Orson Welles. Un ricordo a cento anni dalla nascita

A cento anni dalla nascita e a trenta dalla morte, un ritratto di Orson Welles, indimenticabile anche nel ruolo del Regista nel film La ricotta (1963) , a cui il cineasta-poeta Pasolini mette in bocca i celebri  versi  poi inseriti nella raccolta del 1964 Poesia in forma di rosa (“Io sono una forza del Passato …”), facendone, in un geniale gioco di specchi, anche una sorta di alter ego. Il ricordo, firmato da Nino Genovese, compare on line  sul n. 28 di “Diari di Cineclub”, diretto da Angelo Tantaro, qui ripubblicato per gentile concessione.

 Storia di un geniale falsario
di Nino Genovese
“Diari di Cineclub”  n. 28 – maggio  2015

www.cineclubromafedic.it/diari-di-cineclub.html

Dalla celebre trasmissione radiofonica  La guerra dei mondi  all’ultimo, incompiuto film  The Other Side of the Wind. La sera del 30 ottobre 1938, la vigilia di Halloween (e la data non è certo casuale), la stazione radiofonica statunitense della CBS decide di mandare in onda un radiodramma, affidato al giovane attore emergente (aveva solo 23 anni) Orson Welles, che sceglie un romanzo di fantascienza del 1897 del suo quasi omonimo H. G. Wells, dal titolo La guerra dei mondi, incentrato sull’invasione della terra da parte dei marziani. Per dare vivacità all’adattamento e tenere desta l’attenzione, Orson Welles, con geniale intuizione, decide di impostare la trasmissione come se si trattasse di un normale programma musicale, interrotto, di tanto in tanto, da un falso notiziario radio che annuncia l’invasione degli alieni e le sue drammatiche conseguenze. Infatti, i vari interventi dello speaker, che, sempre più spesso, in un’escalation ben studiata, interrompono bruscamente le musiche eseguite da una grande Orchestra, prima comunicano che sono state rilevate diverse esplosioni di gas incandescente sul pianeta Marte; poi che si è verificata una scossa di forte intensità in un raggio di 20 miglia da Princeton; quindi, riferisce, addirittura, l’atterraggio di un’astronave, presso una fattoria del New Jersey, da cui vengono fuori dei terribili mostri, che uccidono un cronista e poi, con un raggio di luce, bruciano diversi altri uomini; infine, diversi silenzi radio, con qualche concitata e confusa cronaca, e un’apparente cessazione delle trasmissioni. A questo punto, si crea il panico: nonostante gli avvisi trasmessi prima, dopo (e anche durante) il programma, moltissimi radioascoltatori non si rendono conto – forza e potenza dei mass-media! – che si tratta di una finzione; migliaia di persone si riversano nelle strade, si segnalano numerosi ingorghi nelle principali arterie di molte città degli Stati Uniti, le Chiese si riempiono di gente che prega, le linee di comunicazione si sovraccaricano fino al collasso.
Si è trattato sicuramente della più grande e clamorosa beffa mediatica del Novecento! A proposito della quale, il suo autore ha avuto occasione di dichiarare: «Per quello che abbiamo fatto sarei dovuto finire in galera, ma al contrario sono finito ad Hollywood». Infatti, la RKO gli offre un vantaggioso contratto per la realizzazione di tre film. Nasce, così, un capolavoro, uno dei film più importanti in assoluto di tutta la storia del cinema mondiale: Citizen Kane [Cittadino Kane], noto in Italia come Quarto potere, girato nel 1941, che, ispirato alla figura del grande magnate della stampa W. R. Hearst, scandaglia le dinamiche della conquista del potere e del suo mantenimento, attraverso soluzioni linguistiche e stilistiche molto originali ed innovative; il secondo film, che gira per la RKO, è il tormentato e  incompreso L’Orgoglio degli Amberson, interessante ed efficace saga familiare, purtroppo rimaneggiato dalla Produzione. Prima di tale film, nel 1938, aveva girato qualche sequenza di Too Much Johnson, con Joseph Cotten, la cui unica copia sembrava fosse andata perduta nell’incendio della sua villa di Madrid nel 1970, ma di cui, in un magazzino di Pordenone, è stata ritrovata, il 7 agosto 2013, una copia-lavoro, presentata il 9 ottobre 2013 alle “Giornate del Cinema Muto” di Pordenone (dove abbiamo avuto il piacere di vederla in anteprima mondiale), e un altro film – The Green Goddess – andato perduto.
Quindi, dopo il divorzio dalla prima moglie Virginia Nicholson e dopo la relazione con l’attrice messicana Dolores Del Rio (sua partner in  Terrore sul Mar Nero), gira La Signora di Shangai (1946), accanto alla grande “diva” Rita Haywort (quella di Gilda, per intenderci), con cui si era sposato nel 1943. Welles (anche per motivi di sopravvivenza) è anche attore in molti film; poi dirige, in Europa, una serie di riscritture per il cinema da Shakespeare, da  Macbeth  a  Othello (girato in Italia e in Marocco), e un Don Quijote rimasto incompleto; quindi, rientrato negli Stati Uniti, dirige e interpreta, nel 1958, L’infernale Quinlan, considerato uno dei suoi capolavori; ma la sua vita inquieta e avventurosa lo riporta di nuovo in Europa, dove gira, tra l’altro, Falstaff e  F come falso; in Italia (dove ebbe due grandi amori, Lea Padovani e Paola Mori, che diviene la sua terza moglie), compare come attore accanto a Totò nel rarissimo film del 1953, L’uomo, la bestia, la virtù, tratto da Luigi Pirandello e diretto da Steno; gira perfino “Caroselli” e fa pure il “verso”  a se stesso  nel ruolo del regista della Crocifissione, nello stupendo episodio  La ricotta di Pier Paolo Pasolini, inserito nel film Ro.Go.Pa.G.

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Orson Welles e Pier Paolo Pasolini sul set del film “La ricotta” (1963) – foto di Mario Dondero

Naturalmente, vi sono tanti altri ruoli da attore (ad esempio, quello magistrale ne  Il terzo uomo, 1949, di Carol Reed) e tanti altri film. Ma quando muore a Hollywood per un attacco cardiaco, il 10 ottobre 1985, all’età di settant’anni, essendo nato a Kenosha, il 6 maggio 1915, Welles – che nel cinema fu regista, attore, sceneggiatore, produttore, costumista, scenografo, addetto alle luci, ma lavorò anche alla radio e in teatro, perfino come illusionista – ci ha lasciato, è vero, una serie di film “maledetti” e incompiuti,come  Il Mercante di Venezia, It’s all True,  Don Quijote e  soprattutto  The Other Side of the Wind, che ora la figlia Rebecca, l’ultima compagna Oja Kodar, Peter Bogdanovich ed altri suoi estimatori stanno tentano di completare, ma ci ha lasciato anche  Quarto potere, altri capolavori, stupende interpretazioni e la sua grande genialità, che – a 100 anni dalla nascita e a 30 dalla scomparsa – ci sembra giusto e doveroso ricordare.