Omaggio a Sergio Maldini

Per il quarto appuntamento di “Incipit- Percorsi di primavera”, mercoledì 10 aprile , alle ore 18, Casa Colussi ospita un viaggio tra le parole che, tra i tardi anni Quaranta e gli anni Cinquanta, intercorsero nella corrispondenza epistolare tra Pier Paolo Pasolini e Sergio Maldini. Si tratta di un carteggio poco noto, che testimonia una reciproca amicizia sbocciata  in gioventù e che inoltre permette di ricostruire anche il fervore del dopoguerra friulano, ricco di nuove iniziative culturali, di rifondazioni giornalistiche e di giovani intelligenze, impegnate, come Sergio e Pier Paolo, a scambiarsi opinioni e confidenze sullo sfondo dell’Italia povera ma bella della riconquista della libertà e della ricostruzione.
In quelle atmosfere si addentreranno il giornalista Paolo Medeossi e il critico letterario Gianfranco Scialino, che in particolare correderà il suo intervento con la lettura di stralci sia dalle lettere intercorse tra i due giovani amici e corrispondenti che da brani delle loro prose d’esordio narrativo. L’iniziativa rientra tra gli appuntamenti della rassegna  “Una misteriosa felicità”  che il Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli, per il coordinamento di Gabriella Cecotti e anche in collaborazione con il Centro Studi Pier Paolo Pasolini, ha ideato come omaggio a Sergio Maldini, dopo le manifestazioni degli anni scorsi  dedicate a Amedeo Giacomini, Elio Bartolini e Piermario Ciani.

“Percorsi diversi” che, per questo 2013, prendono spunto anche dalla ricorrenza dell’ideale compleanno di Sergio Maldini, nato appunto 90 anni fa a Firenze  il 9 maggio 1923. Ma l’iniziativa mira soprattutto a esplorare il Maldini scrittore, narratore e giornalista, profondamente legato al Friuli, in cui trascorse parte dell’adolescenza (l’altra parte della vita fu legata a Roma, città in cui si spese professionalmente) e che scelse infine come “buen retiro”, condividendo con Elio Bartolini la dimensione esistenziale di Santa Marizza di Varmo, piccola località del Medio Friuli dove oggi è sepolto.
Fu in Friuli del resto che Maldini ebbe modo di sviluppare la vocazione letteraria e giornalistica, già forgiata in gioventù dalla frequentazione epistolare con Dino Buzzati e percepita prima da Silvio Benco e poi da Pier Paolo Pasolini, a cui lo legò uno stretto rapporto d’amicizia e di stima letteraria. Non sorprende dunque che a questa terra d’elezione Maldini abbia regalato le sue parole più famose, depositate nei romanzi La casa a Nord Est e La stazione di Varmo, che nel primo caso gli valsero nel 1992 il Premio Società dei Lettori, Lucca-Roma e il Premio Campiello. Tali premi seguirono al Premio Hemingway, ottenuto nel lontano 1953, con il romanzo I sognatori. Scrittore lucido e disincantato, di alta tensione morale, Maldini condusse una vita appartata, nella convinzione che “la condizione di uno scrittore non deve essere una condizione mondana a tutti i costi”, ma al punto che, a quasi 15 anni dalla morte, manca tuttora un’analisi approfondita della sua opera e del significato che il suo “caso” letterario – come venne definito – ha lasciato.  Si tratta di una lacuna che ora questo progetto intende contribuire a colmare, portandone alla luce anche le pieghe meno note, come appunto l’amicizia giovanile con il poeta Pier Paolo, cantore di Casarsa.