta, ha fatto la propria cifra: Giorgio Caproni.

Versi di Giorgio Caproni composti un anno dopo la morte di Pasolini. Dattiloscritto con firma autografa, Roma, 5 novembre 1976.

Si conclude così il nostro racconto in dieci “pillole” della nuova mostra del Centro Studi, intitolata “L’Academiuta e il suo «trepido desiderio di poesia». Gli anni friulani di Pasolini”, che vi invitiamo a visitare a partire da domenica 9 maggio 2021 (fino al 3 ottobre).

→ Orari di apertura della mostra:
da martedì a venerdì (15.00 – 19.00),
sabato e festivi (10.30 – 12.30 / 15.00 – 19.00).
Ingresso libero, nel rispetto delle norme vigenti in seguito all’emergenza sanitaria. Consigliata la prenotazione scrivendo un’e-mail o telefonando:
– E-Mail: info@centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it
– Telefono: (+039) 0434 870593

*Immagine in copertina: «Pier Paolo Pasolini. Testimonianze», a cura di Anna Panicali e Sergio Sestini, Firenze, Salani (1982).