Pasolini e Barletta, nel 1964

Pasolini e Il Vangelo secondo Matteo girato al Castello di Barletta nel 1964

di Nino Vinella

Barletta – Aprile 2013 – www.barlettalife.it

Il nostro territorio, le facce della nostra gente, la figura di Gesù ed i luoghi della Passione nel cinema. Tanti gli esempi. Ma un film in particolare, Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, cinquant’anni nel 2014, è la pellicola in bianco e nero che rende piena giustizia alla suggestione di una Settimana Santa oltre le processioni e il fascino dei riti religiosi per diventare riferimento spirituale da raccontare sul grande schermo.
Il Vangelo secondo Matteo, allora. Le riprese del film sono iniziate il 24 aprile 1964 e terminate a fine luglio dello stesso anno. Ci aiuta nella documentazione la giovane ricercatrice pasoliniana Jole Silvia Imbornone.
Precisamente nelle note alla sceneggiatura incluse nel volume dedicato al film di Pasolini nella collana dei Meridiani, sono indicate queste location pugliesi impiegate dal regista: «la campagna tra Barletta e Taranto (luoghi delle predicazioni); Castel del Monte (il pretorio); Castello di Gioia del Colle (la cacciata dal tempio, la reggia di Erode); Massafra (Cafarnao)».

Pasolini sul trono marmoreo di Erode (nel cortile del Castello di Gioia del Colle) in una foto dal set de "Il Vangelo secondo Matteo"
Pasolini sul trono marmoreo di Erode (nel cortile del Castello di Gioia del Colle) in una foto dal set de “Il Vangelo secondo Matteo”

Luoghi-cult, che oggi, a rivedere il film, testimoniano di come sono cambiati in questo mezzo secolo di vita. Ci aiuta nella scelte della immagini Francesco Paolo Dellaquila.
Castel del Monte magnifico anch’esso prima del restauro. Ma specialmente il Castello di Barletta, dove Pasolini radunò per un paio di mesi le comparse e dove ha girato in tutta una serie di ambienti, oggi riqualificati ad altri uso ma allora perfetti allo scopo cinematografico. Ambienti dove più riconoscibile è ad esempio la circolarità di una sala dei quattro bastioni e meno riconoscibile la parte superiore della cosiddetta “ala federiciana” dove adesso è la biblioteca. Perché durante il restauro dell’arch. Grisotti fu demolito il tramezzo che era invece calpestabile nel 1964, e dove Pasolini ripresa la scena dello scherno a Gesù da parte dei soldati (le volte a sesto acuto).
Una storia del cinema italiano che “passa” per il Castello, dove Franco Zeffirelli girò vent’anni dopo, nel 1983, il suo Otello con Placido Domingo e Katia Ricciarelli. Ma questa è un’altra storia…