Mostra “Bruno Bruni. Da Pasolini alla ‘Gondola’”

Verrà inaugurata domenica 12 luglio, alle ore 17.30, presso il Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia, la mostra fotografica “Bruno Bruni. Da Pasolini alla’Gondola’” (apertura fino al 30 agosto), per la cura di Manfredo Manfroi e Fabio Amodeo, su organizzazione del CRAF in collaborazione con il Centro Studi Pier Paolo Pasolini e il Circolo La Gondola di Venezia.  Bruno Bruni (Santa Lucia di Tolmino,1929 – Campalto di Mestre, 1997) collaborò con il Circolo la Gondola di Venezia e ancor prima, insieme a Nico Naldini, fu tra i più giovani fondatori dell’ “Academiuta di lenga furlana” , costituita da Pier Paolo Pasolini nel 1945.
Dopo la guerra e le esperienze casarsesi, Bruno Bruni si trasferì a Venezia. Fu maestro elementare a Mestre e Marghera, poi insegnò all’Istituto Magistrale. Si dedicò quindi alla fotografia, ottenendo diversi riconoscimenti in Italia e all’estero, e nel 1956 fu nominato segretario de La Gondola.  Le fotografie in mostra riportano al secondo conflitto mondiale e all’immediato dopoguerra, al periodo compreso tra il 1936 e il 1950, in anni segnati per Bruni dal fertile incontro con Pier Paolo Pasolini. Il sobrio obiettivo di Bruni si posa su due temi: la pianura friulana, dove sa cogliere una linearità interrotta da alcuni elementi di contrasto, alberi, fili d’erba, orizzonti frastagliati, e l’infanzia, fissata al di fuori dei clichés e colta come rappresentazione di povertà dignitosa, priva di elementi compassionevoli o patetici. Prevale, nell’osservazione delle immagini esposte, lo stupore per una stagione in cui erano tenaci e limpidi i sentimenti, l’ansia di comunicare, le aspettative nella possibilità di costruire la società e la vita del futuro anche con lo slancio civile implicito nella creatività personale.  Alla cerimonia d’apertura, prevista per le 17.30 presso il Centro studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia, saranno presenti Antonio Marinelli, Piera Rizzolatti, Angela Felice, rispettivamente vice presidente, presidente e neo-direttore del Centro Studi. Saranno presenti inoltre il Presidente de La Gondola, Manfredo Manfroi e Fabio Amodeo, curatori della mostra, l’Assessore Provinciale alla Cultura, Giuseppe Bressa, il Presidente del CRAF, Renzo Francesconi, il coordinatore del CRAF, Walter Liva, e la famiglia Bruni.

Bruni si distinse subito per la semplicità dei concetti e dello stile, scevro da orpelli e facili metafore, a favore di una narrazione lineare ed essenziale nella forma quanto efficace nei contenuti. Si espresse benissimo nei paesaggi spesso raffigurando l’amata pianura friulana, la cui vastità sintetizzata da un segno continuo interrotto da pochi, significativi contrappunti visivi, qualche albero, una casa, talvolta sottili fili d’erba. Altra tematica esemplare fu quella dei bambini; anche qui Bruni non cadde nella trappola dello scontato compiacimento, del sentimentalismo, proponendo viceversa i soggetti in stretto rapporto visivo e concettuale con l’ambiente. (Manfredo Manfroi)

Bruni Bruno, Ragazzi con presepe, 1955
Bruni Bruni, “Ragazzi con presepe”, 1955

 

Bruno Bruni Nato a Santa Lucia d‘Isonzo (ora Most na Soči, Slovenia) il 27 marzo 1929 da famiglia emiliana, trascorse l’adolescenza a Casarsa della Delizia dove si unì ai partigiani per la liberazione dell‘Italia dal nazifascismo. Divenuto allievo di Pier Paolo Pasolini durante gli anni della guerra, fu tra i fondatori della storica Academiuta di lenga furlana, nata a Versuta il 18 febbraio 1945. Nel 1950 lasciò Casarsa per trasferirsi a Venezia, dove esercitò la professione di maestro elementare (per molti anni alla “Cesare Battisti” di Mestre e poi alla “Filippo Grimani” di Marghera) e di docente presso l’Istituto Magistrale, rivelandosi sempre attento alle innovazioni didattiche. In quei primi anni, introdotto dal fotografo veneziano Carlo Mantovani, cominciò a frequentare, assieme a Gianni Berengo Gardin, Giuseppe Bruno, Fulvio Roiter, Italo Zannier, il circolo fotografico La Gondola, del quale divenne socio e, nel 1956, segretario. Attraverso la fotografia – per la quale ricevette diversi riconoscimenti in Italia e all‘estero, tra cui un premio indetto, nel 1956, dalla rivista statunitense “Popular Photography– ebbe modo di mettere in luce tutta la sua espressività artistica ed intellettuale. Trasferitosi a Mestre nel 1962, nel decennio tra gli anni ‘60 e ‘70 riprese il suo impegno politico e civile sia nel sindacato Cgil Scuola che nel Movimento di Cooperazione Educativa, lottando per l‘istituzione in città del tempo pieno nella scuola elementare e per l‘apertura degli asili nido. Militò nel PCI, per il quale fu consigliere nel Quartiere Piave 1866 e consulente per la biblioteca di quartiere, per il distretto scolastico e poi nel PdS. Negli ultimi anni fu dirigente della sezione “Di Vittorio” di Campalto, dove si era trasferito nel 1984, e presso la quale si occupò con passione innovativa della biblioteca, dotandola, tra l‘altro, dell‘accesso ad Internet e della cineteca. Fu tra i fondatori del Circolo Arci “Corto Maltese” di Favaro Veneto. Suoi scritti e sue poesie in lingua friulana sono apparsi sui numeri degli “Stroligut”, la rivista dell‘Academiuta. Nel 1993 pubblicò la raccolta di poesie Il ragazzo e la civetta, Percorsi di un allievo di dell’Academiuta di Pasolini (Campanotto Ed.), contenente un poemetto in memoria del maestro intitolato Il timp di un fantàt, e due raccolte di poesie. Nei suoi versi si riferisce ai valori che la società dei consumi ha dimenticato, alla passione politica intesa come impegno civile e anche alla disillusione dovuta a speranze deluse e sogni infranti. Nel 1995 la Città di Casarsa della Delizia gli ha conferito il titolo di “Cittadino dell‘anno” insieme a tutti i fondatori dell‘Academiuta. È morto a Campalto di Mestre il 7 marzo 1997. Nell‘aprile 2002, a cura del Comune di Casarsa e di Forum Democratico, è stata pubblicata una seconda raccolta di poesie postume, dal titolo Frammenti.

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