Addio al sax di Gato Barbieri, musicista jazz per l’”Orestiade africana” di PPP

Il 2 aprile 2016 è morto a New York a 83 anni il sassofonista argentino Leandro “Gato” Barbieri, nato a Rosario e chiamato “Gato” negli anni ’50 nei locali di Buenos Aires per il modo in cui si spostava da un club notturno all’altro tra le diverse esibizioni. Nel corso della sua lunga carriera Gato ha registrato 35 album, oltre ad altri 15 in collaborazione con vari musicisti. La fama internazionale gli venne in particolare per la composizione della musica del film di Bernardo Bertolucci  Ultimo tango a Parigi , colonna sonora  che fu uno dei tratti caratteristici della scandalosa pellicola del 1972 e che gli valse anche un premio Grammy.
Va ricordato che fu tuttavia Pasolini a utilizzarne tra i primi in Italia, nel 1970, il ribelle e libero apporto artistico come suggestione jazz del film
Appunti per un’Orestiade africana. Lo sottolineano qui di seguito Marco Mangiarotti e soprattutto lo studioso Roberto Calabretto, autore dell’imprescindibile saggio Pasolini e la musica (1999) da cui estrapoliamo alcune pagine significative.

"Appunti per un'Orestiade africana. Jazz session. Alle spalle di Pasolini, Archie Savage; alla sua destra Ivonne Murray
“Appunti per un’Orestiade africana”. Jazz session. Alle spalle di Pasolini, Archie Savage; alla sua destra Ivonne Murray

Gato, Pier Paolo Pasolini e Gauber Rocha. Ciak, si suona
di Marco Mangiarotti

www.ilgiorno.it – 7 aprile 2016

Gato e Michelle (senza nulla togliere a Laura, l’ultima moglie). Era lei a proporre e trattare, tessere la tela dei rapporti con intellettuali, cineasti, giornalisti. Anche e soprattutto nel suo periodo italiano, perché Roma era il crocevia di artisti e musicisti, soprattutto sudamericani, in fuga dalle dittature militari vigenti o silenti. Luis Bacalov ed Ennio Morricone, Pier Paolo Pasolini (prima di Bernardo Bertolucci), con cui registra Appunti per un’Orestiade africana. Appunti di pellicola, parole e musica per un film mai nato, 65 minuti, era il 1970, non così lontano nel tempo da Ultimo tango a Parigi. Sopralluogo africano con Pasolini voce narrante, Gato Barbieri sax tenore, il sardo Marcello Melis al contrabbasso. Musiche firmate da Gato, per una piccola opera di Pasolini presentata fuori concorso a Cannes nel 1976. Doveva essere un film ispirato all’Orestiade di Eschilo, resta come uno dei più importanti documentari di antropologia dell’immagine sull’Africa.
A Roma, oltre a Chico Buarque e Vinicius De Moraes, era di passaggio il regista brasiliano Gauber Rocha a cui Barbieri dedica il tema Antonio Das Mortes, inserito nell’album The Third World, registrato nel novembre del 1969, l’inizio di tutto. Antonio Das Mortes è un famoso film del Cinema Novo brasiliano, intriso di simbolismo, sincretismo religioso, rivoluzione contadina. Il suo contesto politico, prima di volare a New York.

"Appunti per un'Orestiade africana". Danze Wa-gogo
“Appunti per un’Orestiade africana”. Danze Wa-go-go

La musica negli Appunti”
di Roberto Calabretto
  

L’interesse musicale degli Appunti per un’Orestiade africana risiede, senza dubbio, nell’idea che Pasolini ebbe di affidare le parole di Eschilo al canto jazz dei neri d’America. E così che Archie Savage e Ivonne Murray improvvisano nelle sale del Folkstudio di Roma una Jam-Session sulle parole della tragedia con Gato Barbieri al sax e il suo gruppo. Già abbiamo sottolineato come la funzione del coro e del verso tragico in questo modo vengono unificate in un canto libero, come lo è la musica jazz, irrazionale, in quanto lontano dalla sintassi e dalla grammatica occidentale, e moderno. «Un canto angoscioso e liberatorio allo stesso tempo»: il canto dell’Africa occidentalizzata, dove si trovano, in maniera coerente con la natura del film, le tracce dell’antico blues degli schiavi africani e del razionalismo sonoro del popolo bianco.

Ugualmente nel momento in cui vuol fare esprimere direttamente l’Africa, Pasolini si accorda poeticamente al canto e alle sue interiori dissonanze. La sequenza musicale con Gato Barbieri, Archie Savage e la Murray tiene anch’essa un ruolo epifanizzante e conoscitivo, sia pure incentrandosi sulle vibrazioni irrazionali e emotive di una musica che viene dal profondo.  (“Cineforum”, Venezia, 222, marzo 1983)

Pasolini, del resto, aveva sempre subito il fascino della musica jazz manifestando, talvolta un atteggiamento contraddittorio. Pronto a vivere intensamente e da protagonista i momenti in cui lo swing irrompeva in Italia, nelle sagre e nelle sale da ballo improvvisate nei paesi della campagna friulana, a distanza d’anni egli rivolge delle pesanti critiche al Jazz ne La rabbia.
La scelta di Gato Barbieri, in ogni caso, si rivela riuscita ed interessante. Protagonista ne L’ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci, Gato (Leandro) Barbieri si era trasferito giovanissimo dalla città natale, Buenos Aires, a Roma dove aveva conosciuto Bertolucci e Amico, che lo aveva filmato nel suo Appunti per un film sul jazz. Verosimilmente è stato Bertolucci a presentare Barbieri a Pasolini che al suo sax pensò per la colonna sonora degli Appunti per un’Orestiade africana. La presenza di Gato Barbieri è stata comunque contestata da più parti. Mac Kinnon, in particolar modo, ha messo in risalto la contraddittorietà nella scelta di un jazzista bianco, accusato spesso di essere stato troppo incline al successo, in particolar modo di natura commerciale.
In ogni caso Barbieri e gli altri musicisti suonano bene e danno vita ad una performance molto bella.
Un canto popolare accompagna le parole iniziali del film:

Vorrei che il mio film sull’Orestiade in Africa, fosse un film il cui carattere fosse essenzialmente popolare. Quindi, vorrei dare un’enorme importanza al coro, al coro che nelle tragedie greche parla all’unisono, sotto il palcoscenico, mentre qui vorrei naturalmente distribuirlo nelle sue situazioni reali, realistiche, quotidiane.
(P.P. Pasolini, Appunti per un’Orestiade africana, a cura di Antonio Costa, Quaderni del Centro Culturale di Copparo, 1983,  (1), p.27)

Altre melodie si presentano nelle fasi del dibattito con gli studenti africani, durante la lettura di alcuni versi di Eschilo («Eccoci di fronte al tribunale, nella fattispecie il tribunale di Dar es Salaam dove Oreste sarà giudicato»), e alle parole conclusive. Musica popolare africana compare nelle scene della Tribù Wa-go-go («Come rappresentare questa trasformazione delle Furie in Eumenidi?») e a Dodoma («Eccoci capitati a Dodoma, una città nel cuore del Tanganica», […] «Ecco, queste potrebbero essere benissimo nel mio film le Furie trasformate in Eumenidi»).
Va infine rilevato che, analogamente a quanto farà in Medea, negli Appunti Pasolini affida alla musica un momento significativo della tragedia a cui il film si ispira. Si tratta della scena di Cassandra, sganciata dalla referenzialità verbale e dalla semantica del linguaggio parlato e affidata invece alla voce di Ivonne Murray e al sax di Gato Barbieri. Una scelta importantissima che conferma la ricerca pasoliniana di quel nuovo orizzonte espressivo asemantico che solo la musica poteva realizzare […].

(da Roberto Calabretto, Pasolini e la musica, Cinemazero, Pordenone 1999, pp. 484-485)