L’Academiuta e il suo ≪trepido desiderio di poesia≫. Gli anni friulani di Pasolini – In arrivo la nuova mostra del Centro Studi

È trascorso più di un anno da quando il Centro Studi Pier Paolo Pasolini ha ricordato i 75 anni dalla nascita dell’ “Academiuta di lenga furlana” – avvenuta il 18 febbraio 1945 – nel corso di una cerimonia che ha ripercorso, sul filo della memoria, quella straordinaria esperienza poetica. Non appena le norme lo consentiranno, sarà possibile visitare, negli spazi espositivi di Casa Colussi, a Casarsa, una mostra che conclude le celebrazioni di quell’anniversario, raccontando gli anni friulani di Pasolini.

“Poesie a Casarsa”, Pier Paolo Pasolini, Libreria Antiquaria di Mario Landi, Bologna (1942)

“L’Academiuta e il suo «trepido desiderio di poesia». Gli anni friulani di Pasolini” – questo è il titolo della mostra – è un progetto ambizioso, perché ha il pregio di far conoscere i materiali custoditi nel Centro Studi di Casarsa e che ne formano il cuore profondo e segreto: prime edizioni, edizioni rare, riviste in tiratura ridotta, e poi lettere, stesure autografe di testi (alcuni inediti) che si stratificano nel tempo, ma anche manifesti, foto note (e non per questo meno significative) e foto sconosciute, disegni e dipinti degli amici pittori friulani. In secondo luogo perché si tratta di una mostra documentaria, che richiede impegno, il gusto di indugiare sul singolo scritto, sulla singola immagine, sul singolo disegno.

“Valorizzare e promuovere l’opera e la figura di Pier Paolo Pasolini, stimolare gli studi e le ricerche sulla sua produzione, soprattutto in relazione al periodo della sua permanenza in Friuli e far conoscere questo prezioso patrimonio al vasto pubblico– evidenzia la presidente del Centro Studi Flavia Leonarduzzi – è il nostro obiettivo primario. La mostra e il catalogo che suggellano le celebrazioni per i 75 anni dell’Academiuta di lenga furlana, in particolare, si pongono come un percorso inedito e ricco di stimoli per riscoprire, immersi nei luoghi e nelle suggestioni che l’hanno ispirata, tutta la feconda opera di Pasolini. In attesa di poter aprire presto al pubblico la mostra, abbiamo deciso di raccontarvela un po’ in pillole sulla nostra pagina Facebook e sul sito www.centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it, sulle orme del percorso espositivo pensato dai curatori Rienzo Pellegrini, Piero Colussi e Patrizio De Mattio”.

«Il Setaccio», espressione della GIL (Gioventù Italiana del Littorio), esce per sei numeri dal novembre 1942 al maggio 1943.

La mostra e il catalogo si articolano in dieci sezioni che assecondano la cronologia: gli anni friulani sono al centro, ma con il recupero di una fase iniziale (gli anni bolognesi) e alcuni  capitoli che si collocano oltre il distacco dal Friuli, nei primi anni romani. La ricchezza dell’esposizione si è resa possibile grazie alla disponibilità di prestigiose istituzioni pasoliniane, di collezionisti privati e con la preziosa collaborazione di Graziella Chiarcossi.
Le “pillole” che vi proponiamo ripercorrono le dieci sezioni. Vi invitiamo a scoprire la mostra insieme a noi, per ora virtualmente, in attesa di vederla dal vivo a Casarsa.

*La fotografia di copertina è stata scattata da Elio Ciol il 18 febbraio 1945 nei pressi di Versuta.