A Bari, riflessione su “Eros e Thanatos in Pasolini” a margine alle opere di Claudio Vino

Il binomio tra morte,  vita ed eros nella sensibilità pasoliniana saranno al centro dell’ incontro dal titolo Thanatos e il linguaggio del corpo progetto di opere grafiche di Claudio Vino, in programma a Bari  il 6 marzo 2017, alle ore 18.00,  presso il cinema ”Nuovo” Splendor di via Buccari a Carrassi, il quartiere dove sorge la chiesa russa. Relatori saranno Angela Felice (“Il nini muort. Vita e morte nel Pasolini della meglio gioventù”), Roberto Chiesi (“La degradazione del corpo in Salò), Pasquale Voza (“I giovani infelici tra Potere consumistico e Sessantotto”), Federico Amico (“L’Arci e la memoria di Pier Paolo Pasolini”). Sono previsti i saluti di Michele Emiliano, presidente Regione Puglia, Silvio Maselli, assessore alla cultura Comune di Bari, Davide Giove presidente Arci Puglia e l’artista Claudio che per l’occasione proporrà una sua mostra a tema analogo dedicata anche alla memoria della figlia Ilaria.
Il progetto  è organizzato da Comitato regionale Arci Puglia, dal Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia e dal Circolo culturale cinematografico ” Pierrot Fou”.
Qui di seguito una riflessione di Franco Martina sia sull’iniziativa che sul tema che vi sarà dibattuto.

"Pier Paolo Pasolini. Thanatos e il linguaggio del corpo". Locandina
“Pier Paolo Pasolini. Thanatos e il linguaggio del corpo” a Bari. Locandina

Morte, Pasolini e il linguaggio del corpo nelle “Opere future”  a Bari
di Franco Martina

http://giornalemio.it- 28 febbraio 2017

Una miscela esplosiva e dagli ingredienti apparentemente contraddittori come morte, linguaggio del corpo e un tocco d’arte, quello dell’artista Claudio Vino, creativo e provocatorio trait d’union tra Puglia e Basilicata, che saranno al centro dell’evento Thanatos e il linguaggio del corpo progetto di opere grafiche di Claudio Vino in programma il 6 marzo 2017 ore 18.00 presso cinema ”Nuovo” Splendor di via Buccari a Carrassi, il quartiere dove sorge la chiesa russa.
Il dettaglio non è secondario, a conferma del ruolo cosmopolita che quella parte di Bari ha avuto e ha nel dibattito tra culture differenti, apparentemente lontane, intriso di forte spinte sociali e di contributi al dibattito sul ruolo di ”comunità” . Lo dico per aver frequentato Bari ai tempi della parentesi universitaria e il vecchio cinema Splendor, che quest’anno compie 60 anni. Tra le proiezioni per voyeurismi, che garantivano una buona affluenza di pubblico, annoverava a metà settimana anche alcune da cineforum in bianco e nero. Tra queste ricordo Accattone di Pasolini.
Gli spazi antistanti al cinema ospitarono anche un’assemblea spontanea di quartiere, nella stessa serata della morte del giovane operaio (di Bari vecchia) Benedetto Petrone, ucciso a coltellate in piazza Massari da un gruppo di missini. Seguii le ultime battute di quella assemblea, tra interventi sopra le righe e inviti alla fermezza. Un vecchio militante del Pci intonò Martiri di Reggio Emilia…, cantando per intero e all’unisono la nota Pianura.., la canzone sull’eccidio dei sette fratelli Cervi, e quello fu il viatico per la grande manifestazione del giorno dopo a Bari con migliaia di partecipanti.
Un salto indietro nel tempo per riannodare le fila del presente e l’appuntamento di lunedi 6 marzo, che ne è l’occasione, passando per la figura e l’opera di un personaggio scomodo come lo scrittore e regista Pier Paolo Pasolini, che ha trattato a piene mani l’argomento passando tra una dimensione e l’altra della vita e della morte …
L’argomento può sembrare funereo, visto il gran parlare (a volte in maniera strumentale) che ha destato la scelta del dj Fabo di chiuderla con una vita che non era più tale o con la vicenda dell’assunzione di medici obiettori in un ospedale laziale per rispettare la legge sulle interruzioni di gravidanza. Vita e morte facce della stessa medaglia o mors tua vita mea, per partire da frasi fatte e luoghi comuni sui quali riflettere?
Claudio Vino presenterà alcune opere e questo aiuterà non poco a entrare nel tema della serata. Sotto questo aspetto è di supporto, per quanti sono a digiuno di studi classici, la definizione dell’enciclopedia Treccani della parola greca Thanatos e di quanto di misterioso, mitologico ed etimologico contiene. Thanatos (gr. Θάνατος) è la personificazione maschile della morte presso gli antichi Greci. Ricordato già in Omero come fratello di Ipno (il Sonno), compare in Esiodo come dio crudele, figlio della Notte, abitante nel mondo sotterraneo dal quale viene a sorprendere i mortali. Nell’Alcesti di Euripide Thanatos è il tetro sacerdote sacrificante dell’Ade che combatte con Eracle venuto a riprendere Alcesti; compare anche nella leggenda di Sisifo, dal quale è messo in catene. Nell’arte è raffigurato come genio alato. Alcuni psicoanalisti, sull’esempio di Freud, contrappongono teoricamente Eros a Thanatos, volendo con ciò indicare la lotta continua nell’inconscio dell’uomo tra istinti di vita e istinti di morte.
L’opera pasoliniana contiene questi e altri elementi di studio, che sono riportati anche nell’arte di Claudio Vino.