Su “Profezia. L’Africa di Pasolini”

C’è un’Africa nel mondo che non è solo il luogo geografico, ma qualcosa di più. Una terra in movimento fatta di povertà e di una semplicità che prende al cuore. Questa la visione del poeta-regista-scrittore Pier Paolo Pasolini raccontata in un documentario Profezia. L’Africa di Pasolini, a cura di Gianni Borgna e con la supervisione artistica di Enrico Menduni, che approderà al Lido nella sezione Venezia Classici.
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Intanto nel documentario c’è l’idea che «l’Africa sia un concetto che convive anche nelle periferie di Roma e che ha una radice comune nel mondo arcaico contadino». Così quella genuinità contadina, con dentro di sé una potenziale forza rivoluzionaria, ossessione da sempre di Pasolini, viene prima cercata nel suo Friuli, poi nella periferia romana (Accattone) e poi in quell’Africa che lentamente approda ai margini dell’Occidente ricco. Non ultimo con il fenomeno degli extracomunitari (ampiamente previsto dal regista di Uccellacci e uccellini). Il documentario, che sarà distribuito dall’Istituto Luce, ha come voce narrante Dacia Maraini, mentre Roberto Herlitzka dà la voce a Pier Paolo Pasolini e Philippe Leroy a Jean Paul Sartre. Dentro tante immagini di repertorio da La Rabbia (1963), a Edipo Re fino ad Appunti per un’Orestiade africana (1968-1973), interviste al regista e anche le polemiche, di matrice cattolica e non, seguite all’uscita del Vangelo secondo Matteo ritenuto da molti blasfemo, ma difeso invece dallo stesso Sartre.
In Profezia, il racconto anche ovviamente della globalizzazione, sempre più montante, e dell’annichilimento di tutti i valori del capitalismo e post-capitalismo, anche un episodio divertente raccontato da Bernardo Bertolucci raggiunto nella sua casa per un’intervista. Bertolucci racconta come lui, tredicenne, andò ad aprire a casa sua a uno sconosciuto dall’aspetto poco raccomandabile, da ladro, che chiedeva del padre Attilio. Andato a riferire al papà che alla porta c’era uno strano individuo di nome Pier Paolo Pasolini, il padre gli disse subito di farlo entrare che era un grande poeta. Bertolucci, che per anni sarà poi assistente dei film di Pasolini, ebbe modo di riferire al regista di quel lontano episodio. «Quando gli dissi che lo avevo creduto un ladro lui non fece una piega. Cosa c’è di più bello – mi disse – per uno che ha per tanto tempo frequentato gente di periferia?»

Qui sotto, propongo un video in cui è ripresa una preesistente poesia di Pasolini intitolata Profezia.
Questa composizione poetica è del mese di aprile 1964 ed è pubblicata in “Appendici a Poesia in forma
di rosa. Il libro delle croci” (in Pasolini. Tutte le poesie, Meridiani Mondadori, Milano 2003).
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