A Brescia, nel 1964, una conferenza di PPP su “Marxismo e Cristianesimo” per la presentazione del “Vangelo”

www.corriere.it / Brescia – 18 agosto 2014

Per l’occasione del cinquantesimo anniversario del Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, Gran premio della Giuria alla mostra del cinema di Venezia del 1964 e di recente, il 23 luglio 2014,  consacrato dall’”Osservatore Romano”  come «forse la migliore opera su Gesù nella storia del cinema», Fabio Danelon, docente  di Italianistica all’Università di Verona, rispolvera un episodio bresciano legato alla storia di quella memorabile pellicola. Infatti Il Vangelo secondo Matteo fu il pretesto e l’occasione per la prima visita nel 1964 dello scrittore-cineasta a Brescia, dove fu invitato dal circolo culturale intitolato a Julián Grimau, dirigente comunista spagnolo fucilato il 20 aprile 1963 dal regime franchista, nonostante gli appelli per fermare l’esecuzione da parte di personalità di tutto il mondo, da Giovanni XXIII a Nikita Chrusçëv.

Esempi di manifesti politici, vergati a mano ed affissi sotto la Loggia di San Giovanni.
Un esempio di manifesto politico, vergato a mano e affisso sotto la Loggia di San Giovanni di Casarsa

L’incontro bresciano del 1964 fu poi il più significativo tra i molti che coinvolsero l’artista friulano nella  presentazione della pellicola in giro per l’Italia. La conferenza, dall’emblematico  titolo Marxismo e Cristianesimo, si sarebbe dovuta tenere la sera del 12 dicembre 1964 al Salone Da Cemmo, ma per ragioni d’ordine pubblico (gazzarra neofascista e sovraffollamento della sala) fu spostata al giorno successivo al cinema Brixia. La trascrizione della conferenza e del dibattito che la seguì fu pubblicata sull’«Eco di Brescia» il 18 dicembre 1964, e fu quindi riproposta circa vent’anni dopo in un elegante e agile volumetto dalla Fondazione Calzari Trebeschi.
Quell’incontro fu uno dei fatti culturali più importanti e vivacemente partecipati di quel volgere d’anni a Brescia. E, in qualche misura, annunciò e anticipò una stagione di dialogo e confronto tra la parte più aperta del cattolicesimo bresciano e la sinistra laica e comunista più illuminata. Dialogo e confronto che segneranno in modo profondo la vita culturale e civile della città nei decenni successivi.
Da lì l’appello di Danelon (lanciato sull’edizione bresciana del “Corriere della Sera” del 18 agosto 2014) perché il film e quella sua presentazione, presente l’autore, fossero rievocati oggi in un pubblico dibattito. “Sarebbe ancora più importante –ha aggiunto Danelon-  che venisse recuperato, se ancora sopravvive, il nastro originale che registrò quell’incontro e che venne poi sbobinato, probabilmente per mano di un non dimenticato maestro della cultura bresciana, Mario Lussignoli. Nastro che ora risulta perduto. Chi scrive, pur avvalendosi della generosa collaborazione e delle «dritte» di un formidabile cacciatore d’immagini, scritti e memorie di quegli anni a Brescia, come Pippo Jannaci, non è stato finora capace di recuperarlo”. E forse –continua- “qualcun altro ha tenuto nei cassetti documentazione fotografica di quell’occasione, con i volti di quanti si accalcarono per parteciparvi. Altri scatti si accompagnerebbero così all’immagine più significativa che resta della giornata: una istantanea di Pasolini che in piedi, in giacca e cravatta, parla alla platea dietro due microfoni di Radio Brixia. Tutto ciò sarebbe ottimo pretesto per tornare a riflettere su temi e questioni che, nonostante la patina del tempo e il mutare della situazione civile e culturale – anzi, a ben vedere, non nonostante, ma proprio per questo -, mantengono nelle ragioni di fondo una sempre stringente attualità. Perché la riflessione individuale e collettiva che ingenera una vera opera d’arte non si esaurisce ma si esalta e si raffina, anche riletta e riascoltata in un’altra stagione del tempo”.