Mostra “Pasolini, stralci di vita casarsese”, racconto a fumetti dei ragazzi di Casarsa

Si chiamano Jessica, Desirè, Tommaso, Mattia, Genny, Silvia, Francesco, Davide, Daniele, Elisa, Martina, Sonia, Silvia, Marco. Sono  14 ragazzi delle Scuole Medie di Casarsa.  E sono fumettisti in erba. Nell’anno scolastico 2012-13, sotto la guida del disegnatore triestino Walter Chendi, vincitore del Luccacomics 2010, e con la supervisione della professoressa Valeria Rizzo, hanno infatti lavorato in tanti pomeriggi rubati agli svaghi, hanno appreso le tecniche del “graphic novel”, come oggi si usa dire,  e infine hanno saputo tradurre in fumetto il racconto della vita di Pasolini durante la seconda guerra mondiale, in particolare nell’autunno del 1944.
Pasolini, stralci di vita casarsese”: questo il titolo del loro lavoro, che, inaugurato alla fine di giugno, è ancora visibile per tutto il mese di settembre lungo le  pareti della sala dell’”Academiuta di lenga furlana” del Centro Studi Pasolini di Casarsa, con l’esposizione di dieci tavole in bianco e nero.  “Davvero una bella esperienza”, confessa Sonia.

"Stralci di vita casarsese". Tavola di fumetto
“Stralci di vita casarsese”. Tavola di fumetto

“Molto gioco di squadra”, aggiunge Silvia. “Un lavoro fantastico”, incalza Genny.  Sono parole di entusiasmo che testimoniano da sé l’interesse per un progetto didattico, ma fuori da aule e rigidezze di programmi, che con forme nuove di espressione artistica vuole avvicinare alla conoscenza della storia locale e, in essa, della presenza del  giovane Pier Paolo  . Nel 2012 alcuni ragazzi si erano già cimentati nella realizzazione del cortometraggio “In viaggio con Pasolini …”, sotto la guida di Giuliana Zigante per Cinemazero, e ora appunto è stata la volta del fumetto. Sono i nuovi linguaggi della creatività contemporanea, congeniali all’immaginario giovanile e utili a favorire la conoscenza con il diretto coinvolgimento. Perché il fumetto, conclude il dirigente Danilo Buccaro, non è affatto un genere minore. E’ una “cosa seria”, amata –tanto per fare dei nomi- da Elio Vittorini e Umberto Eco.