Totò e i ricordi di Ninetto Davoli

Ninetto Davoli, in una bella intervista di Ilaria Urbani, ricorda Totò, il grande attore che gli fu compagno sul set di tre film girati da Pasolini, tra cui il gioiello di  Che cosa sono le nuvole?. «Pier Paolo – racconta- mi disse che avrebbe potuto superare Chaplin».

Ninetto Davoli: «Il mio Totò segreto»
di Ilaria Urbani

http://napoli.repubblica.it – 14 aprile 2017

Ninetto Davoli e Totò nel film di Pier Paolo Pasolini Uccellacci e uccellini. «Totò senta…». «Dite Pasolini…». «Antonio si sciolga, faccia una “totolata”». Gli sembra ancora di averli davanti agli occhi sul set di Uccellacci e uccellini. Ninetto Davoli, dopo mezzo secolo, ha ancora vivido il ricordo del confronto tra la più grande maschera del ‘900 e il regista corsaro. E nel racconto dell’ex ragazzo di borgata della baraccopoli Borghetto Prenestino, scoperto da Pasolini, sembra di rivedere anche padre e figlio Innocenti in quell’infinito cammino in bianco e nero sul set di una pellicola considerata dallo stesso Pasolini «disarmata, fragile». E di ritrovare pure frate Ciccillo e frate Ninetto. Davoli, dalle borgate al set del capolavoro poetico e picaresco, svolta colta nella carriera del Principe. Un incontro epifanico con quell’attore che Ninetto fino ad allora vedeva al cinema con gli amici. Un sodalizio che proseguì ne La terra vista dalla luna da Le streghe e in Che cosa sono le nuvole?, dal film Capriccio all’italiana, l’ultimo girato da Totò prima di morire il 15 aprile 1967.

Totò e Pasolini sul set di "Uccellacci e uccellini"
Totò e Pasolini sul set di “Uccellacci e uccellini”

Davoli, cosa ha significato per lei Totò?
Avevo 16 anni, Totò è stato fondamentale per iniziare quest’avventura, mi ha incoraggiato davanti alla cinepresa, ha alleggerito questa esperienza. Successe tutto all’improvviso, era così surreale trovarmi a recitare con il grande Totò, uno che andavo a vedere al cinema come Stanlio e Ollio. Ma questa volta non dovevo pagare per vederlo, era lì con me, ed ero pagato per recitare con lui. Mi davano 100mila lire, a uno povero come me. Facevo il falegname, a casa eravamo in sei in una sola stanza, vivevamo con 5mila lire alla settimana.

Totò come si rapportava sul set con questo giovane esordiente?
Come me veniva dalla povertà, lui dai quartieri scalcinati di Napoli, io dalle borgate romane, ideologicamente la pensavamo uguale. Il nostro fu uno scambio di semplicità, una vera complicità. Secondo Pier Paolo ci somigliavamo. Considerava Totò uno di strada come me, un non – intellettuale, anche se lo rispettava molto, gli dava del lei: «Totò senta»,  «Antonio ascolti…».

E Totò nei confronti di Pasolini?
Anche Totò gli dava del voi: era intimorito da Pier Paolo, non improvvisava come faceva in genere, ma rispettava la sceneggiatura. Pier Paolo gli diceva: «Antonio si sciolga, faccia una “totolata”». C’era grande stima.

Pasolini racconta di aver scelto Totò per quella perfetta armonia tra l’assurdità clownesca tipica delle favole e l’immensamente umano…
A Pier Paolo piacevano i film di Totò e diceva che avrebbe potuto superare Charlie Chaplin se l’avessero saputo “usare meglio”, nel senso se avesse fatto più film d’autore.

Totò e Ninetto Davoli sul set di "Uccellacci e uccellini"
Totò e Ninetto Davoli sul set di “Uccellacci e uccellini”

Nel ’66 Pasolini scrisse un film sull’utopia, Le avventure del Re magio randagio, che lei doveva interpretare con Totò, ma poi non si fece in tempo, un film che poi ha ispirato un lavoro di Sergio Citti…
Sì, ma quella di Pier Paolo era una storia diversa, non c’entra con quella di Citti. Totò doveva essere il Re magio e io il suo aiutante. Con un dono partivamo da Napoli alla ricerca di Cristo che stava per nascere. Attraversavamo Roma, Milano, Parigi, New York e poi arrivavamo a Betlemme, ma trovavamo Cristo già morto. Dopo la scomparsa di Totò, Pasolini voleva Eduardo (il titolo diventò Porno-Teo-Kolossal, ndr), ma poi è successo quello che è successo….

Oggi chi è in grado di raccogliere l’eredità di Totò e Pasolini?
Non esiste nessuno con quella potenza e quel coraggio. Totò e Pier Paolo vengono celebrati soprattutto da morti, ricordiamo che Totò veniva massacrato dai critici. Sono accomunati da un destino simile. Trovo giusto celebrare Totò a 50 anni dalla morte, ma mi chiedo perché non prima? Totò andrebbe studiato di più nelle scuole, così come Pier Paolo ed Eduardo.