Nostalgia di Pasolini poeta corsaro, di Gian Paolo Grattarola

Riprendiamo dal sito www.mangialibri.com una appassionata analisi di Gian Paolo Grattarola che interpreta la voce poetica di Pasolini  come tensione antilirica di rapporto con il reale e di denuncia ansiosa e sofferta del suo degrado.

Pasolini, il poeta corsaro
di   Gian Paolo Grattarola

www.mangialibri.com –  2016

Quanto ci manca la voce poetica di Pier Paolo Pasolini, la sua propensione a fare del verso uno strumento di contatto diretto con la vita, con le persone reali e con l’ambiente sociale. Pur munito di un immaginario ricchissimo, Pasolini non concepiva la poesia come un ricamo per addolcire il mondo, ma come un’efficace trasposizione poetica dell’acuta osservazione critica del cineasta. Non come un artificio letterario con cui legittimare l’urgenza espressiva dei sentimenti che si agitano nei fondali del cuore, ma come un occhio ansioso di comprendere come gli altri riescano ad adattarsi a una società che ha rinunciato alla dignità e all’umanità in cambio dell’apparenza e del denaro. I suoi versi non sono mai stati la cassa di risonanza di una vicenda personale, né un diario autobiografico; ma una cinepresa assiduamente rivolta verso l’ambiente circostante.

Pier Paolo Pasolini a New York (1966)
Pier Paolo Pasolini a New York (1966)

L’espressione di uno spirito corsaro che lancia invettive contro quel male che è per lui il principe assoluto del suo e purtroppo ancora del nostro tempo: la noncurante tendenza a integrarsi nel circuito della vita a qualunque condizione, ad aderire al gioco sociale a costo di ogni viltà, a rinunciare alla libertà dal dovere e alla fatica di essere autonomi per adattarsi alle dinamiche barbare del capitalismo. L’apporto di Pasolini alla poesia non è solo alacremente impegnato sul versante politico e sociale, ma anche duro e polemico nei confronti dei canoni lirici persistenti. Due atteggiamenti accomunati da una medesima consapevolezza. Rifiuto del lirismo significa, infatti, per lui rifiuto dell’espressione di un’autonomia dell’arte non più sostenibile negli anni decisivi della seconda rivoluzione industriale che in quegli anni sta interessando l’Italia. Impossibile restare reclusi in un poetare distaccato da un mutamento antropologico talmente ampio da investire anche il rapporto con l’industria culturale, che sollecita l’intellettuale a trasformarsi in maniera coercitiva in tecnico, esperto di media e di marketing. Non a caso i suoi fendenti poetici colpiscono ora le madri che predicano ai figli i modo migliori per farsi benvolere e trovare una vantaggiosa sistemazione economica, ora i letterati, gli uomini di cultura, magari rivoluzionari a parole, eppure tutti inseriti nella potente macchina degli strumenti d’informazione. Chi pronto a dire sempre di sì per compiacere il circolo mediatico, chi sempre di no per un vanitoso vezzo politico.

Mi domando che madri avete avuto.
Se ora vi vedessero al lavoro
in un mondo a loro sconosciuto,
presi in un giro mai compiuto
d’esperienze così diverse dalle loro,
che sguardo avrebbero negli occhi?
Se fossero lì, mentre voi scrivete
il vostro pezzo, conformisti e barocchi,
o lo passate a redattori rotti
a ogni compromesso, capirebbero chi siete?

È la prima strofa di un componimento [Ballata delle madri, ndr.] tratto da Poesia in forma di rosa uscito da Garzanti nel 1964 che conserva un’amara e sorprendente attualità. Chissà quali versi avrebbe scritto oggi se in quella dannata notte del 2 novembre 1975 non gli avessero chiuso per sempre la bocca. Quanto ci manchi davvero, Pier Paolo.

[info_box title=”Gian Paolo Grattarola” image=”” animate=””]nato a Genova nel 1963,  si trasferisce giovane a Falconara Marittima (Ancona), ove risiede tuttora. Durante gli anni del liceo classico Rinaldini di Ancona inizia a comporre le prime poesie che vengono pubblicate poi sulla rivista “Il Bestiario”, dell’istituto. Ha conservato inalterata, negli anni, la grande passione per la poesia, per la letteratura, per la storia, per la musica classica per l’arte e per l’opera lirica, che coltiva assiduamente a dispetto degli impegni professionali. È socio di alcune fondazioni culturali senza fini di lucro e collabora con alcune riviste specializzate. Nel 2004 vince il primo premio al Concorso Internazionale indetto da Artenuova (fondato da Piero Donato). L’anno successivo pubblica il libro Frammenti di vita (ed. il Foglio Letterario) con il quale ottiene alcuni ambiti riconoscimenti in varie manifestazioni culturali e riscontri di critica.[/info_box]